Leonforte. Consiglio boccia aumento aliquote IMU e TASI. Primo passo verso il dissesto?

Granfonte LeonforteLeonforte. Nella seduta di lunedì, il Consiglio ha bocciato per la seconda volta la delibera su IMU e TASI, che ne prevedeva l’aumento secondo quanto stabilito dal Piano di Riequilibrio finanziario per accedere al fondo di rotazione. L’aumento dell’Imu si riferisce in particolare a quella agricola, la tassa istituita dal governo Renzi da quest’anno obbligatoria anche nel Comune di Leonforte. Con 11 voti contrari: Grillo, Stella, Forno, Ghirlanda, Di Naso, Di Sano, La Delfa, Trecarichi, Romano C.,Vanadia, Smario; 1 astenuto: Romano Floriana; e 6 pareri favorevoli: Cremona, Astolfo, Sanfilippo, Scaccia, Barbera, Castiglione, è nuovamente emersa la volontà di non vessare i cittadini.
Ad aprire il dibattito il Sindaco Francesco Sinatra che ha chiarito che le tasse in discussione già si pagano,al minimo di legge, e senza alcun tipo di detrazione come invece sarebbe possibile con un innalzamento delle aliquote, che l’aumento di una tassa non aumenta in proporzione il gettito dell’Ente perché aumenta anche l’evasione fiscale. “Eravamo consapevoli delle tariffe al massimo con l’approvazione del piano di riequilibrio. E il CC poteva decidere di non votarlo, nessuno è stato costretto a farlo. Se l’Ente va in dissesto non significa che le tasse non ci saranno più. E i contributi non arriveranno più, gli ultimi sono stati nel 2007 al Comune di Enna”. E ancora “Non è una scelta ma un obbligo di legge per accedere al fondo di rotazione, non si decide se aumentare le tasse ma il futuro di questa città. Non ha senso tenere il piano di riequilibrio senza fondo di rotazione, si proteggerebbero solo gli amministratori precedenti, me compreso. E allora abbiate il coraggio di dichiarare il dissesto”. Di Naso ha parlato degli avanzi di competenza come fonte di risparmio e quindi di arricchimento per l’Ente, e il piano di rientro triennale sarebbe dunque possibile con i conti migliorati, ha poi sottolineato che sulla spesa del personale non s’è fatto nulla per risparmiare, c’è stato anzi un piccolo aumento. E ha infine definito una “schizofrenia totale” il prestito dei 3 milioni di euro in 9 anni. Ghirlanda rivolgendosi al “Caro Sindaco” ha ribadito che “Non è ancora detto che non si possa accedere al fondo di rotazione, potrebbe anche essere che il Ministero o la Corte dei Conti diano parere favorevole” e sulla possibilità di un commissariamento “Mette le tasse il Commissario? Almeno la gente se la prende col commissario. Perché se la deve andare a prendere con noi?”. Sanfilippo è andato oltre prefigurando cosa accadrebbe nel caso in cui il fondo di rotazione venisse negato “Il 31 dicembre 2014 questo consiglio poteva bocciare il piano di riequilibrio, noi siamo in minoranza, però si è scelto il piano e molti non hanno avuto il coraggio di rimanere in aula. Della serie “Ve lo lasciamo passare ma la responsabilità non ce la prendiamo ne in senso positivo né in senso negativo”. Dovevate essere schietti in conferenza dei capigruppo con il sindaco e dire di non riproporla la delibera perché non ci sono le condizioni politiche o numeriche. Se non si può fare il fondo di rotazione si va in dissesto e le conseguenze si ripercuoterebbero sui fornitori e creditori e sul personale precario”. Barbera ha sposato gli interrogativi del CC dell’Arca “In caso di dissesto, i cittadini si troverebbero con le tasse al massimo e noi privi della possibilità di poter tornare indietro”. Trecarichi, l’unico a bocciare il piano di riequilibrio, ha confermato la sua contrarietà a una vessazione non necessaria. A stupire e inasprire ulteriormente l’atmosfera in aula, la dichiarazione di voto di Barbera per il gruppo consiliare Big Bang, che sostenendo la proposta dell’Amministrazione, ha affermato “L’IMU agricola è una tassa imposta dal governo nazionale, noi siamo chiamati a votare un piccolo aumento. Ci lascia perplessi vedere consiglieri che si stracciano le vesti per una tassa patrimoniale mentre non hanno mai alzato neanche un sussurro contro le tariffe dell’Ato idrico o contro quelle dell’Ato rifiuti”. Di Naso ha ribattuto adirato che sono state fatte due mozioni sull’Ato idrico e ha messo in risalto l’incoerenza del gruppo Big Bang in relazione al Pd rimpiangendo l’ex cc D’Agostino.
L’esito è stato quindi un netto no di buona parte delle forze politiche presenti in Consiglio. E questa volta, la prima forse, non ci sono stati abbandoni d’aula o assenteismi, quasi tutti i consiglieri sono stati presenti (assenti Salamone, Pedalino) per prendere una delle scelte più difficili e determinanti per la comunità.
Intanto il governo Renzi discute, a Palazzo Madama, un disegno di legge sul settore funebre, presentato da Stefano Vaccari (Pd), che prevede l’introduzione di nuove tasse.

Livia D’Alotto