Gargano, eremo di San Nicola. Si chiude la prima campagna di scavo, coinvolta la Kore

Eremo-di-San-NicolaSi è conclusa la prima campagna nazionale di scavo archeologico presso il cosiddetto “Eremo di San Nicola” a San Marco in Lamis, sul Gargano (22 giugno-3 luglio 2015). La campagna è patrocinata da numerosi enti e istituzioni operanti sul territorio (Santuario di San Matteo Apostolo, Ente Parco Nazionale del Gargano, Fondazione Banca del Monte Domenico Siniscalco Ceci di Foggia, Comune di San Marco in Lamis, Protezione Civile di San Marco in Lamis, Associazione Internazionale per le Ricerche sui santuari-AIRS).

L’iniziativa rientra nell’ambito del Progetto nazionale FIRB-Futuro in Ricerca 2010 “Spazi sacri e percorsiidentitari. Testi di fondazione, iconografia, culto etradizioni nei santuari cristiani italiani fra Tarda Antichità e Medioevo”, chevede la collaborazione di quattro Unità di Ricerca: Università di Bari Aldo Moro-Dipartimento di Scienze dell’Antichità e del Tardoantico (responsabile scientifico e coordinatore nazionale Laura Carnevale); Università “Kore” di Enna (responsabile scientifico Daniela Patti); Università di Padova (responsabile scientifico Chiara Cremonesi); Sapienza-Università di Roma (responsabile scientifico Tessa Canella). Responsabile dello scavo è l’Università“Kore” di Enna: le attività archeologiche si svolgono sotto la direzione di Daniela Patti con la supervisione scientifica di Giuseppe Roma.

Numerosi gli studenti coinvolti, coordinati dal giovane archeologo barese Giuseppe Schiavariello e provenienti anche da diverse città della Bat, tra cui Barletta e Canosa: a loro, ricchi di entusiasmo e di energia, il compito di coadiuvare gli esperti per restituire alla conoscenza e alla fruibilità un edificio sacro attualmente allo stato di rudere, situato nelle vicinanze del santuario di San Matteo a San Marco in Lamis, ma in posizione più elevata.

“Obiettivo di questa prima campagna – hanno dichiarato la coordinatrice nazionale, Laura Carnevale e l’archeologa responsabile dello scavo, Daniela Patti – è rendere visibile la pianta della struttura, costituita da diversi ambienti e in particolare collegabile ad una basilica con unica navata absidata, cercando di estrapolare dati diagnostici che consentano la datazione della struttura attraverso lo scavo stratigrafico e anche attraverso il rilievo 3D dell’area di scavo”.

“Siamo privilegiati – ha commentato il sindaco di San Marco in Lamis, Angelo Cera – ad aver avuto la possibilità di collaborare con esperti di così alto tenore scientifico per valorizzare il nostro territorio, inserito in un contesto naturale e religioso particolarmente significativo. Il santuario di San Matteo e l’eremo di San Nicola sono due gioielli del nostro patrimonio che meritano di essere conosciuti: noi abbiamo dato tutta la nostra disponibilità a collaborare, anche finanziariamente, con questo progetto”.

Questa prima fase dei lavori si è realizzata grazie alla generosità e all’impegno dei frati minori del Santuario di San Matteo, guidati da padre Pietro Carfagna, e di alcuni esponenti del Comune di San Marco e della Protezione Civile, oltre che di una singola ristoratricesanmarchese. I docenti e i ricercatori impegnati nello scavo auspicano maggiore sinergia per le attività di agosto e settembre 2015, che continueranno a coinvolgere studenti delle Università di Bari e Bat, di Enna e di Cosenza e che configurano lo scavo anche come un progetto didattico aperto alla formazione dei giovani archeologi. Il supporto finanziario per i prossimi mesi è stato garantito, in particolare, dall’Ente Parco Nazionale del Gargano e dalla Fondazione Banca del Monte di Foggia Domenico Siniscalco Ceci. Trattative ulteriori sono aperte con la Banca Apulia di Andria del Gruppo Veneto.

by immediato.net