Meglio tacere. Enna: Presidente Consiglio C. cerca di difendere la SUA “minoranza consiliare” M5S video

Riceviamo la seguente nota del Presidente del Consiglio Comunale di Enna
Enna M5S 1_consiglio comunale“Leggo oggi sulla stampa (n.d.r.: sarà andato in vacanza, perchè già da sabato la notizia era in rete!)
che i gruppi politici presenti in Consiglio – Patto per Enna, l’Altra Città, Enna Rinasce e Amare Enna – hanno, nella conferenza stampa indetta per il giorno 4 luglio c.m., in ordine alla elezione del Vice Presidente del Consiglio Comunale avvenuta nella seduta consiliare del giorno 3 luglio c.m., denunciato, tra l’altro, il comportamento “fazioso” del Presidente del Consiglio Comunale in quanto sarebbero state violate, sul punto, le norme statutarie e regolamentari.
Ritengo, nel merito, una necessaria e doverosa riflessione.
La condotta e le decisioni assunte da questa Presidenza in ordine alla elezione del Vice Presidente hanno tenuto conto di due fatti. Il primo. La formale dichiarazione pubblica che il consigliere Cuci, capogruppo del partito “Sicilia Democratica”, rendeva in Consiglio nella seduta di insediamento, subito dopo gli adempimenti di rito. Egli affermava chiaramente che il proprio gruppo politico, presente in Consiglio con numero 2 consiglieri, collegato durante la competizione elettorale alle liste “Enna Democratica” e “Torre”, alla luce della decisione consumata giorni prima dalle predette liste di aderire entrambe al Partito Democratico (n.d.r.:?) che sanciva di fatto una caratterizzazione politica nuova e diversa rispetto al quadro di riferimento originario, non riteneva ancora sostenibile la permanenza nella maggioranza consiliare venutasi a determinare a seguito dei risultati elettorali. Pertanto il consigliere Cuci, sulla base di quanto sopra detto, dichiarava apertamente che il proprio gruppo non si sentiva più vincolato al collegamento politico sancito al momento della competizione elettorale con le altre liste prima indicate e quindi allo schieramento di maggioranza venutosi a determinare a seguito del risultato elettorale.
Pertanto, politicamente sciolto sin da subito da tale vincolo di appartenenza alla maggioranza politica in Consiglio, ritenendo di dovere assumere una collocazione aperta e dinamica, di confronto con tutti gli altri gruppi e assumere ogni decisione valutando di volta in volta le proposte dell’amministrazione, senza quindi confinarsi aprioristicamente all’opposizione.
Il secondo. Di ordine tecnico giuridico. In merito alla elezione del Vice Presidente del Consiglio, lo Statuto comunale recita testualmente:
“1. Il Consiglio Comunale si avvale anche della figura del Vice Presidente con compiti di collaborazione in tutte le funzioni del Presidente e di sua sostituzione nel caso di assenza, anche temporanea e di impedimento, secondo quanto dettagliatamente indicato nel Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale.
2. Il Vice Presidente eletto con le modalità stabilite dal regolamento comunale, deve essere espressione della minoranza consiliare”.
Il “Regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale” invece nulla dice in merito. Nulla dice su come intendere maggioranza e minoranza nè le relative modalità di voto. Durante la seduta consiliare e il dibattito sul punto, da parte di alcuni consiglieri veniva richiesto un parere tecnico al Segretario comunale il quale, sulla base di richiami normativi e di attenta attività interpretativa, riteneva che “maggioranza” e “minoranza” consiliare fossero determinati, in assenza di specifica regolamentazione sul punto, dai collegamenti stabiliti tra le diverse liste in sede di competizione elettorale. Accanto a tale interpretazione in sede di dibattito si affacciava legittimamente altra interpretazione della norma statutaria sopra indicata secondo la quale il concetto di maggioranza e minoranza, avendo esso una valenza politica, non poteva essere considerato statico ma dinamico e pertanto la posizione assunta dal gruppo “Sicilia Democratica” di non adesione ad alcuna maggioranza politica, aveva di fatto delle ripercussioni all’interno del consiglio, e conseguentemente nella individuazione di maggioranza e minoranza.
Alla luce dei superiori pronunciamenti e tenuto conto che sul piano giurisprudenziale non vi è, sul punto, univocità di orientamento e che, altresì, in assenza di norme statutarie e regolamentari in aderenza all’una o all’altra tesi, ovvero in ordine alla staticità o dinamicità del concetto di maggioranza e minoranza, questa Presidenza, senza alcun intento fazioso ha inteso prendere atto della posizione politica ufficiale assunta formalmente in Consiglio dal partito di “Sicilia Democratica” e convalidare, quindi, il risultato delle votazioni a scrutinio segreto per l’elezione del Vice Presidente.
Questa Presidenza attende con serenità ogni eventuale pronunciamento da parte degli organi giurisdizionali laddove venissero sollecitati, come preannunciato, mediante ricorso da parte dei gruppi consiliari dissenzienti espressamente richiamati in premessa.
Auspica comunque, sul piano politico, l’avvio di un percorso di dialogo e di confronto tra i gruppi consiliari che sembra, allo stato, parecchio difficile e complesso.
Questa Presidenza procederà sin da subito, attraverso l’attivazione degli strumenti statutari e regolamentari, al fine di stabilire le condizioni minime per l’esercizio di tale pratica politicamente indispensabile per la soluzione delle questioni oggi sul tappeto e ciò nell’interesse generale dei cittadini ennesi.
f.TO IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI ENNA
Dott. Ezio De Rose

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Video su Consiglio Comunale di M5S

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La risposta, ancorchè puntuale, garbata e composta, del neo Presidente del Consiglio comunale non può trovare adesione. Il Presidente del Consiglio, pur riconoscendo la variabilità del concetto di minoranza/maggioranza politica si rifiuta di coltivare la tesi, avvalorata dalla giurisprudenza amministrativa, secondo cui il posizionamento di un gruppo consiliare (di maggioranza o di minoranza) ha una duplice valenza: “politica” e “giuridica”. Quella “politica”, è per definizione mutevole, o dinamica per usare il medesimo aggettivo utilizzato dall’interessato nella risposta, per l’assenza del vincolo di mandato di ogni carica elettiva. E’ ovvio che sotto tale aspetto nelle Istituzioni rappresentative le maggioranze politiche possono diventare minoranze e viceversa. Quella “giuridica” è invece oggettiva, o statica come gradisce l’autore, perché ancorata al dato elettorale e come tale non vulnerabile alle variazioni che i singoli Consiglieri possono subire nel corso del mandato. Bene, ai fini dell’applicazione del principio di tutela delle minoranze consiliari, presente in numerose norme statutarie e regolamentari degli ordinamenti locali, non può che farsi riferimento alla definizione di minoranza consiliare “giuridica”, l’unica che può assicurare il rispetto del citato principio. Quella “politica”, per ammissione dello stesso Presidente del Consiglio comunale, essendo dinamica finirebbe per vanificare la disposizione che prescrive il rispetto delle minoranze, proprio perché in assenza di un dato certo in ordine al posizionamento politico dei Consiglieri è impossibile assicurarne il rispetto. Tale argomentazione, peraltro, trova conferma in pronunciamenti della giurisprudenza univoci: Tar Lazio sent. n. 649/2004, Cons. Stato, ord n. 2048/2004, Cons. Stato sent. n. 4600/2003. In tale contesto, saremmo grati al neo Presidente se ci segnalasse i pronunciamenti della giurisprudenza amministrativa, di segno opposto, che lo hanno convinto ad aderire alla tesi “politica” della minoranza consiliare ai fini della corretta applicazione dell’art. 21, comma 2, dello Statuto comunale.
Ciò considerato, risulta quindi irrilevante la forzata lettura della dichiarazione dei Consiglieri di Sicilia democratica – peraltro smentita, nei fatti, dal coeso voto espresso sia per il Presidente che per il Vice Presidente – perché l’eventuale ri-posizionamento politico dei due Consiglieri comunali, ammesso che vi sia, non rileva in alcun modo ai fini della definizione “giuridica” di minoranza consiliare.