Leonforte. C.c. dice NO su registro unioni di fatto

gay prideUrgenza rinviata – Attenzione! Attenzione!
Il seguente articolo tratta temi cari alla scrivente, che esonerata da obblighi partitici e clausole giornalistiche può esprimersi secondo libertà e coscienza. I detrattori di quel motozappa inteso Facebook, possibile causa di riflessioni e/o defezioni si astengano pure. A breve la redazione di codesto giornale istituirà un modulo prestampato con suggerimenti su cosa e come trattare gli argomenti cari ora a questo ora a quello, per intanto si porti pazienza.

Fu un giovedì di luglio, turbato da fulmini e saette, che il Consiglio comunale di Leonforte chiamato a pronunciarsi sul registro delle unioni di fatto diceva: NO! Il pericolo che da giorni incombeva sul comune tavachino, infastidito da scritti e vuci e cosi e cunti, venne prontamente osteggiato, affrontato e sconfitto da codici, codicilli e dalla fiducia incondizionata che a breve, anzi a brevissimo, Roma si sarebbe pronunciata sul fatto e allora altro che Irlanda.

Quel mondo cattolico e quella parte che al mondo cattolico desidera essere gradita, è stata ossequiata e quello che poteva, che doveva, essere un messaggio di urgenza e di moderata civiltà non è passato. Accadde un giovedì mentre a Strasburgo si metteva nella stessa pagina la parola gay e la parola famiglia mentre si insisteva per definire legalmente, anche in Italia, ciò che prima era illegale, fuorilegge.

Certo lo capisco che è questione di potere e non di bigottismo o di persone, lo capiscono anche le persone. E’ questione di tenere una posizione perché è questo che crea consenso e che importa il chi sono io per giudicare ? E che importa che l’Europa certifichi che è la doverosa presa d’atto che i tempi sono cambiati, che la morale non ha più lo stesso ordito, che i nuovi comportamenti richiedono nuove regole.

Fino a due secoli fa era del tutto “naturale” lo schiavismo e ugualmente naturale era che le donne non avessero diritto al voto o al lavoro extradomestico…magari su questo punto torneremo prima o poi.

OH tranquilli che non si chiamerà matrimonio, lo si celebrerà solo in municipio, davanti al sindaco con fascia tricolore e due testimoni, non ci saranno confetti e abiti bianchi e baci lesivi della pubblica decenza.

E, insomma il pericolo per ora è passato e l’allarme etico è rientrato e ora ci sarà consentito solo di parlar di strade dissestate, TASI, IMU e karaoke e le persecuzioni censorie, pretorili e curiali saranno solo un lontano forse mai esistito ricordo.

E tanto gli etero quanto gli omo tempereranno l’ entusiasmo sentimentale e partecipativo della cosa pubblica perché non è di loro interesse. Gli altri decideranno per il loro bene e anche se al momento non è chiaro, sappiano che è così.

A chiosa di quanto scritto è mio obbligo aggiungere che tutti, tanto i favorevoli quanto i contrari, si sono detti rispettosi dell’altro e ci mancherebbe pure, ma certe cose a chi possono interessare? Dieci, venti, cento persone a Leonforte e provincia? E cento persone manco un tinto consigliere portano, perciò…

Gabriella Grasso


n.d.r. del direttore: nello spirito (goliardico?) di strumentalizzazioni ai soli fini elettoralistici e pubblicitari di determinati sinistri (da sinistra che si trincera dietro un falso vittimismo) personaggi di un locale partito politico che DOVREBBERO pensare ed operare a cose più consone per il bene della comunità leonfortese, come sanità, solidarietà, acqua, spazzatura ecc.. che mi facciano il piacere….. diceva Totò, ma anche i destri che ci sono caduti come ingenui!
Ci siamo divertiti, ad iniziare dal famoso e tanto copiato pesce d’aprile, ora basta, è ridicolo immischiare la stampa – per avere anche (una falsa) risonanza mediatica – durante i lavori del massimo consesso civico, che pochezza….. (intellettiva!).