Enna. Centro studi Sen. Romano: strappo alla regola contratto con AcquaEnna

AcquaennaLa seduta di Consiglio comunale convocata nella sala d’Euno vede fra i punti all’ordine del giorno “l’intricata questione della risoluzione del contratto con AcquaEnna”. Una controversia che il commissario dell’Ato idrico, Pietro Lo Monaco, nonostante l’inadempienza della società, gestore del servizio, nei confronti dell’Ato per circa due milioni di euro, ha inteso risolvere con un accordo bonario dilazionando in tre anni il pagamento del debito. “Uno strappo alla regola –sostengono dal Centro studi “sen. Antonio Romano”- di un funzionario regionale che nell’assegnazione dell’appalto a AcquaEnna nel 2004 ha rivestito un ruolo non indifferente”. “Lo Monaco ha messo a segno un colpo unico – afferma il presidente Mario Orlando-, ribaltando la logica delle cose e la volontà dei cittadini, i quali si sono espressi, con la raccolta di migliaia di firme, per la scissione del contratto. Perché la stessa solerzia profusa per consentire al gestore del servizio idrico di pagare con comode rate il suo debito, il commissario non la mette nei confronti dei morosi e delle tante famiglie impoverite e piegate all’inarrestabile aumento delle tariffe?” Orlando, quindi, racconta come AcquaEnna ha avuto in convenzione, con procedure a suo dire discutibili, la gestione idrica e quale ruolo ebbe Lo Monaco in quella vicenda. “L’appalto trentennale per la gestione delle acque in provincia di Enna –ricorda Orlando-, era stato affidato, dalla commissione presieduta dal segretario generale della Provincia, Giuseppe Saccone, alla ditta del nisseno Pietro Di Vincenzo nell’aprile del 2004, dopo tantissime travagliate sedute di gara. L’allora presidente della provincia e dell’Ato idrico, Cataldo Salerno, invece di prendere atto dell’esito della gara e dichiarare vincitrice la Di Vincenzo Spa, richiede chiarimenti al legale dell’ente, Alessandro Messina, circa le valutazioni tecniche sulle offerte. Quindi, invita il direttore generale Saccone a nominare un Rup (Responsabile unico del procedimento) esterno alla sua persona. Al suo posto viene nominato l’ex presidente dell’Ato rifiuti, Serafino Cocuzza. A Cocuzza vengono affiancati l’ingegnere Pietro Lo Monaco e l’avvocato Giovanni Pitruzzella. In tandem redigono un “parere” in cui risulta che l’offerta presentata dalla Rti di Di Vincenzo Spa è anomala. Il 7 ottobre del 2004 –continua Orlando-, sempre Cocuzza, accogliendo le loro valutazioni in toto, riformula le risultanze di gara, provvedendo ad escludere la Rti di Di Vincenzo e aggiudica la gara all’unica concorrente rimasta: la Ati Agac (ora denominata AcquaEnna), costituita da Agac di Reggio Emilia, Smeco di Roma, Sicilia Ambiente, Ggr di Enna. L’8 ottobre 2004, l’assemblea dei sindaci, con voto unanime, approva la proposta presentata da Cocuzza, in netto contrasto con quanto deliberato dalla precedente commissione giudicatrice presieduta da Saccone. E’ tutta una vicenda –conclude Orlando- poco chiara e per rendersene conto basterebbe che si leggessero le leggi, le normative in vigore e, soprattutto, la sentenza n. 0935/05 del Tar di Catania. In tutti questi anni sull’aspetto di questa vicenda mai nessuno ha inteso occuparsene, nonostante l’aumento spropositato delle bollette, la delusione e la rabbia dei cittadini”.

Giacomo Lisacchi