Deposito rifiuti radioattivi. Giuseppe Regalbuto fa riferimento a documenti del 2014. Legambiente: rendere pubbliche informazioni tecnicamente valide

legambienteLeggiamo (in fondo in versione integrale) il comunicato stampa diramato da Giuseppe Regalbuto in merito alle questioni riguardanti il Deposito unico per i rifiuti nucleari italiani e non possiamo, per quanto non citati espressamente nello stesso, non chiarire ulteriormente alcune questioni, che, come peraltro chi scrive ha avuto maniera di ribadire più volte, ci paiono essenziali nell’affrontare positivamente il problema.
Del resto non possiamo che contestare ulteriormente le modalità con le quali la notizia è stata fatta circolare.
Nel particolare, quale Presidente della commissione miniere dismesse dell’URPS, Giuseppe Regalbuto ha dichiarato di essere entrato in possesso di documenti che attestano in maniera incontrovertibile l’interesse della SOGIN, che, peraltro è società di Stato, a individuare come siti nei quali realizzare il deposito unico nazionale per i rifiuti nucleari, alcune contrade della ex provincia Regionale di Enna ed in particolare un giacimento posto nel territorio comunale di Agira e che, dalla descrizione geomorfologica fornita parrebbe essere quello della Contrada San Paolo di Agira, al confine con i territori comunali di Assoro e Nissoria.
Ora la stessa dichiarazione, della quale non abbiamo motivo di dubitare, si rifà a fonti che ad oggi sono secretate per motivi di Stato, così come ampiamente chiarito dai Ministeri coinvolti nella ricerca del sito stesso.
Proprio per questa impossibilità alla conoscenza della fonte ed al contenuto specifico della stessa avremmo considerato estremamente più proficuo procedere con ordine e, comunque, interessare direttamente quelle forze della società civile, che ben dimostra di esistere in luoghi e stanze diverse da quella della politica locale.
Dalla descrizione, come dicevamo, parrebbe che il giacimento interessato e non la miniera come era stato detto inizialmente, che nella stessa area mai vi è stata attività di coltivazione profonda dei giacimenti, sarebbe quello agirino che nel rapporto pubblicato dalla stessa SOGIN nel 2003 (e del quale siamo a conoscenza a prescindere dall’attività peraltro meritoria del Regalbuto) veniva scartato al paragrafo A.4.1 come sito le cui caratteristiche geomorfologiche e giaciturali parevano non conformi ad ospitare il deposito stesso.
Già questa incongruenza ci fa pensare e, ci permetta Regalbuto, non sulla sua disponibilità di informazioni agli altri precluse, ma sulla serietà tecnico-scientifica di organismi ben pagati che rispetto a fatti dai tempi, appunto geologici, si permettono di cambiare posizione nel giro di qualche anno.
Nello stesso rapporto 2003, lo abbiamo sempre sostenuto, la Sicilia continua a comparire alla grande con diversi siti ritenuti idonei tra i quali compaiono sia la miniera di Pasquasia come quella di Corvillo (poco a Nord di Villapriolo e chiusa nel 1980), come, ancora, un giacimento sito nel comune di Regalbuto.
Ci appare invece come una inutile e deprecabile sicumera da politico vecchio stampo quella frase: “Tutte le altre associazioni sono rispettabilissime ma i loro rappresentanti parlano per sentito dire o con documenti vecchi che a suo tempo io ho fornito ad alcuni di loro”. Le altre associazioni, per quanto basso possa essere il giudizio che ne ha il Regalbuto o chiunque altro, hanno, nel tempo, rappresentato l’unico baluardo serio e monolitico a qualsivoglia attacco al territorio, alcune di esse, peraltro, sono associazioni riconosciute con apposito provvedimento dalla Repubblica Italiana e quindi, usiamo un termine utilizzato nel comunicato, “titolate” pienamente.
Si giunge poi a parlare di “coraggio” delle associazioni, ricordiamo a tal uopo allo stesso Regalbuto che la richiesta di accesso agli atti presso il Tribunale di Enna sui procedimenti relativi a Pasquasia non viene certo dalla Bocciofila di Roccacannuccia ma da Legambiente Sicilia e che la stessa associazione è sempre stata in prima linea in una attività scientificamente e giuridicamente corretta portata sempre alla luce del sole.
Ora, proprio perché non è nello stile di Legambiente dividere un fronte che invece dovrebbe rimanere unito e solidale, chiediamo pubblicamente a chiunque fosse in possesso di informazioni tecnicamente valide sulla questione di renderle pubbliche per intero consentendo così piuttosto che un indifferenziato chiacchiericcio da cortile e un diffondersi di paure tra la gente delle nostre cittadine, un dibattito e la stesura di una piattaforma comune di difesa della salubrità del territorio e delle sue genti.
In tal senso ribadiamo la nostra disponibilità ad un incontro pubblico, eventualmente anche presso la sede del COTAS, del quale i circoli Legambiente di Enna e Piazza Armerina fanno parte integrante, con il Presidente Regalbuto, per consentire un confronto su temi a noi da sempre carissimi e che non possono passare semplicemente nel botta e risposta dei comunicati sulla stampa.

Per Legambiente
Giuseppe Maria Amato

Riportiamo in foto comunicato stampa URPS – COMISSIONE “MINIERE DISMESSE SICILIANE” a firma dell’ex Consigliere provinciale Giuseppe Regalbuto:
regalbuto giuseppe miniere

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