Prospero Intorcetta S.J. – Un piazzese nella Cina del XVII secolo

prospero-intorcettaSi è svolto nella saletta auditorium del Museo Diocesano di Piazza Armerina il convegno dedicato alla figura di Prospero Intorcetta il gesuita piazzese che nel 1657 partì come Missionario in Cina, la terra e il popolo a cui dedicò, con un breve intervallo, tutta la sua vita (ben 37 anni, si spense nella cittadina di Hangzhou nel 1696). È stato a lungo dimenticato e la sua opera sottovalutata; accomunato in questo al destino degli altri gesuiti che scrissero la storia dei rapporti di questo grande Stato con l’Europa Moderna, che aprirono l’Europa alla cultura cinese e la Cina alla cultura, alla scienza e alla tecnologia occidentale insieme al proselitismo cristiano. Finalmente, anche grazie alla caparbia volontà degli animatori della Fondazione Intorcetta -primi fra tutti l’attuale presidente Giuseppe Portogallo e il vicepresidente Antonino La Spina, grande conoscitore del mondo cinese-, il missionario piazzese emerge dalle nebbie dell’oblio per rivelarsi una vera risorsa del patrimonio culturale della Città dei Mosaici, nonché una figura ponte, ancora oggi dopo tre secoli, tra la cultura cinese e quella cristiana europea. Numerosi gli interventi. sinarum scientiaeQuelli istituzionali, del vescovo Mons. Gisana e del prefetto di Enna Guidi, hanno evidenziato l’attualità del messaggio di Intorcetta, basato sul rispetto e sul confronto tra due culture così profondamente diverse, sulla necessità della conoscenza reciproca che il gesuita aveva realizzato attraverso la lingua e la filosofia confuciana, che permeva completamente di sé la cultura cinese ad ogni livello. Intorcetta tradusse in latino le opere di Confucio e in cinese le Regole della Compagnia di Gesù e gli Esercizi di Sant’Ignazio. Scrisse inoltre molte altre opere sul cristianesimo in Cina, tra cui un lungo trattato in latino in difesa della posizione dei gesuiti nella famosa Controversia dei Riti cinesi, che per quasi un secolo contrappose i gesuiti agli altri ordini religiosi presenti in Oriente, sui modi di agire dei missionari e sui rapporti da tenere tra la religione cristiana e la cultura locale. sinarum scientiae2La posizione gesuitica si può riassumere nella frase contenuta nel primo documento di Propaganda Fide “Cosa potrebbe essere più assurdo che trasferire in Cina la civiltà e gli usi della Francia, della Spagna, dell’Italia o di un’altra parte d’Europa? Non importate tutto questo, ma la fede che non respinge e non lede gli usi e le tradizioni di nessun popolo, purché non siano immorali” (1659!), quanti danni e guasti si sarebbero risparmiati se questa raccomandazione fosse diventata la prassi del proselitismo cristiano nel mondo!
La vicenda biografica e il carattere del sinologo sono stati mirabilmente illustrati da Luisa M. Paternicò, esperta di lingua e storia cinese, autrice della pubblicazione “La generazione dei giganti: gesuiti scienziati e missionari in Cina sulle orma di Matteo Ricci. Sulla via del Catai”, e da Jennifer Taiocchi esperta grafologa che in Cina ha compiuto i suoi studi di specializzazione in agopuntura e fitoterapia.
Gli interventi di A. La Spina e di A. Mameli (Dirigente della Soprintendenza di Enna) hanno marcato l’esigenza ormai inderogabile di partire dal notevole patrimonio culturale di Piazza Armerina e di Aidone per costruire quella crescita economica e sociale di tutto il distretto ennese che da sempre stenta a decollare e per aprirsi all’immenso mercato turistico cinese.
Due busti in marmo dello scultore Angelo Salemi-Mazzarino saranno collocati, in un’ideale gemellaggio, a Piazza Armerina presso il Collegio dei Gesuiti e ad Hangzhou nel cimitero dove riposano le spoglie mortali di Intorcetta.

Franca Ciantia