Leonforte. Sedie a perdere

leonforte ospedaleLeonforte. Sul sagrato della Annunziata si è tenuta giovedì 27 agosto una tavola rotonda a tema: “Ospedale di Leonforte. Il diritto negato”. L’incontro è stato organizzato dal Forum delle Associazioni Familiari presieduto dalla dott. Prof. Crimì e sono stati presenti il Vicepresidente nazionale di Federsanità e presidente regionale Federsanità Anci Sicilia Giovanni Iacono; il Sindaco di Leonforte, Francesco Sinatra; il Presidente del CC Floriana Romano e il Coordinatore del Comitato pro-salute Alfredo Vasta, che in toni e in modi diversi hanno riassunto i meriti della lotta comune per la salvaguardia del “nostro ospedale”. L’incontro avrebbe dovuto essere un momento di riflessione e non di ricerca delle responsabilità, avrebbe dovuto essere un momento di lode per chi, incontrando il Prefetto di Enna Fernando Guida, ha denunciato la mancata applicazione del decreto Balduzzi e l’assenza di figure, strumenti e farmaci per la cura e l’assistenza dell’ignaro che pensa all’F.B.C. come a un nosocomio e si ritrova perso in un antro scuro e tristissimo. Durante l’incontro si sono elencati i morti di “presunta” malasanità e i miracolosi seppur radi salvataggi e si è ringraziato il sindaco per la targa, che quando ci sarà, ricorderà Gabriella Gallo: vittima di un perverso sistema sociale, politico e anche sanitario. Il presidente del comitato pro salute ha, ricordando Gabriella Gallo, detto che la sua morte è stata causa della chiusura del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale in questione: NON E’ VERO! La chiusura del reparto di ostetricia e ginecologia rientrava nel piano di riequilibrio della sanità nazionale reso pubblico il 18.1.2011, sulla Gazzetta Ufficiale. L’ accordo, della Conferenza Unificata Stato-Regioni, riguardava le linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo. Il Governo e le Regioni fissavano in 10 punti l’impegno da attuarsi nel triennio 2010-12 in un programma nazionale di interventi che ridisegnavano il percorso nascita. Fra i 158 punti nascita sotto i 500 parti annui, risultava annoverato anche e già da allora l’F.B.C. Falsità e pettegolezzi sulla chiusura “per colpa della vittima” si sono sprecati nel tempo e troppo spesso si è speculato su quell’episodio doloroso. La famiglia da subito ha pensato che anche l’ attuazione del decreto spinse a operare in regime improprio e in una struttura carente e fortemente deficitaria, a scapito dei pazienti: era necessario innalzare i numeri annui per salvaguardare i posti degli operatori, nonostante le mancanze e le inadeguatezze strutturali. Il numero, che ha un nome e un cognome, arrivò con l’11 marzo del 2011e servì a moltiplicare i necrologi. Se da un lato dunque si sperava nell’eroico salvataggio da sbandierare durante le passerelle preelettorali, che si sarebbero susseguite e a tutt’ora si susseguono, dall’altro si offrì sull’altare dell’arroganza e del disprezzo per la vita un “caso” che ancora viene evocato demagogicamente e populistica. La famiglia Gallo invita gli organizzatori di simili eventi a ricordarsi i dati ufficiali sopra riportati perché la disinformazione è becera se involontaria, ma querelabile se perpetrata. In ultimo, la famiglia Gallo ancora oggi si rammarica per la inattuazione del decreto di chiusura, atto a salvaguardare mamme e figli, se quel decreto fosse stato applicato e non stiracchiato o interpretato o chiacchierato forse oggi, anzi certamente stante i dati processuali, Gabriella Gallo sarebbe una persona, una mamma e non una vittima.

Gabriella Grasso