Mistero su 13enne morto dopo ricovero all’ospedale di Enna, caso in Procura

malasanitàEnna. Un ragazzo di 13 anni e’ morto dopo sei giorni di ricovero all’ospedale “Umberto I” di Enna, senza che, secondo quanto sostenuto della denuncia presentata questa mattina alla procura della Repubblica, ai familiari sia stata comunicata una diagnosi. Calogero Tropea, 13 anni di Barrafranca, era stata ricoverato all'”Umberto I” martedi’ scorso ed e’ morto intorno alle 19,30 di ieri. Il ragazzo da alcuni giorni accusava febbre e malessere, inizialmente attribuiti dal medico di famiglia ad una forma influenzale curata a casa. Martedi’ scorso la febbre era improvvisamente aumentata ed erano sopravvenute alcune convulsioni. I genitori avevano chiamato l’ambulanza ed il ragazzo era stato trasportato all’ospedale di Enna, dove i medici avrebbero spiegato ai familiari che per precauzione avrebbero ricoverato il tredicenne in rianimazione e lo avrebbero sedato per scongiurare altre convulsioni. I genitori avrebbero appreso che il figlio era entrato in coma solo il giorno successivo quando sarebbe stata un’infermiera e riferirlo alla madre, entrata in reparto per vedere il figlio. Nell’esposto presentato questa mattina dall’avvocato Angelo Tambe’, che assiste la famiglia Tropea, si sottolinea che ieri mattina ai genitori era stato detto che le analisi indicavano che i valori si erano normalizzati. Alle 18,30 il ragazzo e’ stato trasportato dalla rianimazione alla sala Tac, dove secondo la madre sarebbe rimasto una decina di minuti e poi sarebbe stato riportato in rianimazione. Alle 19,30 ai familiari e’ stato comunicato il decesso. Il legale ha chiesto al magistrato il sequestro della cartella clinica e della documentazione ospedaliera, sottolineando che in sei giorni ai familiari non e’ stata comunicata alcuna diagnosi.
(AGI)

LA PROCURA DI ENNA (SOSTITUTO LO CASCIO) HA GIA’ DISPSOTO SEQUESTRO CARTELLA CLINICA

La morte del tredicenne Calogero Tropea di Barrafranca non ha colto di sorpresa lo staff medico dell’Umberto I che ha seguito da vicino tutto l’iter sanitario. “I medici si sono accorti subito che il piccolo Calogero era in gravi condizioni tanto è vero che è stato trasportato subito in sala rianimazione in quanto si trovava in stato di incoscienza – ha dichiarato il dottor Emanuele Cassarà, direttore sanitario dell’Azienda sanitaria – che ha anche comunicato che sono in corso degli accertamenti per fare chiarezza su questa morte e preparare tutto quanto è possibile per consegnarlo alla Procura della Repubblica visto che è stata presentata una denunzia da parte dei genitori del ragazzo”. Dai laboratori dell’ospedale Umberto primo dovrebbero arrivare quanto prima i risultati delle analisi eseguite in modo da accertare le cause della morte. Il dottor Emanuele Cassarà tiene a precisare anche “che i familiari del ragazzo sono stati avvertiti quotidianamente della gravità della situazione e che il ragazzo era affetto da una patologia gravissima che ne metteva in pericolo la vita, che era stato interessato da emorragia cerebrale che ne aveva provocato le convulsioni ed anche molti organi vitali tanto da avere provocato un coma profondo. La situazione era disperata e difficile da affrontare. Si è fatto tutto quello che era possibile, ora si aspettano le risultanze degli esami di laboratorio per conoscere esattamente quali siano state le cause della morte del piccolo Calogero. I nostri medici si sono comportati in maniera eccellente ed hanno cercato con tutti i mezzi di salvargli la vita”.


Secondo il rapporto stilato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori in campo sanitario che ha preso in esame il periodo 2009 – 2012 la Sicilia è la Regione che registra più casi di malasanità. Su un totale di 570, nell’isola si se ne sono verificati 117.
Di questi casi, 261 decessi ben 84 dei quali avvenuti in Sicilia. Praticamente in Italia un morto di malasanità su 3 è rimasto vittima della sanità siciliana.
“I casi di malasanità accadono per mancanza di controlli adeguati, a causa della fatiscenza delle strutture ospedaliere, oppure per negligenza del personale. In quanto associazione a tutela del cittadino e dei diritti del malato, presenteremo esposti nella varie Procure per segnalare i casi e fare luce sulle vicende e per essere al fianco delle tante vittime di questa vera e propria mattanza. Per tale ragione abbiamo dato mandato all’avvocato Loredana Aneli quale dirigente provinciale di CODICI di presentare una dettagliata denuncia in Procura per chiedere di far luce su questa vicenda” dichiarano Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale CODICI e Manfredi Zammataro, Segretario Regionale CODICI Sicilia.
Proprio per combattere casi come quello avvenuto a Enna, l’ultimo di una lunga serie, CODICI da diversi anni ha attivato l’Osservatorio per i Diritti del Malato che ha raccolto una imponente mole di dati e casi segnalati direttamente dai pazienti e sta portando avanti la campagna ‘Indignamoci’ con lo scopo di far luce su questi casi e rendere giustizia alle vittime. Attualmente sono oltre 50 le cause in cui CODICI presta la sua assistenza legale. La maggior parte sono nel Sud (55%) mentre e in misura uguale i casi si distribuiscono al Nord e nel Centro.