Legge siciliana sui liberi Consorzi comunali verso l’impugnativa

Legge siciliana sui liberi Consorzi comunali verso l’impugnativa
di Massimo Greco

liberi consorziDopo avere già impugnato tre leggi varate dall’Assemblea Regionale Siciliana, il Consiglio dei Ministri si appresta ad impugnare anche le leggi sulla riforma dell’ente intermedio e sulla gestione del servizio idrico integrato. Ne è convinto Massimo Greco, esperto di autonomie locali e Cultore di Diritto Pubblico all’Università Kore di Enna. La sostituzione delle Province regionali con i nuovi Liberi Consorzi comunali e con le tre Città metropolitane oltre ad avere generato un vespaio di polemiche per il bluff che caratterizza tutta la riforma, si pone in manifesto contrasto con diversi principi sia dello stesso Statuto speciale siciliano che della Costituzione. Massimo Greco, che ha fatto parte del tavolo tecnico istituito alla Regione per approfondire la tematica, ha più volte indicato i profili di incostituzionalità della riforma e tra questi quello che sembra pesare di più è rappresentato dalla camuffata reintroduzione nell’ordinamento regionale di enti territoriali di governo mascherati dalla denominazione di “Liberi Consorzi comunali” e di “Città metropolitane”. Mentre per i primi la natura sostanziale di ente territoriale di governo si evince dalle numerose e importanti funzioni affidate ai nuovi enti e dalla riconosciuta autonomia politica derivante anche dalla possibile elezione diretta del Presidente del Consorzio comunale, per le seconde, non necessità neanche rilevare i tratti funzionali della “Città metropolitana” non essendo questa tipologia di ente territoriale prevista dall’art. 15 dello Statuto. Ma vi è di più, per Massimo Greco, la riforma siciliana viola i principi ordinamentali e finanziari contenuti nella legge Delrio, avendo il legislatore siciliano fatto l’esatto contrario di quanto prescritto dalla legge statale. Non solo non ha svuotato di funzioni amministrative l’ente intermedio in vista della sua espunzione dalla Costituzione, ma lo ha potenziato all’inverosimile senza, peraltro, prevedere una specifica copertura finanziaria. Massimo Greco ha quindi messo nero su bianco i rilievi costituzionali anticipati attenzionando della questione il Capo Ufficio legislativo del Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie locali

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