Enna area Renzi: PD strumento ad uso e consumo di pochi, gestione padronale e personalistica, luogo del pensiero unico

PD strappato“Accogliamo con soddisfazione la notizia del commissariamento della federazione provinciale del partito democratico di Enna e la nomina dell’On. Ernesto Carbone quale reggente della nuova fase che si aprirà a breve” questa l’aspettata reazione del coordinamento dell’area Renzi della provincia di Enna, a seguito del commissariamento del partito da parte del presidente del Consiglio e segretario del partito.

“Ringraziamo il segretario nazionale Matteo Renzi e l’intero ufficio di segreteria, per aver accolto le nostre istanze, ed esprimiamo apprezzamento, altresì, con riguardo al parere favorevole al Commissariamento dato dal segretario regionale Raciti” così continuano i renziani ennesi, che hanno proposto il ricorso alla Commissione di garanzia nazionale (sembrerebbe che ben tre siano i ricorsi partiti da esponenti di tre comuni dell’ennese).

Poi l’affondo dei renziani sulla gestione del partito da parte dell’ex senatore Crisafulli e dei “compagni di merenda” (n.d.r.: affermazione quest’ultima nel senso bonario della parola): “L’attenzione alle vicende provinciali, mostrata dalla segretaria nazionale e dal segretario Matteo Renzi, prova, una volta di più, che il Partito Democratico sa ed ha il coraggio di cogliere le forti istanze di cambiamento e di rinnovamento provenienti dal nostro territorio, rispetto ad ormai improponibili metodi della politica, che hanno ridotto, nel corso degli anni passati, il Partito Democratico della Provincia di Enna a mero strumento ad uso e consumo di pochi, vittima di una gestione padronale e personalistica, luogo del pensiero unico, e che hanno mortificato, con sciagurate epurazioni ed espulsioni, le sue enormi potenzialità, come dimostrato dalle recenti disfatte elettorali”.

Riferimento alle ultime elezioni della città di Enna: enna_democratica e pd“Il paradigma di ciò che è stato il PD provinciale sinora è fornito proprio dalle elezioni nel comune capoluogo. Il segretario provinciale, custode delle regole prima e più di ogni altro, si è candidato senza il simbolo del partito (n.d.r.: diciamo noi con un simbolo clone – vedi foto)”. Una volta formalizzata la candidatura, il rispetto delle regole avrebbe imposto le sue immediate dimissioni. Così non è stato e sappiamo come è finita”.
Solo il Coordinamento Provinciale dell’Area Renzi ha contestato fortemente l’accaduto, denunciandone l’estrema gravità. Nessun altro: “Il silenzio omertoso e connivente di chi, magari pensandola al nostro stesso modo, si è guardato bene dal rendere pubblico il suo pensiero, per bassi interessi di convenienza politica, è diventato l’emblema avvilente di un partito provinciale povero ed asfittico.
Abbiamo chiesto, a più riprese, l’azzeramento di tutte le cariche provinciali, in virtù di quanto accaduto.
La risposta è consistita nel promuovere la celebrazione di un congresso, finalizzato, in termini inaccettabili, unicamente a scongiurare il mutamento degli attuali equilibri ed il mantenimento dello status quo.
Non lo abbiamo accettato. Abbiamo denunciato le gravi e reiterate violazioni delle più elementari regole che presiedono alla vita interna del Partito e richiesto il commissariamento della federazione provinciale.
Non lo abbiamo fatto a cuor leggero. Avremmo, infatti, voluto che la vicenda venisse trattata secondo i principi della politica e non del diritto. Non ci è stato consentito, non per colpa nostra”.
“Adesso si apre una stagione nuova – auspicano i renziani – dobbiamo chiederci quali vogliamo che siano, per il prossimo futuro, identità e prospettive del nostro Partito. Noi vogliamo un Partito che sappia convincere e coinvolgere, che sappia essere moderno, aperto, inclusivo, senza preclusioni e preconcetti di alcun genere, sul modello del Pd costruito da Matteo Renzi, e che sappia rinnovare i propri metodi, tornando alla semplicità e serenità del confronto e valorizzando il merito, la competenza, l’attenzione per il territorio. Solo in questo modo il Partito Democratico potrà creare intorno a sé nuovi entusiasmo e fiducia e costruire il proprio futuro, dando una risposta chiara al populismo ed all’antipolitica”.


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