Prefettura Enna. Silvo Pastorale: ripristinata legalità, colpo ai “gentiluomini” di campagna

Ripristinata la legalità nella gestione dell’azienda speciale Silvopastorale del Comune di Troina.

Prefetto Fernando Guida“E’ stata ripristinata la legalità nella gestione dell’azienda speciale Silvopastorale del Comune di Troina”. Lo ha dichiarato il Prefetto di Enna, Fernando Guida, dopo che l’azienda, a seguito di apposita sollecitazione della Prefettura, ha provveduto a recedere da tutti quei contratti d’affitto dei pascoli illecitamente conclusi per favorire persone vicine alla criminalità organizzata.

E’ stato inoltre avviato, come prescritto dalla Prefettura di Enna, l’iter per impugnare tutti quegli altri contratti che, benché sottoscritti da persone immuni da provvedimenti antimafia interdittivi, sono stati stipulati senza gara, cioè senza l’osservanza delle regole di evidenza pubblica; quest’ulteriore iniziativa è finalizzata, ha chiarito il Prefetto, oltre che al ripristino della legalità, anche a far cessare il rilevante danno per la collettività derivante dall’aver concesso migliaia di ettari di terreni demaniali a fronte di canoni irrisori (compresi tra i 12 e i 30 euro per ettaro), se rapportati ai cospicui contributi (circa 300 euro per ettaro) connessi alla concessione di tali terreni.

Va ricordato che il Prefetto di Enna, su delega del Ministro dell’Interno, aveva nominato una commissione d’indagine, a settembre 2014, al fine di verificare la sussistenza di elementi su collegamenti diretti o indiretti degli amministratori dell’azienda con la criminalità organizzata o su forme di condizionamento degli stessi tali da compromettere il buon andamento dell’azienda.

Il Prefetto ha precisato che dalle indagini svolte dalla commissione prefettizia è emersa la incombente presenza, nelle zone agricole gestite dall’azienda, di famiglie di allevatori legate ad ambienti della mafia messinese, in grado di generare nel tempo un tale assoggettamento nell’azienda speciale da far sì che per un lungo periodo di tempo non si sia mai avviata, propedeuticamente alla stipula dei contratti, una procedura di gara ad evidenza pubblica, come prescritto dalla legge, al fine di verificare la rispondenza all’interesse pubblico dei singoli contratti e delle modalità di individuazione del contraente.

“Le pressioni provenienti dalle suddette famiglie”, ha sottolineato il Prefetto, “si sono spinte anche nel senso di determinare i canoni applicati e la durata dei contratti, in modo da percepire, come detto, rilevanti contributi comunitari (ammontanti in alcuni casi a centinaia di migliaia di euro all’anno) a fronte di canoni irrisori”.

Questa illecita gestione dell’azienda è stata per molti anni agevolata da un mancato esercizio dei poteri di vigilanza sulla medesima da parte della giunta e del consiglio comunale.

“Vorrei in proposito precisare”, ha sottolineato infine il Prefetto, “che non ho proposto al Governo il commissariamento dell’azienda, nonostante le gravi illiceità gestionali riscontrate dalla commissione d’indagine prefettizia, solo perché gli attuali amministratori dell’ente e del Comune hanno manifestato una tendenziale discontinuità rispetto alla precedente gestione, avendo provveduto al licenziamento del direttore tecnico, nonché all’avvio dei primi bandi di gara, recanti peraltro la rideterminazione del canone, incrementato applicando le tariffe stabilite dall’Assessorato Regionale”.

Avendo il Ministero, tuttavia, condiviso la necessità di adottare gli opportuni provvedimenti volti al ripristino della legalità nell’attività gestionale dell’azienda e del Comune, la Prefettura, come già precisato, ha indicato agli enti medesimi tutti i contratti da rescindere o da annullare a tali fini”.

Considerato che ora l’azienda ha finalmente realizzato le suddette iniziative prescritte dalla Prefettura, fornendo un chiaro messaggio di radicale mutamento di indirizzo rispetto al passato, il Prefetto ha espresso la sua soddisfazione per aver pienamente conseguito quegli obiettivi di ripristino della legalità che si era prefisso con la nomina della commissione d’indagine presso l’azienda Silvo pastorale di Troina.


Comunicato stampa del Consiglio comunale di Troina del 24 novembre 2015
silvo pastorale troina logo“Il consiglio comunale ha deliberato di dare mandato al Consiglio di Amministrazione della Silvo Pastorale di impugnare i contratti di affitto stipulati nella precedente gestione, in violazione della procedura di evidenza pubblica, e di compiere tutti gli atti necessari a tutela degli interessi generali dell’Azienda, volti a rimuovere ogni forma di illegalità e al fine di perseguire gli obiettivi dell’ASSP, del Comune e dell’intera collettività.
È quanto prevede l’atto di indirizzo del consesso civico all’Azienda, discusso ieri sera nell’apposita seduta convocata nell’aula consiliare del palazzo municipale, che andrà altresì a integrare il Piano di Programma e Contratto di Servizio dell’ASSP, in merito alla stipula dei contratti di affitto.
L’indirizzo del consiglio – che con delibera del 9 gennaio scorso “impegna il Consiglio di Amministrazione a proporre azione di responsabilità nei confronti della precedente Amministrazione per la stipula di contratti di affitto illegittimi che hanno comportato notevoli danni all’ASSP e che non sono di fatto rescindibili” – si è reso necessario in virtù “di una corretta ed efficace politica di prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità, che deve comprendere necessariamente misure finalizzate ad assicurare la rimozione degli ostacoli che si frappongono al libero esercizio dell’attività imprenditoriale (agro-silvo-pastorale) e della concorrenza”.
Da diverso tempo i terreni a pascolo gestiti dall’ASSP sono stati dati in affitto a privati con contratti illegittimi, così come riscontrato dall’attuale CdA dell’ASSP e dai conseguenti accertamenti della Prefettura di Enna che ha nominato un’apposita commissione di indagine.
La procedura di annullamento, attraverso l’impugnativa, dei contratti stipulati in violazione del sistema dell’evidenza pubblica persegue infatti l’interesse generale sul versante della trasparenza amministrativa e delle libera concorrenza.
Lo statuto dell’ASSP inoltre, demanda al consiglio comunale il potere di indirizzo e vigilanza dell’Azienda, ne determina le finalità, ne approva gli atti fondamentali, verifica i risultati della gestione e provvede alla copertura degli eventuali costi sociali.
Nel corso del 2014 e del 2015 l’ASSP ha affidato oltre 2 mila ettari di terreni a canoni di affitto oscillanti tra i 100 ed i 117 euro, in misura di gran lunga superiore rispetto a quella prevista nei contratti e nelle proroghe stipulate nel 2012 (compresi tra 12 e 30 euro) che hanno comportato un evidente e grave danno per le casse dell’Azienda e, dunque, anche del Comune e dell’intera collettività, privata di risorse economiche indispensabili alla cura, manutenzione e miglioramento del patrimonio boschivo.
La Silvo Pastorale – per conto del Comune – gestisce infatti un cospicuo patrimonio boschivo di 4 mila 200 ettari di terreno, siti all’interno del Parco dei Nebrodi e del territorio del Comune di Cesarò.
“Coerentemente con il percorso di legalità avviato fin dall’inizio del nostro mandato e rispettando le indicazioni provenienti dalla Prefettura che da tempo segue la delicata vicenda – ha dichiarato il sindaco Fabio Venezia -, abbiamo voluto esprimere attraverso questo atto di indirizzo un mandato chiaro all’Azienda Silvo Pastorale sul versante dei contratti di pascolo boschivo, al fine di rimuovere le illegittimità della passata gestione. Esprimiamo vivo apprezzamento al Consiglio d’Amministrazione dell’Azienda per aver affrontato la delicata questione con sobrietà e grande senso di responsabilità”.



troina silvo pastorale cartinaL’Azienda Speciale Silvo Pastorale venne istituita dal Comune di Troina nel 1963 e si occupa della conservazione, del miglioramento e della valorizzazione del proprio patrimonio Comunale, esteso 4200 Ha circa, tra i migliori dei Nebrodi e della Sicilia, di grande valore scientifico, sociale, economico e culturale. Progetti già avviati, e altri ancora da avviare, perché questo paradiso di colori e odori e vita non resti solo “paradiso di pochi”. Allora, attraverso la creazione di aree attrezzate e musei agroforestali, si intende valorizzare il territorio, bene prezioso e inestimabile, sotto aspetti diversi: economico, turistico, paesaggistico, ricreativo, culturale. Sono conquiste graduali, che si raggiungono a piccoli passi e nel rispetto della natura stessa;
L’ente è amministrato dal presidente e da quattro componenti il consiglio d’amministrazione, nominati con provvedimento del sindaco.
Le funzioni di direttore tecnico sono espletate da un dottore forestale.
Cenni sull’ambiente fisico. Estensione e configurazione del bosco (Parco dei Nebrodi).
L’estensione complessiva dei boschi e dei pascoli del Comune di Troina, determinata attraverso i dati catastali e gli accertamenti sui luoghi, risulta di Ha 4.201.68.30, così ripartiti:
A) Bosco ceduo di faggio e cerro – Ha 3.030.91.90
B) Radure – Ha 366.87.16
C) Tare – Ha 27.63.28
D) Pascolo permanente ed avvicendato – Ha 416.51.22
E) Enfiteusi – Ha 358.22.94
F) Acquedotto – Ha 1.51.80
TOTALE Ha 4.201.68.30
Geologia e pedologia
I terreni provengono fondamentalmente dal disfacimento di rocce del miocene inferiore, acidi, permeabili e di natura argilloso umifera, cosparsi di scheletro minuto. Sparsi irregolarmente esistono frammenti di rocce arenarie e di scisti argilloidi.All’estremità settentrionale del demanio, in una vasta zona priva di soprassuolo i terreni sono di natura prettamente argillosa. I cedui di faggio occupano la parte alta del Demanio Comunale, ma non sono compatti e contigui, bensì sono interrotti da ampie radure di vegetazione pascoliva e frammisti con percentuale più o meno elevata di altre specie arboree in prevalenza aceri e cerri. La parte bassa del demanio è occupata in gran parte dalla cerreta anch’essa non compatta e uniforme, ma intercalata da ampie radure pascolive e da gruppi di piante sparse di rovere, roverella, acero montano.