Regione si dimentica del Parco minerario di Floristella-Grottacalda e tutte le comunità minerarie dell’Ennese

Floristella Grottacalda PalPennisiValguarnera. È disponibile nel sito web dell’Assemblea Regionale Siciliana il testo del disegno di legge dal titolo “Disposizioni per l’utilizzo e la valorizzazione del patrimonio minerario dismesso”. Un’iniziativa parlamentare, sottoscritta da dodici deputati, primo firmatario il nisseno Gianluca Miccichè (UDC Unione di Centro), che “nasce dalla esigenza di creare nuovi e agili strumenti legislativi per incentivare lo sviluppo del turismo minerario in Sicilia secondo un itinerario tematico nell’ambito del territorio regionale”. Il Ddl è già stato assegnato alla V Commissione dell’ARS (Cultura, formazione e lavoro) per l’esame, e alla IV Commissione (Ambiente e territorio) per il parere. Tradotto in soldoni, i “nuovi e agili strumenti” enunciati dai proponenti sono dei “Parchi minerari comunali” affidati a “enti parco” presieduti dai sindaci del territorio in cui ricade il sito minerario che si vuole tutelare e incentivare. La proposta, portata avanti da tempo e presentata in più occasioni agli amministratori del nisseno e dell’agrigentino, si prefigge il lodevole intento di restituire alle comunità i siti minerari abbandonati, trasformandoli in “occasioni di crescita culturale e di sviluppo economico”. Peccato che siffatta iniziativa tenga fuori dalla discussione – come in una sorta di conventio ad excludendum – il Parco minerario di Floristella-Grottacalda e tutte le comunità minerarie dell’Ennese. E c’è il rischio di arrecar loro danno, talché, se la legge continua il suo iter senza modifiche al testo proposto, si potrebbe cancellare proprio l’Ente di Floristella (al momento il più importante e fruito della Sicilia) senza saper bene cosa fare dopo. Infatti, il primo articolo del disegno di legge – che poteva benissimo essere scritto ex novo senza intaccare la normativa esistente – s’incentra in massima parte sulla “Abrogazione e modifiche di norme” dell’art. 6 della legge regionale 15 maggio 1991 n. 17, ovvero l’articolo che a suo tempo istituì l’Ente parco minerario Floristella-Grottacalda. Le conseguenze di una legge siffatta sarebbero dannosamente eclatanti. In primis, per il cambiamento dello status giuridico dell’esistente che da “ente pubblico non economico della regione” diventerebbe un ente comunale, con ricadute immediate sul regime dei finanziamenti, primo tra tutti quello del personale che in atto è a carico dell’amministrazione regionale. Altri e numerosi effetti sfavorevoli deriverebbero dal legare la perimetrazione degli ipotizzati nuovi parchi e la designazione dei loro presidenti al territorio comunale su cui insiste la miniera da tutelare. Il che, nel caso di Floristella, provocherebbe l’automatica esclusione di quei comuni minerari, come Valguarnera, Piazza Armerina e Aidone, che in atto partecipano ope legis alla gestione del Parco minerario. Insomma, una proposta di legge da rivedere. Con l’auspicabile coinvolgimento della deputazione ennese e dei sindaci e consigli comunali interessati.

Salvatore Di Vita