Enna: lavori alle grotte di via S. Agrippina

Enna. Riguardo ai recenti lavori nelle pendici sottostanti la via S. Agrippina dove grazie all’asportazione di terra e di arbusti è ritornato visibile un interessantissimo insediamento rupestre, la sede SiciliAntica di Enna, comunica che sta seguendo con estremo interesse i lavori di restituzione alla città di una parte della sua storia, auspicando, terminati questi, una corretta fruizione degli ambienti e dei percorsi rupestri, che opportunamente ripuliti, restaurati e magari anche artisticamente illuminati, potrebbero rappresentare un ulteriore attrazione turistica della città.
Enna via S
Al momento i lavori, condotti dal Genio Civile di concerto con la Soprintendenza di Enna, hanno interessato lo sterramento, l’asportazione della vegetazione spontanea e il rilievo dell’area rupestre, successivamente si dovrebbe passare al consolidamento delle superfici rocciose, che secondo un articolo apparso il 4 dicembre sulla cronaca locale del quotidiano La Sicilia, prevederebbe anche la chiodatura della parete con la posa in opera di reti metalliche.
Tutta l’area è sottoposta a vincolo archeologico, Decreto Assessore BB. CC. N.282 del 22.2.1989 “Vallone Pisciotto – Fortificazioni di età greca” per la presenza nel sito dei resti della cinta muraria della città antica di Henna, di cui si conserva un filare ancora in elevato realizzato in opera isodoma.
SiciliAntica rimane fermamente convinta che in questi casi bisogna agire utilizzando interventi di restauro con tecniche conservative, che contrastano fortemente con tipologie di interventi invasive e deturpanti quali possono essere chiodature e reti metalliche, che peraltro contribuirebbero ad indebolire e a rendere ancor più frammentata la roccia sedimentaria di cui è composto il costone.
In passato numerose battaglie hanno visto SiciliaAntica protagonista di azioni a tutela dei beni culturali cittadini, come quella che ha prodotto il blocco dei lavori scongiurando così la chiodatura e l’ingabbiatura della parete di nord ovest del castello di Lombardia, di cui fra breve dovremmo avere gli esiti delle indagini della Magistratura.
Una città che aspira a divenire capitale italiana della cultura non può assolutamente permettere che si perpetrino simili scempi ai danni del proprio patrimonio culturale.