I sindaci s’arroccano nei loro campanili? il misero esempio di Aidone e Piazza Armerina

I sindaci s’arroccano nei loro campanili?
Il misero esempio di Aidone e Piazza Armerina
di Vincenzo Cimino

difesa campanili1Una pagina, la 134, del libro “Se muore il Sud “ di Stella e Rizzo è dedicata, in parte, ai Sindaci di Aidone e Piazza Armerina. Verrebbe da dire: Grande Onore per i due, essendo stati osservati da occhi acuti e segnati da penne bucanti di siffatti giornalisti e scrittori!
Ma leggendola, si prova sconforto per noi tristezza per loro. Di che si tratta? I primi cittadini di questi splendidi Luoghi della Sicilia Interna, che Vittorini definiva “Le Città lombarde“, si ignorano a vicenda. Eppure i loro Musei, e noi aggiungiamo i loro Municipi, distano l’un dall’altro 10.900 metri.
piazza armerina bikiniFanno come la Dea di Morgantina e le ragazze in bikini della Villa Romana: Non si rivolgono la parola. Per gelosia?, si chiedono gli autori.

Mancu ppi sunnu, aggiungiamo noi. Sono i Sindaci che non le vogliono amiche .

Perché per loro i due Centri degli Erei è come se fossero ai due capi estremi dell’Eurasia.

Dea_MorgantinaE allora, niente programmi turistici comuni, niente ricerca di sinergie per valorizzare assieme le loro ricchezze materiali e immateriali.

Eppure, non stiamo parlando dei borghi Villapriolo e Villadoro, ma delle Città Lombarde che, non solo possiedono siti archeologici di prestigio mondiale, ma hanno quartieri medievali, boschi immensi, chiese storiche, tradizioni locali e manifestazioni che riportano al loro passato. Financo il loro dialetto francofono (anche questo va scomparendo!) è la testimonianza vivente della loro Storia lontana.

Nondimeno, se li si sente, dicono di voler scommettere sul turismo e attività indotte. E allora, perché s’è sempre fermi all’anno zero?. Nun putimu, picchì nuddu n’aiuta (falso nel nostro caso). Questa sarebbe la risposta più che probabile, essendo per loro la colpa dei nostri mali sempre degli altri.

Leggendo il libro, la riflessione non può non riportarci a quello che è il tratto comune dei sindaci dell’Ennese, e della Sicilia interna in particolare.
· Non entrano in relazione tra loro, restando chiusi nei loro uffici comunali per rincorrere la quotidianità fatta di cosucce.
· Non definiscono progetti e programmi territoriali per la crescita, assecondando la tragica logica dell’inviluppo economico.
· Non pensano nemmeno di gestire insieme servizi locali, dando ad essi efficienza, spendendo meno e acquisendo finanziamenti.
· Non si sognano di fare squadra, confrontandosi con maggiore peso sui grandi temi (se ne hanno).

ombelicoNon resta che dire: i nostri Sindaci stanno lì, assittati a guardare i loro ombelichi. Non alzano lo sguardo per scrutare possibili orizzonti. Sono, però, pronti con le loro fasce tricolori a difendere spesso l’indifendibile favorendo proteste come fuochi di paglia. Nessuno l’invidia per i ruoli che si sono dati poiché non lasciano segno alcuno della loro presenza.

Sono, forse, l’immagine infelice di una realtà, la Sicilia Interna, giunta alla fine della sua Storia millenaria. O peggio, la maschera misera d’una classe dirigente siciliana priva di virtù civiche e di cultura di buon governo.

Da loro nessuno esige che da soli risollevino del tutto dalla disastrosa caduta le nostre Comunità sempre più povere. I compiti ristretti e mezzi limitati li obbligano a rincorrere emergenze ed imprevisti. Lo sappiamo, e a dirla rozzamente, è un mestiere difficile e spesso vissuto in solitudine. Molti mali hanno cause che non appartengono a loro, avendo ben altre responsabilità e origini. Ma ciò non li assolve da posizioni che li isolano da tutto e da tutti. Senza idee innovative non si amministra neppure un condominio!


P.S a pag. 9 dello stesso libro si legge pure che l’on Alloro con una interrogazione ha denunciato che alla CRIAS (istituto finanziario della Regione Siciliana) su 87 dipendenti 55 sono dirigenti! Supponiamo questi portano le magliette con la figura dei loro “padrini e garanti”, indegnamente definiti politici. Non dimentichiamo che i mali sono causati da batteri e virus che in Sicilia sono micidiali. Comunque, almeno nel libro di Stella e Rizzo l’on Alloro fa da contraltare ai due sindaci di Aidone e P.Armerina.