Sindaco di Enna preoccupato sul governo della salute di tutto il territorio provinciale

sanità-valigettaAlla luce di quanto letto in questi ultimi giorni sulla stampa locale secondo cui sarebbero presenti in provincia di Enna due ospedali capofila (Enna e Nicosia) e che sarebbero in itinere spostamenti di Unità operative complesse in grado di modificare radicalmente l’atto aziendale a noi noto e già presentato e votato alla Conferenza dei Sindaci da me presieduta, tutto ciò premesso, per ulteriore onore di chiarezza mi corre l’obbligo di puntualizzare o meglio ripuntualizzare quanto già sostenuto in Consiglio comunale nella seduta del 10/12 u.s. ed alla stessa recente Conferenza dei Sindaci del 11/12 u.s.
Alla luce del fatto:
– che l’ Azienda sanitaria provinciale rappresenta, ad oggi, l’unica fonte di occupazione certa all’interno di un territorio fortemente agonizzante;
– che le direttive assessoriali regionali impongono che sino al 2017 i quattro ospedali della nostra provincia vengano mantenuti, come tali,
“in vita”;
– che i posti letto complessivi devono essere mantenuti sino al 31/12/2016 in numero di 545;
che la dotazione sanitaria organica provinciale deve attestarsi sul numero di 2210 Unità complessive con un finanziamento per l’anno 2013 di 95/102 milioni di euro e con una decurtazione rispetto all’anno 2011 di circa 13/6 milioni;
– che l’ accordo tra i Ministeri dell’ Economia e della Salute e l’Assessorato regionale alla sanità ha stabilito che questi anni intercorrenti sino alla entrata in vigore del decreto Balduzzi (recepito dalla Regione siciliana con decreto assessoriale n° 01/07/2015 pubblicato sulla GURS del 17/7/2015) serviranno per adeguarsi al Decreto ministeriale stesso.
Tutto ciò premesso vale la pena di ricordare, soprattutto a chi, erroneamente e con eccessiva leggerezza, sostiene altro, cosa prevede specificatamente il Decreto:
1) un ospedale di primo livello ogni 150/300.000 abitanti e nel caso del territorio di Enna, che ne conta circa 178.000, un unico ospedale di I° livello, meglio conosciuto come capofila (nel caso specifico l’ ”Umberto I°“ di Enna);
2) in zone particolarmemte disagiate, il decreto stabilisce all’articolo 9.2.2 le caratteristiche dei presidi ospedalieri ivi ubicati (nel caso specifico l’ospedale Basilotta di Nicosia);
3) negli altri presidi ospedalieri occorre invece garantire innanzitutto le prestazioni di emergenza e quindi Pronto soccorso con Medico d’urgenza H24, guardia anestesiologica H24, diagnostica radiologica e laboratoristica H24 anche in pronta disponibilità, ambulanza di rianimazione ed elibase attiva, poliambulatori ospedalieri specialistici in grado di soddisfare tutte le branche ospedaliere ma presenti anche negli ambulatori ex-Inam in grado di combattere altresì l’alto tasso di migrazione sanitaria, servizi di diagnostica radiologica e laboratoristica attivi per l’utenza esterna nelle ore antimeridiane.
Quanto sopra esposto e da me ribadito in Conferenza dei Sindaci ho l’impressione che mal si sposi con recenti e soprattutto reiterati atti deliberativi aziendali che, in barba alle indicazioni già date mirerebbero, ahimè, al quotidiano depotenziamento dell’unico ospedale, l’ ”Umberto I°” di Enna, in grado di rispondere alle esigenze della cittadinanaza ennese ma, da diversi mesi oramai specie per le urgenze, di tutto il territorio provinciale e non. Alcuni esempi?
1) all’interno del Dipartimento materno-infantile, cosa osta ancora ad oggi per l’attivazione dello STEN e dello STAM con la sala operatoria di ostetricia e ginecologia dedicata ?
2) cosa impedisce l’attivazione della guardia attiva all’interno delle sale operatorie di Enna ?
3) per quale motivo non si evince, da una prima e sommaria lettura della nuova dotazione organica, l’applicazione di quanto prescritto in sede di Conferenza dei Sindaci il giorno 11/12 u.s. relativamente ai seguenti punti:
a) messa in sicurezza dei Pronto soccorso degli ospedali di Leonforte e Piazza Armerina (mancanza di guardia anestesiologica);
b) potenziamento dell’unico ospedale capofila (Enna) anche attraverso l’attivazione di STEN e STAM come unica struttura interprovinciale della nostra ASP;
c) lotta alla migrazione sanitaria che dagli ultimi dati riferiti sembrerebbe essere fortemente aumentata rispetto ai 20 milioni del 2013 attraverso l’attivazione di ambulatori specialistici in provincia;
d) potenziamento ulteriore delle forme di assistenza domiciliare (ADI).

Tutto ciò premesso auspico ma sono altresì convinto che la Direzione strategica dell’ASP di Enna stia già ottemperando a quanto sancito dalle disposizioni legislative vigenti in materia di sanità e di rapporti con le organizzazioni dei lavoratori.
Mi preoccupo infine ma non poco su quanto venuto a conoscenza, nella qualità di primo cittadino e quindi di garante della sanità e del suo buon funzionamento in città, relativamente alla nuova normativa sugli orari di lavoro; tutto ciò potrebbe rappresentare a breve un’ulteriore difficoltà con ripercussioni non indifferenti sul governo della salute di tutto il territorio provinciale.

Il Sindaco della Città di Enna
Avv. Maurizio Dipietro




Redazionale a cura del primo cittadino di Enna