Enna, breve saggio di Rosario Colianni “Famiglie equilibriste”

Rosario Colianni“Alla famiglia, ai membri che la compongono, soprattutto ai genitori che l’hanno formata e hanno il compito di tenerla unita, Rosario Colianni dedica questo breve saggio, un manualetto rivolto a tutti, perché ciascuno di noi fa parte di un nucleo familiare”. Così l’introduzione della scrittrice ennese Anna Maria De Francisco nell’ultimo lavoro del pediatra ennese, dal titolo “Famiglie equilibriste”, presentato qualche giorno fa nella chiesa di San Cataldo, in una cornice amichevole e ricca di persone, interessata ad un tema importante per la collettività. L’incontro, organizzato dal parroco, don Vincenzo De Simone, ha visto la presenza dell’autore che ha argomentato sulla famiglia. Un tema molto discusso, su cui sono stati spesi fiumi di carte, su cui ci sono discussioni, anche attualmente, su fronti importanti come la chiesa, la politica e la cultura.

A Colianni abbiamo chiesto:

Come è nata l’idea del libretto? “Parlare di famiglia oggi è molto difficile. E’ una tematica che spesse volte si ha la presunzione di sapere bene. Il libretto non ha la presunzione di descrivere la famiglia ideale o insegnare comportamenti. Nasce dall’esperienza fatta grazie alla mia professione di medico, che mi ha consentito di essere a contatto con numerose famiglie, e dalla mia militanza nei Centri Ascolto Giovanili presso le scuole”.

La famiglia è un vero valore? “Secondo un’indagine svolta nei primi anni ’90, la famiglia è stato il valore preferito dai giovani intervistati e questo dato si conferma ancora oggi. Oggi, però, sembra attaccata da diverse forme di modernità che mirano a destabilizzarla. Il suo ruolo, come da sempre è avvenuto, è quello della formazione primaria dei figli. Da aggiungere a questo anche l’importante ruolo dei nonni che, con il loro carico di saggezza e disponibilità, aiutano i loro figli nel delicato e importante compito di crescere i figli. Ho usato il termine “aiutare” perché il loro compito è solo d’appoggio e non primario alla educazione dei nipoti”.

E nel caso in cui il compito educativo è affidato ad uno solo dei genitori? “In questo caso le famiglia necessita dell’aiuto di altre istituzioni per non correre il rischio della emarginazione. Da qui la nascita del disagio vero e proprio che sfocia nel disastro familiare”.

Ad aggravare la condizione di disagio è anche la mancanza di lavoro? “Purtroppo sì. Quando i soldi dell’affitto non bastano o quando si è costretti a rivolgersi ad altri per pagare bollette o si hanno dei neonati ai quali non si può comprare il latte o si preferisce mangiare meno pur di comprare medicine o pagare onorari per consulenze sanitarie o non poter mettere in condizioni sociali i propri figli specie nell’ambiente scolastico e tant’altro, allora tutto può passare nella mente di chi sente la responsabilità della famiglia sulle proprie spalle. A tal proposito, conosco personalmente famiglie che si sono rivolte al microcredito della nostra Diocesi per l’acquisto anche di libri scolastici”.

Giacomo Lisacchi