Saluto di commiato del Prefetto di Enna Fernando Guida, destinato ad Isernia

Prefetto Fernando Guida“E’ alla società civile di Enna che mi rivolgo perché sappia raccogliere il testimone da un servitore dello Stato che assieme ad essa ha avviato una nuova stagione della vita pubblica, affinché il seme gettato in questi due anni possa tradursi in un futuro migliore per le nuove generazioni”. Con queste parole il prefetto Fernando Guida ha concluso il saluto di commiato alla città di Enna e a tutta la comunità provinciale nel salone del Palazzo del Governo, nel primissimo pomeriggio di oggi, 4 gennaio 2016.

“In procinto di lasciare Enna perché nominato dal Governo della Repubblica ad assumere la responsabilità della Prefettura di Isernia – ha detto all’inizio del suo discorso – desidero esprimere il mio più affettuoso ringraziamento alla Comunità ennese e alle istituzioni con le quali ho potuto stabilire un dialogo costante e costruttivo nell’interesse comune”. “In questi due anni trascorsi così intensamente – ha proseguito – ho dedicato ogni mio sforzo all’accrescimento della cultura della legalità, obiettivo imprescindibile per l’orientamento dell’azione della Pubblica Amministrazione, ed al rafforzamento della coesione sociale, anch’esso obiettivo ineludibile in una fase di particolare difficoltà per il Paese. Il mio grazie sentito va anzitutto alle forze di polizia che ho avuto l’onore di coordinare; le sinergie che si sono create fra di esse, anche mediante l’opera esperta e competente del Questore Ferdinando Guarino, hanno consentito di raggiungere risultati rilevanti, se si pensa, ad esempio, che la provincia di Enna ha scalato, nell’ultimo triennio, dal 23° al 2° posto nella classifica delle province più sicure d’Italia, con una contrazione media dei reati che supera il 30%”.

“Questi risultati, uniti alla percezione che non esistano più roccaforti di poteri intoccabili in questa provincia, come hanno dimostrato le ultime iniziative della Magistratura e della Prefettura, hanno creato un clima di rinnovata fiducia del cittadino nelle istituzioni che ha indotto a rivolgersi sempre più frequentemente ad esse, anche per denunciare tentativi di estorsione”. “Ciò è testimoniato, ad esempio, dalle importanti operazioni di polizia condotte a termine negli ultimi due anni proprio a seguito di denunce presentate da imprenditori di Leonforte e di Nicosia, che dimostrano come il muro di paura e di omertà si sia progressivamente sgretolando”. 160104 saluto prefetto Guida (2)“Ulteriore sintomo di questa tendenza in atto è dato anche dall’avvenuta costituzione, negli ultimi due anni, di ben quattro Associazioni antirachet, dato particolarmente significativo, se si pensa che nei quindici anni precedenti ne sono state costituite solo due. Nello stesso senso può citarsi l’avvenuto ripristino della legalità dell’Azienda speciale silvo-pastorale di Troina ove, a seguito degli accertamenti svolti dalla Commissione d’indagine nominata dal Prefetto di Enna, l’Azienda ha provveduto a recedere da tutti i contratti di affitto di oltre 4.000 ettari di terreni i cui beneficiari, individuati senza alcuna gara, sono stati oggetto di provvedimento interdittivo antimafia della Prefettura, in quanto appartenenti o collegati a ‘famiglie’ della c.d. mafia dei Nebrodi”.

“Questa nuova percezione di sicurezza e di legalità – ha sottolineato – spero produca presto benefici effetti sullo sviluppo economico di questa provincia, perché è noto che la sicurezza attrae l’insediamento di nuove imprese sul territorio ponendo così le premesse per nuove occasioni di lavoro e la creazione di nuova ricchezza. Per battere il cancro della criminalità organizzata e quello della corruzione bisogna tuttavia fare ancora di più, affermare, come ha detto il Presidente della Repubblica, la cultura della Costituzione, cioè del rispetto delle regole, sempre e dovunque, a partire del nostro agire quotidiano. Mafia, illegalità e corruzione non sono sempre la stessa cosa, ma si alimentano a vicenda; è per questo che dobbiamo combatterle con la stessa determinazione, perché la presenza di organizzazioni criminali è favorita dall’area grigia dell’illegalità, dalla convinzione che si possa fare a meno di un rigoroso e costante rispetto delle regole”.

“Gli ennesi – ha affermato – hanno dimostrato di avere recepito in modo forte e chiaro questo messaggio organizzando, nello scorso mese di maggio, una settimana di legalità che ha visto coinvolte tutte le scuole e tutte le associazioni. Essendomi recato di persona in molti istituti scolastici, posso testimoniare con orgoglio l’interesse e l’entusiasmo con il quale i giovani hanno partecipato attivamente a questa manifestazione. E ciò non può non riempirci di speranza perché la battaglia per la legalità va combattuta anzitutto nelle scuole, secondo una celebre frase del giudice Antonino Caponnetto, il quale amava dire che ‘La mafia teme più la Scuola che la Giustizia’.
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E’ infatti un impegno, quello di rendere il Paese libero dall’oppressione della criminalità e della corruzione, che non appartiene solo ai Prefetti, alla Magistratura, alle forze dell’Ordine e alle Istituzioni, ma a tutta la società civile”. “Ed è proprio ad essa, alla società civile di Enna che va un ringraziamento particolare, intesa sia come singoli cittadini che come forme associative e di volontariato, come club service, fino ad arrivare al fenomeno delle Confraternite, che è peculiare di questa realtà”.

“Fin dall’inizio ho percepito fortemente la cordialità e l’accoglienza della gente di Enna e l’ho coinvolta in molte iniziative della Prefettura, cui ha assicurato un importante apporto propositivo e attuativo. E’ dal loro ascolto che ho compreso l’importanza che la società di Enna annette a determinate iniziative, attivandomi, ad esempio, per restituire ai vecchi fasti il Castello di Lombardia, grazie alla preziosa sinergia con il sindaco Maurizio Dipietro e il soprintendente Salvatore Gueli, nonché per restaurare, grazie al finanziamento ottenuto dal Ministero dell’Interno, alcune chiese storiche, tra le quali mi piace ricordare, per il suo pregio artistico, quella di San Michele”.

A cura di Salvatore Presti