Enna. Sfratto coatto: il Lincoln è casa nostra!

liceo linguistico abramo lincoln ennaTante volte abbiamo sentito dire ‘’La storia siamo noi’’, ma noi siamo tante cose. Lo Stato siamo noi. E siamo anche la scuola. La scuola siamo noi. E la scuola è casa nostra. Ci abitiamo per anni, chi più chi meno; viviamo ogni momento che ci forma scolasticamente al suo interno e molti degli insegnamenti civici li apprendiamo in quattro mura con un titolo e un nome infissi sopra. Il liceo lo si vive così. Come un’estensione di famiglia, di casa. In quei locali ci ambientiamo e viviamo mille emozioni, mille ricordi. Diventa il luogo più naturale dove stare. Ma che succede quando questo luogo, questa casa, viene staccata dalla mani di ognuno di noi? Ci si sente nostalgici all’inizio, poi malinconici, poi si diventa tristi. Non si ha più la voglia di studiare e di fare buona scuola perché si strappa al nostro ‘’possesso’’ casa nostra. Si toglie un pezzo di cuore dai nostri animi. Ed è quasi, se non del tutto, impossibile arrendersi e accettare inermi le decisioni calate dall’alto. Ragioni che possono essere giuste e giustificate diventano vane quando le si scoprono a due giorni dall’inizio di un nuovo quadrimestre. Soprattutto se per scoprirle si deve ricorrere a canali ufficiosi senza certezze, sperando sempre che non siano bufale e menzogne. Per poi vedere A DUE GIORNI DA UN NUOVO INIZIO che tutto ciò che sei stato abituato a vedere statico in un aula si sposta in camion verso luoghi che non gli appartengono, che NON CI APPARTENGONO. Normalmente non lasceremmo mai senza una casa centinaia di persone, ma qui la normalità è svanita. In una repubblica indipendente formata da presidi e segreterie, le centinaia di persone sono costrette ad andare in un luogo che è tutto, meno che casa loro. E’ la casa di qualcun altro, ma non la nostra. E’ la rassegnazione è la cosa che meno vorremmo e dovremmo accettare. Si è fatto tanto per casa nostra e la rassegnazione NON POSSIAMO ACCETTARLA. Gli alunni del Linguistico non possono, non devono e non vogliono abbandonare casa loro. Un nome non basta a fare di due realtà diverse un’unica cosa. La repubblica indipendente di cui sopra, ci ha chiesto fin troppo, ma ‘’il Lincoln è casa nostra’’ e non riusciremo ad abbandonarlo così facilmente. Il Lincoln è casa nostra! Non si strappa la casa alle persone. Non così. Il Lincoln è casa nostra!
Anche se strapperanno un pezzo del nostro cuore, l’indipendente repubblica non ci strapperà la voglia di andare avanti costruttivamente, la voglia di far nascere nuove idee. E “le idee non nascono per essere pensate, ma per essere vissute”, quindi che si prepari la milizia presidenziale. Noi ripartiremo. Voi ci state togliendo una casa, e noi non avremo risentimento nei vostri confronti, ma staremo bene, proveremo a fare tutto ciò che può renderci felici, anche se non a casa. Così per dispetto.
Che tutti però leggendo questo articolo tengano bene impresso in mente che, anche se non vi siamo più fisicamente, il Lincoln è casa nostra!

Claudio Longhitano