Enna. L’abbattimento della chiesa Kamut e il potere della rete – M5S presenta interrogazione

Chiesa Kamuth«Nessuno ha demolito nulla», «Un lavoro assolutamente da fare», ha dichiarato l’ing. Puleo, capo dell’Ufficio Tecnico di Enna, a chi accusa l’amministrazione di avere demolito un edificio storico.

Tuttavia, grazie alla diffusione della notizia in rete e il conseguente tam tam che si è scatenato, la situazione sembrerebbe diversa e comunque, a seguito dell’esposto di Legambiente, sarà l’indagine aperta dalla magistratura a confermare le eventuali responsabilità dell’Ufficio Tecnico Comunale.

Il gruppo consiliare del M5S di Enna il 23 dicembre ha, invece, presentato un’interrogazione all’amministrazione comunale, come spiegano i due consiglieri Marilina Frattalemi e Davide Solfato, per conoscere quale sia la posizione dell’Amministrazione comunale in merito ai fatti in questione, per capire se la locale Soprintendenza ai Beni culturali sia stata preventivamente informata in merito a tale intervento, della sua natura e del tipo di mezzo che sarebbe stato utilizzato per effettuarlo; per sapere chi tra i funzionari dell’Ufficio tecnico sia stato incaricato di seguire i lavori sul campo e quali indicazioni abbia fornito all’operatore del mezzo meccanico.
Si chiede, infine, di sapere quali azioni intenda intraprendere l’Amministrazione comunale per rimediare al danno compiuto e se non ritenga utile, in accordo con la Soprintendenza ai Beni culturali di Enna, procedere alla redazione di un progetto di recupero architettonico e strutturale dell’edificio danneggiato, importante testimonianza della nostra storia.

La potenza della rete!

La notizia diffusa in rete, infatti, ha consentito ad esperti e conoscitori del sito e delle sue precedenti condizioni di correre a verificare lo stato dei luoghi. Tra questi gli attivisti del M5S di Enna, Gaetano Marchiafava – presidente dell’associazione Sicilia Antica – e l’archeologo Fabrizio Trentacoste che ha riportato sempre in rete l’esito del sopralluogo:
“… i resti della vecchia chiesetta di Kamuth, dedicata a Maria Vergine, uno dei luoghi storici più evocativi di Enna, pesantemente danneggiati giacevano, in gran parte, per terra. Evidentemente, non si trattava del tempo, dell’incuria dell’uomo o della vegetazione che, da anni, avvolgeva quel piccolo edificio. I segni del grosso mezzo meccanico che ha inciso in profondità i cantonali in roccia della chiesetta, nel vano tentativo di scalzarli, raccontavano un’altra storia […] Un muro, un tempo caratterizzato dalla presenza di due pilastri merlati, che costeggiava il sentiero che conduce alla chiesa è stato del tutto spianato. Fortunatamente, la torre che si trova di fronte la chiesa non è stata toccata. Con ogni probabilità, questo grave danno è stato causato nell’ambito dei lavori, disposti dal Comune, di messa in sicurezza della strada provinciale n. 2, dopo il crollo che ha interessato viale Paolo e Caterina Savoca.”

Riusciranno i nostri amministratori a comprendere quale potente strumento ha oggi a disposizione il cittadino?
Uno strumento che consente una visibilità addirittura globale, contestualità e condivisione. Uno strumento ancora più pericoloso per le vecchie generazioni politiche, poco abituate a condividere e giustificare le proprie scelte e a dover rendere conto delle decisioni che si ripercuotono sulla città (di quella stessa città che si vuole candidare a Capitale della Cultura!), ma che oggi devono fare i conti non solo con questi moderni “mezzi di informazione” ma anche con la sfiducia del cittadino di oggi nei confronti dei suoi governanti.
Un cittadino che, finora, non ha quasi mai messo lingua sull’operato spesso disastroso delle amministrazioni a tutti i livelli, non soltanto locale, quasi a dimostrare una fiducia incondizionata nei confronti delle persone chiamate a gestire e regolare la vita della comunità cui appartiene. Ma che oggi riconosce che queste scelte sbagliate stanno ripercuotendosi pesantemente sulla propria economia domestica, sulla vivibilità della propria città, sulla salubrità dell’ambiente in cui vive, sulla salvaguardia del patrimonio artistico-culturale del proprio territorio e tanto altro, ed utilizza sempre più questi strumenti di denuncia.

Ma forse la domanda corretta è: riuscirà Enna ad avere un’amministrazione consapevole della ricchezza del suo territorio e che la sappia valorizzare, indirizzando ed educando il suo apparato amministrativo in questa direzione?