Polo sanitario Kore realizzabile d’intesa con Caltanissetta

«Polo sanitario Kore realizzabile d’ intesa con Caltanissetta»
di Enrico De Cristofero
per il quotidiano La Sicilia

kore cataldo_salernoÈ possibile una sinergia accademica tra Enna e Caltanissetta? Il progetto è nel cassetto da anni e purtroppo per varie vicissitudini politiche, istituzionali e sociali non è stato mai messo in atto finora. Eppure la Libera Università Kore, e in particolare il suo presidente Cataldo Salerno, non demorde e rilancia adesso l’ opportunità di una collaborazione con Caltanissetta, soprattutto adesso che il futuro del Consorzio universitario nisseno è a rischio se non si troveranno altri fondi, dopo che alcune settimane fa il commissario del Libero Consorzio di Comuni (ex Provincia regionale) ha annunciato che l’ ente non potrà assicurare il contributo di 413mila euro finora concesso. A tal proposito il nostro quotidiano «La Sicilia» ha avviato un dibattito sulla possibilità di raggiungere un’ intesa tra Kore e Consorzio nisseno, assecondando così la vocazione univoca delle due realtà universitarie così vicine, e sancita peraltro dallo stesso statuto dell’ ateneo ennese dove appunto è indicato come «Università della Sicilia Centrale».
Il Consorzio nisseno da pochi giorni sta tentando di rivedere e rimodulare proprio il suo statuto verificando, soprattutto, quali e quanti soci potrebbero farne parte. Sull’ argomento c’ è stato un vertice a Caltanissetta tra il presidente del Consorzio Emilio Giammusso (delegato dell’ ex Provincia regionale) e i rappresentanti degli altri soci: il direttore del Cefpas Angelo Lomaglio, il sindacalista Emanuele Gallo (per conto della Camera di Commercio), Carmelo Iacono e Claudio Torrisi (per conto dell’ Azienda sanitaria provinciale), il sindaco Giovanni Ruvolo per conto del Comune capoluogo. Un confronto per comprendere qual’ è l’ organizzazione attuale e per analizzare gli statuti già esistenti negli altri due Consorzi dell’ isola che come Caltanissetta hanno come riferimento l’ Università di Palermo, e cioè quelli di Agrigento e di Trapani.
In questo contesto si è valutato anche il “peso” degli enti -soci – soprattutto di quelli che hanno fatto parte sin dal primo momento – nelle scelte future del Consorzio universitario nisseno. Sinora hanno avuto la stessa valenza tutti gli enti, senza tener conto delle effettive quote versate annualmente: in tal modo ad esempio sia la Camera di Commercio (che ha versato una quota pari a 25 mila euro) e l’ ex Provincia regionale (che ha contribuito per 413 mila euro) hanno avuto pari peso in seno al direttivo e all’ Assemblea del Consorzio. Ma si potrà continuare così anche in futuro, quando – come tutti sperano verranno ammessi altri soci sia del settore pubblico e principalmente di quello privato?
La premessa fino a qui era dovuta perché adesso diventa quanto mai attuale la proposta di Cataldo Salerno al Consorzio universitario di Caltanissetta, ovvero di portare a compimento la collaborazione che aleggia sui due Comuni da almeno vent’ anni. Proprio Salerno attraverso «La Sicilia» spiega perché sarebbe auspicabile un evento del genere: intanto perché «da nord a sud d’ Italia, i poli universitari decentrati subiscono ogni anno riduzioni di risorse, di corsi attivi, di studenti. Le uniche eccezioni positive si rinvengono nei casi di atenei multicampus, il cui massimo esempio è quello di Bologna con quattro poli decentrati (Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini) dotati ciascuno di una specifica caratterizzazione accademica e di amplissima autonomia organizzativa e gestionale».
Il presidente della Kore incalza: «La riduzione dei poli decentrati è anche dovuta alle nuove norme sull’ accreditamento obbligatorio dei corsi di studio, che prevedono requisiti più stringenti rispetto al passato, pianificazioni strategiche ed assicurazione della qualità. Nel caso dei poli decentrati, la normativa sull’ accreditamento obbliga a disporre dei requisiti di docenza per l’ intera durata legale dei corsi, escludendo che tali requisiti possano essere conseguiti gradualmente, e richiede pertanto l’ assicurazione delle risorse necessarie per periodi pluriennali e non più di anno in anno. Inoltre il destino di tutti i poli decentrati tradizionali è quello di deperire o addirittura perire lentamente, a causa del circolo vizioso rappresentato dalla sequenza: incertezze di sopravvivenza, ridotta progettualità, dispersione reputazionale, calo di attrattività, incertezze di sopravvivenza».
E i nodi vengono così al pettine: «Nel polo universitario di Caltanissetta – dice Salerno – come in tutti i poli siciliani, i problemi sono ulteriormente accentuati dalle debolezze del contesto regionale, sia politico -amministrativo che economico e accademico. Tuttavia Caltanissetta ha un vantaggio su tutti gli altri poli decentrati. Si tratta della presenza di una università in un comune confinante, la Kore di Enna. Ai fini giuridici, le attuale norme universitarie consentono ad un ateneo di attivare proprie iniziative in uno dei comuni confinanti, senza dovere seguire le previsioni relative ai decentramenti: cioè senza che quelle iniziative siano considerate decentramenti ma vere e proprie sedi di un unico ateneo distribuito. Quello che dunque sembrava un handicap per lo sviluppo universitario di Caltanissetta (la estrema vicinanza di un ateneo già costituito) è invece oggi una grande opportunità sia sul piano formale che sostanziale. Nessun altro polo decentrato in Sicilia presenta questa opportunità. Pertanto, se l’ Università di Bologna ha potuto realizzare una realtà universitaria multicampus addirittura tra due diverse regioni tradizionalmente distinte sul piano culturale (l’ Emilia, dove sta Bologna, e la Romagna, dove stanno tutte le altre quattro sedi), non si vede come un modello analogo non possa realizzarsi tra due province di limitate dimensioni le quali, per di più, presentano condizioni di coesione territoriale, culturale, sociale, amministrativo che non si rinvengono in altri contesti siciliani».
Il polo universitario di Caltanissetta ha inoltre la possibilità di distinguersi per una specifica offerta formativa in un ambito accademico non presente a Enna ma già in parte esistente a Caltanissetta da molti anni: quello delle scienze mediche e biologiche: «Caltanissetta quindi – prosegue Cataldo Salerno – non ha nulla da temere da una alleanza con la Kore, purché sia sancito che il polo sanitario della Kore rimanga a Caltanissetta e a Caltanissetta si sviluppi e si completi. Il progetto dunque di realizzare il polo sanitario della Kore a Caltanissetta, con il relativo policlinico in prospettiva, rappresenta l’ unico credibile nel medio lungo periodo. Nel breve periodo, questo stesso progetto può essere impostato attraverso un inter -ateneo Palermo -Enna che consenta di guadagnare immediatamente l’ accreditamento e quindi l’ autonomia del corso di laurea in Medicina (attualmente soltanto un “canale” di Palermo) e di consolidare il polo nisseno arricchendolo di ulteriori corsi di laurea e transitandolo gradualmente da Palermo alla Kore e, in definitiva, all’ autogestione secondo il già ricordato modello di Bologna».
Comunque le possibilità concrete che a Caltanissetta si sviluppi un polo biomedico avanzato sono legate ovviamente sia all’ offerta didattica che alle infrastrutture di ricerca. Proprio su queste ultime sono state avanzate recentemente interessanti proposte progettuali volte anche a recuperare una parte significativa del patrimonio edilizio industriale della città e che, se implementate con le necessarie risorse finanziarie, possono rappresentare il fattore che completa la visione strategica che è essenziale avere in questo campo.
Secondo il presidente della Kore «l’ obiettivo cui tendere è dunque quello di una università distribuita sul territorio, nella quale non ci siano decentramenti ma poli adeguatamente tipicizzati (che abbiano cioè una specifica vocazione sia nell’ offerta formativa che nella ricerca scientifica) e autogestiti (che siano cioè stati di risorse e responsabilità proprie), i quali insieme perseguano un comune piano strategico di sviluppo».
«Su questo obiettivo Enna e Caltanissetta – conclude – possono incontrarsi perché condividono un’ unica storia sociale dell’ ultimo millennio, un territorio omogeneo e soprattutto il comune interesse a stringere sinergie per mantenere viva la Sicilia centrale che a queste due città guarda per costruire un futuro di opportunità che sia comparabile almeno a quello delle grandi conurbazioni siciliane costiere».
Dunque, potrebbe essere il momento più adatto per concludere finalmente questo percorso che è sempre stato troncato sul nascere. Ricordiamo che di un’ intesa Enna -Caltanissetta si è parlato fin dall’ inizio dell’ istituzione del Consorzio universitario di Caltanissetta, quindi diverso tempo prima che nascesse il quarto ateneo siciliano. Ma nessuno, soprattutto a Caltanissetta, ha mai voluto dare seguito alle parole con fatti concreti pensando forse di salvaguardare un’ identità territoriale ed evitando così una commistione con i «tollerati» vicini ennesi. Schermaglie inutili visto il risultato attuale dove i risultati parlano da soli: oggi Caltanissetta ha un bacino di circa 1.000 studenti, Enna invece ha raggiunto 11mila iscritti. Sarebbe un ulteriore peccato mandare in fumo l’ alleanza auspicata che – è bene sottolinearlo – porterebbe giovamento e vantaggi a entrambi i territori.