Voto di laurea più alto al figlio della Saguto, prof indagati a Enna

Abuso d’ufficio per i membri della commissione di Scienze economiche e giuridiche che alla Kore valutarono Emanuele Caramma
di ALESSANDRA ZINITI per Repubblica.it Palermo

silvana sagutoUna avrebbe ricevuto il giorno dopo un bonifico di duemila euro da un’amministrazione giudiziaria con cui collaborava, un altro invece qualche tempo dopo avrebbe ricevuto un incarico per la gestione di un bene confiscato. Strane “coincidenze” se si considera che i beneficiari sono due dei componenti della commissione di laurea che il 22 luglio dell’anno scorso “premiò” con ben otto voti (il massimo) la tesi di Emanuele Caramma, uno dei figli dell’ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo finita sotto inchiesta e sospesa dallo stipendio e dalle funzioni dal Csm.

Ora, nell’indagine che la Procura di Caltanissetta sta portando avanti in gran segreto, sono finiti anche i membri di quella commissione di laurea della facoltà di Scienze economiche e giuridiche dell’Università Kore di Enna presieduta da Roberto Di Maria. Il reato ipotizzato dai pm coordinati dal procuratore aggiunto Lia Sava è quello di abuso d’ufficio. I pm vogliono verificare se il figlio della Saguto, che discusse con più di una esitazione una tesi che gli era stata scritta dal professore Carmelo Provenzano, esponente di punta del “cerchio magico” del magistrato, si sia laureato con un punteggio sovradimensionato rispetto al previsto proprio grazie a quegli otto punti che gli vennero assegnati dalla commissione di laurea nonostante, in un primo momento, qualcuno dei componenti non avesse mostrato questa intenzione.

“Beni sottoposti ad amministrazione giudiziaria: bilanciamento tra tutela del mercato e garanzia della legalità», il titolo della tesi che — come si evince da diverse intercettazioni telefoniche e ambientali — sarebbe stata elaborata di sana pianta dal professore Provenzano tanto che il giovane Emanuele Caramma avrebbe mostrato difficoltà persino nell’esposizione del titolo del lavoro. E d’altronde la stessa Saguto, intercettata, parlando con il marito della laurea del figlio, diceva: «Emanuele è disperato perché sa che questa laurea è una farsa. Gli altri sgobbano per prenderla e lui invece non ha faticato”. E sono proprio altre conversazioni che lasciano ipotizzare agli inquirenti che in quella laurea del figlio della Saguto, oltre allo zampino del fido Carmelo Provenzano, possa esserci la “collaborazione” di più di un componente la commissione. Dalle intercettazioni effettuate dalla Guardia di finanza, gli inquirenti rilevano un interessamento di Carmelo Provenzano all’immediata liquidazione ad una commissaria di quel compenso di 2000 euro dovuto ma fino a quel momento non pagato da un’amministrazione
giudiziaria di cui la docente era coadiutrice.

Ed è la stessa prof a rivelare a Provenzano l’atteggiamento di “resistenza” di uno dei prof. Caramma junior al telefono commenta: “Forse a lui non diamo niente”. Un incarico invece poi sarebbe arrivato. Sulla laurea di Emanuele Caramma, anche la Kore di Enna ha avviato un’indagine interna per verificarne la legittimità ma anche la correttezza dell’operato dei suoi docenti.