Ostaggi italiani in Libia, trepidazione per Filippo Calcagno di Piazza Armerina

Calcagno filippoPiazza Armerina – “Seguiamo con trepidazione le notizie che arrivano dalla Libia ma non abbiamo nulla di ufficiale sulle sorti del nostro concittadino” – Lo dice Filippo Miroddi, sindaco di Piazza Armerina, dove è nato e risiede la famiglia del tecnico della Bonattti, Filippo Calcagno, 65 anni rapito lo scorso luglio in Libia assieme ad altri tre colleghi due dei quali sarebbero stati uccisi, usati come scudi umani dai jihadist dell’Isis. La famiglia del tecnico sposato e padre di due figlie, già nonno, non è stata contattata dalla Farnesina. “ Ci auguriamo che questa vicenda finisca nel migliore dei modi e che Filippo faccia ritorno presto a casa. Tutta la comunità armerina lo aspetta – conclude il sindaco che mantiene il riserbo raccomandatogli dalla Farnesina sul caso. Calcagno, prima con l’Eni poi con la Bonatti, è un tecnico esperto e da sempre ha lavorato all’estero.


Il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta
comunica in una nota di avere delegato il sindaco di Carlentini a portare la
sua personale solidarietà ai familiari di Salvatore Failla, uno dei due ostaggi
che potrebbero essere stati uccisi dall’Isis in Libia, originario proprio del
comune del siracusano. Nell’esprimere il proprio sdegno per la possibile
uccisione dei due ostaggi italiani, il presidente della Regione ha affermato
che “ciò che sta avvenendo in Libia è un orrore intollerabile dalla comunità
internazionale. La violenza dell’Isis in questo caso si abbatte contro un
popolo, italiano e siciliano, che si caratterizza per le politiche di pace e di
accoglienza. Esprimo la mia preoccupazione – continua il presidente – per ciò
che avviene ormai da anni in Libia, per la minaccia sempre crescente nei
confronti della sicurezza dei cittadini del Maghreb, della Sicilia e
dell’intera Europa. Occorre fermare l’Isis il prima possibile, non si può
permettere che minoranze fanatiche possano macchiarsi di delitti orribili, di
violenza su cittadini inermi, di esecuzioni capitali efferate, in nome di un
Dio che non ama sicuramente la violenza ma vuole che gli uomini vivano in pace.
E’ ora di dire basta e quel basta deve significare quelle decisioni adeguate
che la situazione richiede. Sono vicino ai familiari di Fausto Piano e
Salvatore Failla che – conclude Crocetta – spero e prego Dio che non siano
stati veramente uccisi”.