Sicilia, “piromani” e mafiosi assunti come forestali anche ad Enna

sciopero forestaliSu 25mila forestali 3.500 risultano indagati a vario titolo per reati vari. Tra loro, 600 quelli condannati per reati contro la persona, alcuni condannati per incendio doloso e 17 sui quali pende l’accusa di reati di mafia. Sul Giornale di Sicilia i numeri vengono ridimensionati: si spiega che l’indagine riguarda sì 25mila forestali ma, di questi, sarebbero “solo” 56 quelli con condanne tali da essere rimossi immediatamente. Per gli altri le sentenze non sarebbero definitive o comunque farebbero riferimento a “reati minori”.
Tra questi 56 forestali in procinto di essere espulsi dal corpo, dicevamo che sono appunto 17 quelli con una condanna per reati di mafia legati al 416 bis (associazione di stampo mafioso): uno è a Caltanissetta, 5 a Enna, 9 a Palermo e 2 a Trapani.
Sui restanti 39, invece, pendeva l’interdizione perpetua dai pubblici uffici (3 ad Agrigento, 11 a Caltanissetta, 5 a Enna, 7 a Messina e 7 a Palermo, 3 a Siracusa e 3 a Trapani).
Secondo una sentenza della Cassazione, il rapporto di lavoro tra la Regione Sicilia e i forestali è pubblico per cui in caso di interdizione il contratto non può essere rinnovato. Pare però che l’amministrazione non ne fosse del tutto convinta e ha dovuto chiedere lumi all’Avvocatura.
Dopodiché Crocetta si è espresso: “Annuncio che abbiamo comunicato agli uffici provinciali di Caltanissetta, Catania, Enna, Palermo, Agrigento, Messina, Siracusa e Trapani un primo provvedimento che prevede l’esclusione dagli elenchi delle persone avviabili al lavoro di 42 soggetti per reati gravi e di altri 24 con l’aggravante del 416 bis. Si tratta di un primo stralcio di 56 dipendenti”.
Per Crocetta si tratta di “un provvedimento esemplare che comincia a tracciare un solco tra le logiche della Pubblica amministrazione e interessi privati. Come può far parte di questi elenchi chi è interdetto dai pubblici uffici. I tempi del pietismo buonista è finito – ha aggiunto – Per avere questi elenchi ho impiegato un anno e mezzo e per tracciare questo provvedimento ci sono voluti due mesi. Ho cominciato però a dare tempi precisi alla pubblica amministrazione. Mi sono assunto direttamente la responsabilità politica e decisionale dei provvedimenti. Lo faccio a garanzia dei dirigenti. Li autorizzo a escludere queste 56 persone dagli elenchi, perché facciamo un’azione culturale importante. Sono 56 di fronte a centinaia di casi ma è un segnale. Non ci sono mamma santissima incrollabili, ma chiunque è sottoposto alla legge. Si tratta di una decisione grave che farà arrabbiare qualcuno. Ma non abbiamo scelta. Serve una bonifica storica. Quando scade il mio mandato voglio avere l’orgoglio di aver bonificato la regione da una serie di soggetti e questa verifica non guarderà in faccia nessuno, dovrà arrivare a ogni livello”.