Calcio a 5. Rahl Butahi: pessimo arbitraggio

logo calcio a 5“Senza voler trovare alibi né giustificazioni alla sconfitta, nel rispetto dei giovani ragazzi che mi pregio di rappresentare e della loro enorme delusione, mi sento di dover esternare tutta la mia amarezza per la condotta arbitrale di martedì scorso“. E’ una parte della dichiarazione del dirigente del Rahl Butahi Sebastiano Rapisardi all’indomani della semifinale di calcio a cinque categoria “giovanissimi” giocata martedì scorso a Barrafranca contro la locale squadra. Partita finita col punteggio di quattro a tre per i padroni di casa ma influenzata dalle troppe errate decisioni del giovane ed inesperto arbitro che hanno pesantemente danneggiato i regalbutesi. “Purtroppo, soprattutto a livello giovanile – continua Rapisardi – è consuetudine essere arbitrati da ragazzi alle loro prime esperienze che, mi dispiace sottolinearlo, non conoscono le più basilari regole del calcio a 5 e che con la loro condotta influenzano negativamente le partite. Posso capire che ciò avvenga durante le partite di campionato ma non posso accettare che ciò succeda durante una partita che consente l’accesso alla finale provinciale di categoria. Sono indignato per il menefreghismo del designatore e della delegazione provinciale che dimostrano ancora una volta di non avere rispetto per i ragazzi e per le società che essi rappresentano. Non mi consolano affatto le scuse offerte dal direttore di gara ai miei ragazzi subito dopo la fine della partita. Sapere che ha voluto radunare la squadra nel suo spogliatoio per chiedere scusa ed affermare di non conoscere le regole mi fa anzi essere ancora più indignato e deluso al punto di valutare seriamente se continuare l’attività giovanile nei prossimi anni. Sono invece orgoglioso dei ragazzi – conclude il dirigente del Rahl Butahi – che seppur delusi e con le lacrime agli occhi non hanno ceduto ad alcuna opera di isterismo accettando il risultato del campo con educazione e maturità. So per certo che queste mie parole rispecchiano il pensiero di tanti altri dirigenti ed allenatori, stanchi di dover giustificare e nascondere ai propri ragazzi gli stolti comportamenti degli adulti, e mi auguro pertanto che possano spronare chi ha il dovere di organizzare e gestire i campionati”.

Agostino Vitale