Camere Commercio: Mangiacavallo (M5S) incontra delegazione dipendenti in agitazione

enna protesta camera commercio2Quali sono le intenzioni del governo sulla sorte delle Camere di Commercio? Per fare luce su tale dilemma, una delegazione di dipendenti della Camera di Commercio di Enna, in stato di agitazione, lo scorso 18 marzo ha incontrato il portavoce all’Ars del M5S Matteo Mangiacavallo.
Il Deputato, nell’ambito dei lavori della commissione Attività Produttive di cui faceva parte, si è occupato di un Disegno di Legge che avrebbe dovuto riorganizzare gli enti camerali e risolvere il problema tutto siciliano del sistema pensionistico dei dipendenti degli stessi enti.
Il personale delle Camere di Commercio siciliane, infatti, pur essendo equiparato al personale regionale e pur autofinanziandosi con il diritto annuo e con i diritti di segreteria – in Sicilia non rientra nel sistema pensionistico regionale: a far fronte alle pensioni cioè non è il Fondo regionale esistente per i dipendenti regionali siciliani, ma il Fondo di quiescenza del personale camerale, che trova le sue fonti di finanziamento negli stessi introiti di cui si è detto.
Il disegno di legge accennato, avrebbe risolto il problema grazie ad un emendamento che proponeva di costituire una sezione del fondo regionale nella quale far confluire tutti i beni appartenenti alle Camere di Commercio siciliane (tra cui emergono le partecipate aeroportuali), allo scopo di assicurare il pagamento delle pensioni e di evitare che lo stato aggredisse il patrimonio camerale. Questo emendamento, tuttavia, nonostante il parere favorevole dalla Commissione all’ARS, non è passato in aula e pertanto i Cinque stelle hanno ritirato la firma da quel disegno che, di conseguenza, è decaduto.
Questa è la più importante manifestazione dell’intenzione di non voler farsi carico del problema non solo da parte del Governo siciliano ma anche dello stesso Governo nazionale – fanno notare i dipendenti ennesi – poiché vista la specificità della situazione degli enti camerali dell’isola, quest’ultimo potrebbe effettuare uno stralcio relativamente alla disposizione del D.L. n. 90/2014 che prevede la decurtazione del diritto annuale a carico delle imprese del cinquanta per cento. Una manovra che sembrerebbe voler svuotare le camere di commercio, non consentendo alle stesseMangiacavallo cdc la possibilità di garantire la continuità delle funzioni istituzionali ordinarie, rendendole degli apparati inutili, ma se così fosse perché non eliminarle del tutto?

La situazione attuale fa sì che i dipendenti camerali siciliani rimangono in una situazione di incertezza per il proprio futuro pensionistico e le stesse Camere di commercio, conseguentemente al dimezzamento dell’importo del diritto annuale, già con il prossimo esercizio si troveranno nella impossibilità di garantire i propri impegni verso di loro, sia per l’attuale situazione debitoria che per quella che progressivamente si andrà a creare.
A questo riguardo un aiuto sebbene temporaneo potrebbe venire anche da Unioncamere poiché gestisce un Fondo perequativo al quale si potrebbe attingere per un contributo che consentirebbe il pagamento degli emolumenti ai dipendenti in servizio per qualche altro mese. Pur rimanendo il problema di fondo che è quello della precarietà del sistema camerale derivante non solo dalle decisioni già assunte dal governo centrale riguardo alle fonti di finanziamento delle camere di commercio ma anche da quelle preannunciate per la loro riforma (accorpamento, partecipazioni, patrimoni, ecc.), al quale si aggiungono le perduranti difficoltà della Regione siciliana.