Valguarnera: convegno sull’agricoltura biologica

Valguarnera. “Grani antichi di Sicilia- identità e sviluppo”. E’ stato questo il tema che imprenditori agricoli, studiosi e professionisti del settore, hanno discusso in un tavolo tecnico a Valguarnera. Presenti oltre ad un numeroso pubblico, personalità dell’agricoltura siciliana come Paolo Guarnaccia docente di Agraria presso l’Università di Catania e presidente dell’Aiab Sicilia, Giuseppe Li Rosi presidente dell’associazione “Simenza”, i nisseni Pasquale Tornatore di Slow Food e Antonio Bufalino dell’Esa, Alfonso Accorso giovane imprenditore agricolo di Valguarnera, Massimo Palumbo e Fabiola Sciacca del Crea di Acireale.
Valguarnera convegno agricoltura
Ha introdotto i lavori Giuseppe Accascina presidente della locale Pro Loco, moderatore Dario D’Angelo dell’Esa Valguarnera. Gli oratori hanno parlato di agricoltura biologica e di come valorizzare un patrimonio di inestimabile valore: grani antichi e prodotti derivati, come farina, pane e pasta. Ma anche su come attuare un sistema regionale di tutela della biodiversità siciliana, coinvolgendo i piccoli agricoltori in filiere a corto raggio. Paolo Guarnaccia: “Nell’epoca della globalizzazione- ha detto- stiamo perdendo la cultura della tradizione, è fondamentale recuperarla. In Sicilia siamo i primi in produzione di cibi biologici, ma per la nostra mentalità, siamo gli ultimi a consumarli. Le strategie portate avanti dal nostro territorio si sono rivelate fallimentari considerato che non si riesce ad essere competitivi sul piano del prezzo e della quantità. Abbiamo perso buona parte della ricchezza in termini di biodiversità.” Ha anche evidenziato come gli strumenti finanziari del PSR , rischiano di lasciare fuori i piccoli agricoltori, i reali custodi della biodiversità. Giuseppe Li Rosi presidente dell’associazione “Simenza” ha esaltato la capacità, maturata nei secoli, dai Grani Antichi, di adattarsi al nostro territorio interno. “Dobbiamo salvaguardare –ha detto- la nostra biodiversità, custodire gelosamente i prodotti della nostra terra ed evitare che le risorse genetiche vengano manipolate da mani prive di scrupolo.” Li Rosi ha pure parlato dell’ associazione Simenza (circa 250 soci di tutta la Sicilia) nata per dare sostegno agli agricoltori custodi di biodiversità. Un esempio per tutti quello di Caltanissetta ove su iniziativa di Legambiente Sicilia, si è creato un gruppo di lavoro composto da piccoli produttori di grano, molini a pietra e panificatori della provincia, che hanno dato vita ad una filiera del “Pane rustico dell’Himera”, siglando l’impegno di coltivare solo determinate varietà di grani antichi di Sicilia rigorosamente molinati a pietra. Un “prodotto- hanno sottolineato Pasquale Tornatore e Antonio Bufalino- di assoluta qualità, ottenuto proprio dalla valorizzazione di grani antichi come la Timillia e il Russello.” Applaudito l’ intervenuto di Alfonso Accorso, il giovane imprenditore agricolo locale che ha investito sulla biodiversità. “L’imprenditore agricolo- ha rimarcato- deve essere un soggetto che sappia cogliere il cambiamento e captare i segnali del territorio con il recupero di antiche varietà, come grani e legumi antichi, legati al mondo della biodiversità.” L’incontro è stato infine arricchito dagli esponenti del Crea di Acireale e dell’Istituto di Germoplasma, rappresentati da Massimo Palumbo e Fabiola Sciacca. L’obiettivo –hanno concluso- era portare nel nostro territorio un tema di crescente interesse come quello dei grani antichi e mostrare l’esempio della filiera chiusa di Caltanissetta, come testimonianza di una straordinaria capacità di mettersi insieme.

Rino Caltagirone