Valguarnera: il Comune esce dall’Ente Parco minerario Floristella

precari floristella agitazione 2Valguarnera. Nessuna esitazione, qualche scrupolo sì, ma la maggioranza consiliare targata PD, alla fine di una estenuante serata consiliare, scaccia via le poche perplessità e vota l’uscita dalla partecipata Ente Parco- Floristella che condivideva con Enna- Piazza Armerina ed Aidone. Un costo annuo molto irrisorio per il Comune di appena 15 mila euro. Questo l’esito del voto presenti 12: 8 per il si, maggioranza PD e 4 per il no,opposizione “L’Altra Voce”.
Hanno votato a favore: Enrico Scozzarella presidente del Consiglio, Filippo Roccazzella, Fabio Arena segretario del PD, Roberto Draià, Filippa D’Angelo, Carlotta Castoro, Stefano Bentivegna, Debora Ruta. Contrari: Giuseppe Speranza, Giuseppe Arcuria, Concetta Dragà, Concetta Forte.
Sul provvedimento appena adottato pende però la spada di Damocle, perché potrebbe essere impugnato sia dalla Regione che dall’Ente Parco. E proprio il commissario straordinario dell’Ente Parco Floristella, Daniela Leonelli, venuta a conoscenza della situazione, ha chiesto per martedì prossimo alle 12, un incontro col sindaco Draià per chiedere il ritiro in autotutela della delibera adottata, al fine di evitare un contenzioso su un atto ritenuto illegittimo A nulla sono valsi gli accorati appelli di esponenti della società civile e di personalità politiche per dissuadere l’amministrazione a compiere uno strappo con la storia. Perché di uno strappo si tratta, considerato che Floristella con la sua antica miniera rappresenta un patrimonio storico e culturale di notevole valore nonché un luogo simbolo per i valguarneresi avendoci lavorato per tanti anni centinaia di lavoratori. L’Unesco lo ha catalogato tra i migliori geoparchi del Meridione e sarebbero in itinere dei finanziamenti da parte della Comunità europea. Come a nulla è pure valso prima del voto, l’invito del capogruppo dell’opposizione Giuseppe Speranza, ad una pausa di riflessione e l’attivazione di un tavolo tecnico con tutte le figure istituzionali interessate, regione compresa. “Ci troviamo- ha detto Speranza prima del voto- davanti ad una svolta storica, non sprechiamola, le responsabilità comprese le nostre, vanno assunte e noi siamo pronti.” Ma la maggioranza ha tirato dritto, additando la colpa di tutto alla precedente amministrazione guidata da Sebo Leanza. Il sindaco Francesca Draià, nella sua esposizione ha rimarcato con determinazione di non aver potuto far niente per conservare la partecipata a causa delle direttive imposte dalla Corte dei Conti che nell’ambito del contenimento della spesa pubblica, ha chiesto il piano di razionalizzazione e la rendicontazione dell’attività svolta. “Adempimenti- ha sottolineato- che doveva attuare entro il 31 marzo 2015, la precedente Giunta Leanza, ma che non ha fatto e la dismissione diventa quindi un atto dovuto”. Ma sulla delibera di dismissione, come abbiamo accennato, sarà la Regione a dire l’ultima parola, visto che la legge istitutiva dell’Ente Parco e il suo statuto nati con legge regionale nel ’91, non prevedono l’esercizio della facoltà di recesso, in quanto la partecipata è disposta per legge. E questo il sindaco lo ha sottolineato più volte. E allora perché recedere? Misteri. Non si esclude anche l’indizione di un referendum promosso dall’opposizione, previsto dalla Statuto comunale. “Mi sento offesa- ha detto nel suo intervento la consigliera di opposizione Concetta Forte- “questo è un taglio alla cultura e al nostro patrimonio, una pesante perdita per Valguarnera”. Fabio Arena, consigliere di maggioranza e segretario locale del PD: “ Ho l’impressione- ha detto- che gli appelli e le pressioni arrivate in questi giorni siano figlie di una speculazione politica che molti hanno voluto cavalcare.” C’è da dire infine, che a Consiglio appena iniziato sono stati fatti rimuovere dai vigili urbani alcuni innocui cartelli di dissenso esposti da due ragazzi dell’associazione “Insieme per Cambiare”, prima all’esterno del Palazzo e pochi minuti dopo all’interno dell’Aula. I due ragazzi tra cui Giuseppe Interlicchia sono stati subito dopo espulsi. Su quei cartelli non c’era nulla di offensivo solamente un “giù le mani da Floristella”. Un fatto poco edificante ed inopportuno considerato che il clima nell’arco della serata, è stato abbastanza tranquillo.
Rino Caltagirone