Le buche a Enna ci sono sempre state e probabilmente sono un dato storico ma contemporaneamente rappresentano senza dubbio un grave problema per la sicurezza dei cittadini.

Buche che creano danni e a volte anche consistenti, per i quali i cittadini poi si rivalgono sull’amministrazione comunale che ha il compito della manutenzione e dell’efficienza delle strade. Infatti, nel dicembre dello scorso anno, con “determina n. 176 dell’Area 6 Avvocatura comunale, il Comune ha sborsato ben 108.935 euro per risarcimenti richiesti da 27 cittadini di cui 85.522 euro dovute per risarcimento danni causati da omessa manutenzione della strada e 23.413 euro per danni provenienti da altre cause”. Insomma, le buche oltre a creare disagi e danni hanno un costo per la collettività e certamente non si può dare la colpa sempre e solo alle piogge e all’inverno inclemente.

Ci riferiamo, in particolare, a quanto succede in viale delle Olimpiadi, dove nel mese di ottobre sono state riparate alcune buche e che ora a distanza di cinque mesi, probabilmente, necessitano di nuova manutenzione. Buche, dunque, che si ripresentano, che si allargano sempre di più, tanto che gli automobilisti sono costretti a fare lo slalom per scansarle. Ma anche tombini i cui bordi sono addirittura distrutti e con i ferri a vista. Ci chiediamo: perché le toppe spesso reggono poco? Mancanza di controlli e di scarso materiale?

Invece di riempire la buca semplicemente con l’asfalto e con qualche battuta di pala, come ci è capitato di vedere, si rifacesse a regola d’arte, con la posa in opera di un adeguato fondo: non sarebbe forse la soluzione migliore? È necessario che si svolgano le opportune azioni di controllo e si pianifichi una adeguata manutenzione preventiva per evitare che primi eventuali piccoli cedimenti inneschino danni più gravi, col tempo difficilmente riparabili se non con il totale rifacimento.

Basta davvero un niente per provocare la nascita di una buca. Intanto a Enna e in tutta la provincia diamo ormai le buche e le strade dissestate per scontate e non ci indigniamo come invece dovremmo e come fanno i turisti che giungono da noi da altri paesi dove, si sa, le buche e le strade interrotte sono eccezioni e non la norma, anche con condizioni climatiche ben più rigide e severe delle nostre.

Giacomo Lisacchi