Enna. Sui 254 reperti archeologici sequestrati le indagini continuano

PersefoneEnna. Le indagini da parte degli agenti della squadra Mobile, diretti dal vice questore Gabriele Presti, continuano, dopo il rinvenimento e sequestro di 254 reperti archeologici, rinvenuti nella villa di Pergusa dell’imprenditore armerino, Gaetano Cosenza, in quanto sono necessari dei chiarimenti circa la posizione dello stesso Cosenza in questo contesto e soprattutto quale ruolo l’armerino ha recitato e sta recitando nell’ambito dello smercio degli stessi reperti nel mercato clandestino. Cosenza alle domande fatte dagli investigatori non ha risposto, si è limitato a dare delle risposte evasive, segno evidente che non vuole parlare. Intanto è stato accertato che lui è il depositario di reperti che hanno trafugato dei gruppi di tombaroli sia nelle zone di Siracusa e Gela sia nelle zone di Morgantina, Centuripe ed Assoro. I reperti, per come sono stati rivenuti dagli agenti della Mobile, erano mal protetti, avvolti in giornali vecchi, alcuni del 2008, segno evidente che gli stessi sono arrivati da poco tempo alla villa di Pergusa e si stavano studiando modi e mezzi per immetterli nel mercato clandestino dove avrebbero potuto ricavare un paio di centinaia di migliaia di euro. Allo stato attuale Gaetano Cosenza è accusato di ricettazione e detenzione clandestina di reperti archeologici. Il commercio dei reperti non era iniziato, lo stesso Gaetano Cosenza non naviga nell’oro, si tratta di un modesto imprenditore edile, con poco lavoro, e la sua dotazione economica è anche modesta. Probabile che il gruppo di tombaroli avesse iniziato a comunicare ai mercanti clandestini di essere in possesso di questi reperti ed erano in attesa di risposte concrete per la vendita. Insomma l’operazione “Persefone” è ancora ai primi passi, nel proseguo delle indagini potrebbero venir fuori delle notizie interessanti sulla presenza di bande di tombaroli in provincia di Enna.


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