Mafia: clan in lotta, fermate 28 persone tra Catania, Ragusa, Siracusa ed Enna

mafia operazione KronosBlitz antimafia dei carabinieri del Ros e di quelli dei comandi provinciali di Catania, Ragusa, Siracusa ed Enna, che dall’alba stanno eseguendo un decreto di fermo nei confronti di 28 persone, tutte “gravemente indiziate” di associazione mafiosa, omicidio, estorsione e reati in materia di armi.
Secondo gli investigatori, “in una fase delicata di transizione degli equilibri di potere nel territorio” tra diverse famiglie mafiose, il provvedimento di fermo, emesso dalla procura distrettuale antimafia di Catania, si e’ reso “necessario per scongiurare ulteriori, imminenti, gravi fatti di sangue”.
Il provvedimento di fermo, spiegano i carabinieri, scaturisce da un’articolata attività investigativa condotta dal Ros nei confronti della famiglia mafiosa di Caltagirone, di cui sono stati ricostruiti gli assetti organizzativi, gli ambiti operativi e le relazioni con altri sodalizi mafiosi anche esterni alla provincia di Catania.
In particolare le indagini, che hanno consentito di accertare le responsabilità del gruppo mafioso in un duplice omicidio commesso a Raddusa, hanno documentato numerosi incontri tra gli esponenti di vertice di Cosa nostra della famiglia calatina, dei “Santapaola” e del clan “Nardo” di Lentini.
Vertici mafiosi il cui scopo sarebbe stato duplice: quello di individuare il rappresentante provinciale di Catania e quello della gestione condivisa dei proventi estorsivi derivanti da appalti pubblici e privati.

Aggiornamento
Il fermo dei reggenti di tre clan legati a Cosa Nostra è l’avere evitato una guerra di mafia che stava per esplodere. Sono gli obiettivi che la Procura di Catania ritiene di avere raggiunto con l’operazione Kronos dei Carabinieri del Ros di Catania, che hanno fermato 28 persone indagate a vario titolo per associazione mafiosa, duplice omicidio e detenzione illegale di armi.
Tra i destinatari del provvedimento anche Francesco Santapaola, 37 anni, figlio di Salvatore, quest’ultimo cugino del capo mafia Benedetto. Secondo la Dda della Procura di Catania era lui l’attuale reggente della famiglia Santapaola-Ercolano. Tra i fermati anche Salvatore Seminara, 70 anni, ritenuto il reggente della famiglia di Caltagirone, e Pippo Floridia, di 60 anni, che la Procura colloca ai vertici del clan Nardo di Lentini.
‘Se abbaia la cagnolina suona la chitarra…”. Così un ‘pezzo da novanta’ di un clan legato a Cosa nostra parla con i suoi mentre sparano in campagna e oliano pistole e fucili. Il sottinteso è chiaro in Sicilia: ‘se loro si muovono, noi spariamo…”. Non lascia spazio a dubbi l’intercettazione dei carabinieri del Ros agli atti dell’inchiesta Kronos della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Catania culminata con 28 fermi di appartenenti a tre ‘famiglie’ alleate, ma che avevano dei contrasti per questioni economiche: la lucrosa e redditizia ‘messa a posto’ degli appalti e dei cantieri, come quelli dell’eolico.
Le intercettazioni dei carabinieri del Ros rivelano le dinamiche interne ai tre gruppi che risultano in magmatica evoluzione. A fomentare i contrasti le operazioni delle forze dell’ordine e della magistratura che portano in carcere vertici e gregari dei clan, con i reggenti pro tempore che non amano fare passi indietro e con altri gruppi alleati che approfittano dell’assenza del boss riconosciuto per invadere il suo territorio.
Così tre gruppi amici e alleati come le famiglie Santapaola-Ercolano, quella di Caltagirone e dei Nardo di Lentini si trovano seduti a trattare per trovare accordi e una pace che i vecchi boss vogliono a tutti i costi, per fare restare gli affari della mafia sotto traccia. Uno di loro contesta anche gli ‘inchini’: “a che servono questi pennacchi? A fare muovere società civile e l’interesse dei media…”.
Ma la mediazione fallisce il 4 aprile scorso con un tentativo di agguato nei confronti di Giovanni Pappalardo e Salvatore Di Benedetto, che non accettavano di fare un passo indietro dopo la scarcerazione di Alfonso Fiammetta. Le due vittime ritengono che tra i mandanti ci sia Francesco Santapaola, reggente dell’omonimo clan, e non dormono più a casa. Le intercettazioni dei Carabinieri del Ros dimostrerebbero che stava per scattare una rappresaglia che avrebbe dato luogo ad una sanguinosa faida interna a Cosa Nostra. Per questo, hanno spiegato il procuratore Michelangelo Patanè e i sostituti Antonino Fanara e Agata Santonocito, si è deciso di intervenire d’urgenza con dei fermi.
L’inchiesta ha fatto luce anche su un duplice omicidio avvenuto il 5 aprile del 2015 a Raddusa: Salvatore Cutrona e Giovanni Turrisi sarebbero stati assassinati nell’ambito di una ‘pulizia interna’ allo stesso clan
Sono state fermate tutte le 28 persone, ritenute appartenenti a tre clan di Cosa nostra, destinatarie del provvedimento restrittivo emesso dalla Dda della Procura etnea nell’ambito delle indagini dell’operazione Kronos portata a termine dai carabinieri del Ros e dei comandi provinciali di Catania, Siracusa, Ragusa e Enna.
Farebbero parte del clan Santapaola-Ercolano: il reggente Francesco Santapaola, 37 anni, Francesco Amantea, 46, Giuseppe Mirenna, 64, Alfonso Fiammetta, 44, Silvio Giorgio Corra, 32, Pierpaolo Di Gaetano, 37, Francesco Pinto, 41, Giovanni Pinto, 40, Vito Romeo, 40.
Della famiglia di Caltagirone: il reggente Salvatore Seminara, 70 anni, Febronio Oliva, 55, Cosimo Davide Ferlito, 45, Carmelo Oliva, 43, Benito Brundo, 35, Salvatore Di Benedetto, 50, Angelo Giglio Spampinato, 48, Liborio Palacino, 53, Giovanni Pappalardo, 42, Gaetano Antonio Parlacino, 49, Salvatore Russo, 42, Giuseppe Simonte, 36, Rino Simonte, 29, Giuseppe Tangora, 47.
Del clan Nardo di Lentini: Rosario Bontempo Scavo, 28 anni, Rosario Di Pietro, 39, Pippo Floridia, 60, Antonino Galioto, 52, e Paolo Giovanni Galioto, 64.