Sottosegretario Faraone su Kore: distinguere funzioni istituzionali dai destini politici o di parte

Kore Faraone Salerno PuglisiEnna. Senza tanti giri di parole il sottosegretario di Stato alla Pubblica Istruzione, Davide Faraone, all’incontro con gli studenti presso l’auditorium della Kore, ha detto chiaramente che bisogna “riuscire a distinguere le funzioni istituzionali che appartengono complessivamente alla società, dai destini politici o di parte”. “Lo dico -ha affermato- da persona che fa politica, che l’ha fatta e continua a farla con il massimo della passione ma che quando svolge il ruolo di sottosegretario sta distante anni luce dalle vicende di parte o personali”. Un modo questo, secondo Faraone, per poter svolgere “costantemente e costruttivamente il ruolo istituzionale e di uomo di Stato”. Il sottosegretario ha quindi sottolineato che “questi due elementi hanno frenato la crescita complessiva” dell’università “al di là –ha proseguito- di tutto quello che voi avete fatto”. Un fatto questo, a detta sua, “per cui c’era e c’è nel resto del paese, e un po’ anche nel ministero, una sorta di pregiudizio quando si ha a che fare con l’università di Enna”. “Io mi sento di assumere, di prendere un impegno –ha aggiunto Faraone- proprio per avere conosciuto direttamente quello che si sta facendo e gli importanti investimenti in campo e cioè di lavorare nella direzione di riuscire a costruire un circuito finalmente virtuoso e non di decremento da parte dell’istituzione pubblica per questa università. E’ un impegno che mi assumo personalmente, in quanto sottosegretario alla pubblica istruzione, ma chiedo anche a voi di assumere un impegno: dimostrare un cambiamento rispetto ad alcuni elementi che devono, secondo me, costruire condizioni affinché si tolgano dalle aree di questa università i piombi che non le hanno consentito di volare in alto. Se ci sarà da parte vostra questo atteggiamento e questa volontà positiva, da parte mia ci sarà un sostegno pieno e la difesa totale di questa istituzione che io reputo di serie A e non di serie B”.
Il sottosegretario ha anche rimarcato che la sua “presenza poteva o può scatenare polemiche sul territorio” o “anche in ambito regionale e nazionale”. “Ma son venuto qui –ha chiarito- per il rispetto che devo ai quasi diecimila studenti che sono iscritti in questa università provenienti da tutta la Sicilia; studenti che meritano il massimo da un’università che il ministero ha sempre riconosciuto e che non c’è nessun motivo di trattare diversamente dalle altre; per rispetto che devo al corpo docente, al personale amministrativo e al gruppo dirigente. Io chiedo –ha concluso- una cosa: la qualità e il credere costantemente in quello che state mettendo in campo, perché noi abbiamo un dovere innanzitutto verso le nostre coscienze e cioè di formare in tutti i settori ragazze e ragazzi, la classe dirigente di questo Paese. Chiedo soltanto che voi siate un’università ambiziosa profondamente radicata in questo territorio”.

Giacomo Lisacchi