ATI. Sindaco Enna: legge regionale gravemente deficitaria

distacco acquaL’istituzione delle Assemblee territoriali idriche al posto dell’Ato idrico non risolve i problemi sulla gestione del servizio ma soprattutto non dà prospettive per il raggiungimento della gestione pubblica del servizio. Sarebbe insomma l’ennesima legge confusa. Se ne sono resi conto anche al dipartimento regionale dell’Acqua, diretto da Domenico Armenio, nell’incontro che ha tenuto con i presidenti delle Ati ma in assenza dell’assessore Contraffatto.
L’incontro era stato fissato per dare avvio alla nuova fase di gestione della struttura e focalizzare le criticità riscontrate in questa prima fase. Anche in provincia di Enna si è proceduto all’elezione del presidente, ruolo che i sindaci hanno affidato al collega Maurizio Dipietro che durante l’incontro “su mie valutazioni formalizzate – racconta il sindaco di Enna e presidente dell’Ati – si è preso atto che la legge regionale è gravemente deficitaria perchè non disciplina nulla salvo qualche petizione di principio”.
Insomma la legge sull’acqua pubblica non garantirebbe il raggiungimento del risultato chiesto da migliaia di cittadini.
Al dirigente del dipartimento regionale è stato fatto notare che le direttive sulla successione tra Ato ed Ati non dicono nulla sul personale, non disciplinano il passaggio con i gestori ma soprattutto, ha fatto notare Dipietro, “il fatto più grave è che non si occupa della risoluzione del contratto con il privato così come le modalità sulla gestione pubblica”. Questo problema ad oggi riguarda le uniche tre province dove il servizio è in mano ai privati ossia Enna, Caltanissetta ed Agrigento. Dopo aver sollevato queste problematiche, ha aggiunto Dipietro, “l’assessorato ha dimostrato di non essere in grado di dare delle risposte e si è convenuti anzi sulla necessità di rifare la legge”. Insomma, verrebbe da dire, un nuovo buco…nell’acqua. Di queste conclusioni sono stati infomati l’assessore e il presidente della Regione, Crocetta, a cui è stato evidenziato che “allo stato attuale l’Ati non è nelle condizioni di partire, svolgere le proprie funzioni e soprattutto non si mette nelle condizioni ideali chi volesse optare per la gestione pubblica di farlo effettivamente”. Per il presidente dell’Ati “questa è l’ennesima prova di una classe dirigente non idonea al governo delle questioni e l’ennesimo spot, per altro come quello delle Province, che prende in giro i cittadini”. Dipietro ha però assicurato che “il mio impegno continuerà nella direzione dell’acqua pubblica e mi adopererò presso l’Anci per far approvare una legge che permetta di raggiungere il risultato inutilmente strombazzato da Crocetta e dall’Ars”. A breve, invece, incontrerà le associazioni dei consimatori “per acquisire i loro pareri e suggerimenti nella visione di una gestione partecipata del servizio idrico dalla quale ritengo non si può prescindere”.

William Savoca per il quotidiano La Sicilia