Sindaco Troina minacciato di morte da mafia Nebrodi

Il sindaco Fabio Venezia minacciato di morte dalla mafia dei Nebrodi

E’ il duro prezzo per la legalità nell’Azienda Silvo-pastorale di Troina

di Enzo Cimino

fabio venezia troinaIl Sindaco di Troina Fabio Venezia, a seguito delle minacce della mafia dei Nebrodi alla sua vita, da mesi vive ed opera sotto la protezione armata dello Stato. Si muove con la scorta svolgendo i suoi compiti istituzionali senza dar segni di cedimento di fronte all’azione sanguinaria delle cosche della campagna tra le più dure. Sicurezza e equilibrio dei suoi stati d’animo, difatti, sono affiorati nell’intervista televisiva di giorni fa.

 

Il presidente dei Nebrodi Antoci si è salvato dai fucili di killer mafiosi grazie alla prontezza degli uomini della scorta e della pattuglia della Polizia reagendo con audacia al fuoco. La sua tenacia e senso di responsabilità spiccavano con intense parole pronunciate dopo l’azione criminale.

 

Hanno così risposto alla mafia! Non c’è voglia di retorica rituale in quello che scriviamo, per carità. Del resto, sarebbe in contrasto con altro aspetto, quello umano. Sono uomini in carne e ossa con i loro stati d’animo immaginabili; sono persone abituate a vivere con la pienezza degli affetti familiari e la gioiosità delle amicizie, ora compresse. Gente comune abituata alla vita normale, insomma.

 

Per loro non è più così. Perché? Hanno solo affermato il giusto principio della Legalità nella gestione di ciò che è Bene Pubblico. E tali sono il Parco dei Nebrodi con 86.000 ettari di territorio e l’Azienda speciale Silvo-pastorale di Troina che gestisce 4200 ettari nel paese di S. Fratello.

 

parco nebrodiIl Parco è uno dei più affascinanti a livello nazionale, se non europeo. I boschi di querceti sono immensi, e ospitano una fauna unica con specie rare. Sono l’habitat del suino nero e del cavallo sanfratellano. È percorso da fiumi e fiumare dirompenti che in Medioevo indicavano il “Val Demone” (quasi a significare un luogo infernale). 24 sono i paesi che ne fanno parte, ricchi di storia, cultura, tradizioni e bellezza della natura. È parte di quella Sicilia “che piace e ammalia”, sia pur nel loro isolamento e solitudine.

 

silvo pastorale troina logoL’azienda Silvo-pastorale è la storia stessa di Troina. Pare che i suoi terreni con altri fossero stati donati al Paese dal Re normanno Ruggero per usi civici e per favorire la florida economia del legname di allora. Da un millennio sono proprietà comunale, e nel 1963 con scelta del memorabile Sindaco Vittorio Fiore divennero Patrimonio dell’azienda creata per lo sviluppo della zootecnia e della produzione casearia.

 

Da decenni, purtroppo, sono dominio della mafia dei “tortoriciani”, facendone fonte d’arricchimento milionario grazie ai contributi dell’Unione Europea. Un flusso smisurato di danaro pubblico a prezzo d’una zootecnia mediocre, marginale e d’un settore caseario senza sbocchi di mercato. I soldi ci sono, e tanti, ma vanno altrove e lontano dai Nebrodi, bloccando la modernizzazione dell’agricoltura e le potenzialità del turismo. Il meccanismo è tanto semplice quanto reo: si paga il fitto di un ettaro di terreno appena 50 euro circa l’anno, e s’incassa in automatico tra i 500 e i 1000 euro. Se questo valore unitario si moltiplica, ad esempio per decine di migliaia d’ettari, bè fate voi i conti! Pertanto gli aiuti comunitari, quantunque sacrosanti e dovuti, fanno prosperare l’economia mafiosa e schiacciano quella delle campagne dei Nebrodi. Insomma non c’è futuro per queste nostre terre, stando così le cose.

 

Il sistema imposto dal potere mafioso e da varie forme di sudditanza ad esso, però, da 2 anni è stato scomposto. Come? Con l’azione concertata e senza paure di uomini degni delle Istituzioni Pubbliche. Fernando GuidaPrefetto Guida, quello che irritava taluni ennesi (nella foto), Sindaco Venezia e Presidente Antoci intervengono sulla Silvo-Pastorale di Troina, così come sull’intera area del Parco, imponendo: a) Bando di gara per l’assegnazione dei pascoli; b) Aumento congruo del canone d’affitto; c) certificazione antimafia e dei carichi pendenti. Tutto ciò per il “clan dei tortoriciani” è affronto e attacco dello Stato, una sfida alla quale rispondono da par loro con intimidazioni prima, sangue dopo.

 

La reazione civile della gente perbene c’è stata manifestando a S. Agata Militello solidarietà al pres. Antoci, alla sua scorta e alla pattuglia della Polizia che ha sventato l’attentato azionato con fucili e bombe molotov. Ora si corre quel rischio noto ai Siciliani: caduta di tensione nel sostegno ostante ed energico al Pres. del Parco, ai Sindaci (a Venezia in particolare), alle Forze dello Stato di quelle zone; isolamento politico di quanti stanno nelle trincee della legalità; limitati risultati nel campo investigativo. Per ridurlo al minimo, da oggi, in tanti devono fare passi in avanti per guidare Legge e Sviluppo di queste Terre, che dicono Sicilia Interna. E su questa strada c’è molto da camminare, perché da tempo si sta seduti inermi davanti allo svuotamento senza sosta dei suoi paesi. Gli atti di vicinanza per chi sta sul fronte della lotta alla mafia sono dovuti. Devono, però, seguire incontri, iniziative e, perché no, lotte per ridare spinte propulsive ai problemi segnati da inviluppo economico, inaridimento territoriale e invecchiamento sociale. I paesi dei Nebrodi, quasi smezzati in popolazione negli ultimi 30 anni, sono l’estrema sintesi di questa condizione.

 

Antoci Crocetta lettera anonima minacceCrocetta, anche lui minacciato, ha fatto i nomi dei mafiosi della zona, e ha chiesto l’intervento dell’Esercito. Il suo ardire la sua fermezza ci sono noti, e li conferma in risposta all’agguato per una strage mancata. Non basta, Presidente. Sicilia Interna, e quindi Nebrodi, esigono politiche di ripresa per favorire la sua economia. E su questo versante, Lei è di fatto assente.


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Troina Sindaco Fabio_VeneziaConsegnato al giovane e coraggioso sindaco Fabio Venezia, per l’impegno sociale dimostrato con l’attività amministrativa condotta a supporto della legalità, il prestigioso Premio Internazionale “Rosario Livatino – Antonino Saetta – Gaetano Costa”, istituito dal Comitato Spontaneo Antimafia di Riposto, in memoria dei giudici eroi caduti nella lotta alla mafia. Il premio, giunto quest’anno alla sua XXIIª edizione, è un’attestazione al merito a chi durante l’anno si è distinto, attraverso l’impegno sociale e istituzionale dello Stato, a onorare e mantenere vivo negli anni, con il proprio operato, la memoria dei tre validi e coraggiosi magistrati che hanno pagato con la propria vita la difesa dei valori della legalità e della giustizia contro la criminalità organizzata. Un riconoscimento che giunge in un particolare momento in cui, come recita la motivazione contenuta nella missiva ufficiale inviata dal presidente del Comitato Spontaneo Antimafia Attilio Cavallaro, “è fondamentale dare forza alla società civile per affermare con vigore i valori e gli ideali che la sostengono, per sostenere l’impegno dei vari pool dei magistrati antimafia, delle forze dell’ordine e dei cittadini onesti che ogni giorno, umilmente e silenziosamente, operano per assicurare la civile convivenza”. A ritirare la pergamena per il sindaco, impossibilitato a prendere parte alla cerimonia di consegna del premio svoltasi ieri mattina al Museo Diocesano di Catania, perché presente a Sant’Agata di Militello alla manifestazione di solidarietà per il presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, un delegato personale. “Ringrazio il Comitato Spontaneo Antimafia di Riposto per questo prestigioso riconoscimento – ha dichiarato il sindaco Fabio Venezia – che voglio condividere con i tanti giovani che credono nel cambiamento e con i tantissimi cittadini onesti e laboriosi di questo territorio che credono nel grande valore della legalità e non si sono rassegnati all’idea che con l’impegno e passione civile di tutti le cose possono cambiare davvero”. Il premio Livatino, è il secondo riconoscimento conferito al primo cittadino per l’impegno a supporto della legalità. Nel maggio 2014, gli è stato infatti consegnato il premio “Rocco Chinnici” da parte dell’associazione culturale “Premio Rocco Chinnici” e del circolo didattico “Rocco Chinnici” di Piazza Armerina per “per l’impegno profuso a difesa dell’economia locale dall’influenza di organizzazioni criminali, attraverso l’affermazione della legalità quale presupposto di crescita economica. Per il sostegno e la vicinanza mostrato al mondo dell’imprenditoria, anche attraverso la promozione della neo costituita associazione antiracket di Troina”.