Fiaccolata di solidarietà in difesa del territorio dei Nebrodi dall’aggressione dell’agromafia

parco dei nebrodiTROINA. Si svolgerà stasera la fiaccolata di solidarietà organizzata dalla comunità dell’Oasi Maria SS e dei suoi dipendenti in difesa dei Nebrodi dall’aggressione della mafia dei pascoli. Le manifestazioni più recenti di quest’aggressione sono il fallito attentato al presidente dell’Ente Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, uscito indenne, grazie al tempestivo intervento delle forze di polizia, dall’attentato subito nella notte tra martedì e mercoledì della scorsa settimana, e la scorta che accompagna da alcuni mesi il sindaco del comune di Troina, Fabio Venezia, per metterlo al riparo dalle minacce della mafia dei pascoli. L’appuntamento è per stasera alle ore 19.30 in piazza Falcone e Borsellino da dove si muoverà il corteo che, percorrendo la via Nazionale, raggiungerà la caserma dei Carabinieri in via Piave. Dopo una breve sosta davanti la caserma dell’Arma, il corteo si metterà di nuovo in cammino per raggiungere Piazza Giacomo Matteotti percorrendo la via Umberto I. In piazza Giacomo Matteotti, il programma della manifestazione prevede il concerto del gruppo musicale “I figli dell’officina”. Naturalmente chiunque potrà partecipare alla fiaccolata di questa sera aggregandosi ai dipendenti dell’Oasi. E’ molto auspicabile che il fallito attentato al presidente Antoci segni una svolta nella lotta all’agromafia e l’inizio di una serie riflessione sulle politiche di aiuti alle aziende nelle regioni in ritardo di sviluppo, che non hanno avuto alcun effetto positivo apprezzabile sulle economie di queste regioni. Anzi, hanno avuto l’effetto negativo di incattivire l’etica e, come ammoniva Ezra Pound, non si può fare una buona economia con una cattiva etica. E’ quasi certo che sarà esteso altrove il protocollo firmato dal Parco dei Nebrodi con la questura di Messina per contrastare le infiltrazioni mafiose nelle procedure di concessioni ai privati dei terreni del parco. Si parla inoltre di una proposta di legge per modificare la norma che prevede la sola imputazione del reato di truffa a chi rastrella contributi europei falsificando le carte. Le nuove norme prevedranno l’imputazione di reati ben più gravi del reato di truffa. L’attento mafioso al presidente dell’Ente Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, che per fortuna non riuscito, ripropone la questione delle politiche degli incentivi finanziari alle imprese in generale, e a quelle zootecniche in particolare, che si era imposta prepotentemente nei primi anni ’90, quando dei malviventi entrarono di notte nel palazzo municipale di Troina per far sparire le domande dei contributi comunitari per pecore e capre. Con quelle domande si chiedevano contributi per numeri di capi di bestiame talmente spropositati, che se fossero stati veri avremmo avuto una terribile invasione di bovini ed ovini. Era una truffa, come lo è adesso. Questo tipo di aiuti è criminogeno. Bisogna cambiarlo, come sostengono da tempo in tanti. L’erogazione di incentivi alle imprese singolarmente prese non aiuta l’economia locale. Queste immense risorse, che negli ultimi anni sono state in grandissima parte intercettate da imprese mafiose, avrebbero potuto e dovuto essere meglio utilizzate per creare quelle strutture di rilevanza collettiva che mettano le imprese nelle condizioni di stare sul mercato e competere. Che questo tipo di politiche di aiuti alle imprese zootecniche vada rivista radicalmente, nasce da una constatazione, una delle tante che si possono fare. Anni fa, quando mi occupavo di coordinare l’agenzia Enna Sviluppo, in una ricerca del DISTE di Palermo sull’economia della provincia di Enna, ho letto che la voce più consistente dell’importo era quelle delle carni. Ma come, con tutto quel patrimonio zootecnico sul quale sembrava potesse contare, la provincia di Enna importava carne dalla Francia e dalla Germania? E’ evidente che le ingenti risorse utilizzate per erogare alle imprese zootecniche non hanno avuto alcun effetto benefico sull’economia locale, che rimane un’economia in fragile ed in perenne affanno. Ma lo stesso ragionamento vale anche per le imprese diverse da quelle zootecniche.

Silvano Privitera