Troina. Fiaccolata di solidarietà in difesa del territorio dall’agromafia che segna una svolta

TROINA. Avendo visto il corteo, che si è snodato per le via del paese mercoledì sera, possiamo ritenere attendibile la stima del numero dei cittadini che hanno raccolto l’invito dei dipendenti dell’Oasi Maria SS. A partecipare alla fiaccolata di solidarietà dal titolo “Giù le mani dal nostro territorio”. Ma com’è nata l’idea di questa fiaccolata? Ce l’hanno spiegato Luigi Ruggeri e Maurizio Sturnio, rappresentanti sindacali rispettivamente dell’Uil e della Cisl, con i quali abbiamo percorso un tratto dell’itinerario del percorso del corteo, che si è mosso da piazza Falcone Borsellino alle 19.30 per raggiungere piazza Giacomo Matteotti verso le 21, dopo aver attraversato le vie Nazionale, Vittorio Veneto, Arcirù e via Umberto I.
troina agro_mafia legalita 26 maggio 2016
“Volevamo manifestare al sindaco Fabio Venezia la nostra gratitudine per il suo impegno nella ricerca della soluzione all’annosa questione del rinnovo della convenzione Regine Siciliana- Oasi Maria SS ed abbiamo pensato di farlo con la fiaccolata per manifestargli la nostra solidarietà nell’azione che sta conducendo per liberare i boschi del Comune di Troina dal dominio della mafia dei pascoli”. Questa spiegazione Luigi Ruggeri l’ha ribadita dal palco allestito in piazza Giacomo Matteotti dove, subito dopo, è intervenuto anche il sindaco Fabio Venezia, che per l’occasione aveva la fascia tricolore a tracolla. Il sindaco Venezia ha pronunciato un discorso che non è stato per nulla improvvisato, anche se ha parlato a braccio. L’occasione era solenne. E, come avviene in queste occasioni, le brevi pause che intercalano il discorso ci stanno. Ha esordito ringraziando gli organizzatori della manifestazione e i cittadini che vi hanno partecipato. Tra di loro c’erano anche molti amici e compagni di partito del sindaco Venezia, che sono venuti a posta a Troina da Nicosia, Cerami e Agira. Il clou del suo discorso è stata, come è giusto che fosse, quella parte in cui ha parlato delle vicende che lo coinvolgono assieme al presidente dell’Ente Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci. Ecco cosa ha detto a tale proposito: “La manifestazione di stasera segna simbolicamente il passaggio di una battaglia che da oggi assumerà una dimensione collettiva, perché sarà la battaglia di tutto il nostro popolo. Un popolo onesto e laborioso, di cui sono orgoglioso di essere il primo cittadino. Sono certo che in questo momento di difficoltà insieme troveremo la forza di agire e di vincere, perché uniti si vince e noi continueremo a farlo. L’ultima battaglia prima di vincere la guerra continuerà anche quando si spegneranno i riflettori e inizierà il lavoro vero e duro. In quel momento avremo bisogno di voi e siamo certi che vi troveremo al nostro fianco”. La fiaccolata di mercoledì ha diverse chiavi di lettura, che meritano una riflessione attenta perché ci sono alcuni aspetti che fanno pensare ad una svolta che definire storica non è un’esagerazione. Per ragioni di economia, in un pezzo da pubblicare sul giornale on line, mi limito ad elencarne pochi, quelli che mi sembrano di più pregante significato. Il paese, in tutte le sue componenti, e il Comune , inteso come istituzione, non intendono subire ricatti mafiosi e si stringono attorno alle forze dell’ordine per respingerli. Si stanno configurando delle modalità di rapporti tra l’Osi Maria SS ed il paese che vanno nelle direzione di un approccio collaborativo e sinergico. In questo nuovo contesto che si va delineando, un ruolo di grande rilievo possono svolgere i dipendenti dell’Oasi, che rappresentano una ragguardevole concentrazione di lavoratori dipendenti. Fatte le debite proporzioni, potranno svolgere lo stesso ruolo di promotore del rinnovamento della società che avuto il movimento dei lavoratori in Italia tra la fine degli ’60 e gli anni ’70 del Novecento.

Silvano Privitera