Valguarnera, Madre superiora Boccone del Povero parla del mancato trasferimento del poliambulatorio

valguarnera madre superiora e vescovo GisanaValguarnera. Non si spengono i riflettori sul poliambulatorio. Nell’occhio del ciclone questa volta, la trattativa saltata all’ultimo momento, sulla concessione dell’ immobile del Boccone del Povero gestito dalle suore e che avrebbe dovuto ospitare per un tempo limitato, le branche specialistiche del vicino “Sebastiano Arena”. Su questi locali individuati dal sindaco e che si sarebbero prestati benissimo ai servizi di medicina, (dieci stanze presenti di cui 8 con bagno in camera, contro le due attuali nel presidio della Guardia Medica), al momento del fallimento della trattativa, fu riferito che il Boccone del Povero chiedeva condizioni inaccettabili, legate alla scadenza del contratto, ai lavori da realizzare e al canone d’affitto esoso. Tutte inesattezze scrive adesso la madre superiora Shibi Lawrance:“ Sono stata più volte contattata dal sindaco Francesca Draià e da altri esponenti di Giunta. Animate dallo spirito caritatevole, con il consenso dell’ente religioso, ho manifestato la nostra disponibilità a concludere la trattativa. Tuttavia sin da subito sono emerse alcune incongruenze e palesi contraddizioni nell’atteggiamento sia dell’ASP che della stessa amministrazione comunale. In un primo momento- continua la madre superiora- era stato comunicato che l’Asp non poteva sottoscrivere contratti di locazione, semmai avrebbe potuto riconoscerci un contributo, salvo poi cambiare idea e dire che procedeva lo stesso per redigere il contratto. L’ente religioso interessato a concedere i locali, per il bene della comunità, ha incaricato il legale della congregazione avvocato Giuseppe Bisso. Nell’incontro con le parti- sottolinea la religiosa- l’avvocato ha redatto la bozza di contratto, che nel pomeriggio ha inviato con mail al sindaco. L’assenza però dei rappresentati Asp, al momento della riunione, ha fatto presagire che non tutto era come si voleva fare apparire. Qualche giorno dopo il nostro legale è stato contattato da un certo signor Savoca dell’Asp Enna, che chiedeva per la firma una modifica alla bozza del contratto e l’attestato di prestazione energetica, adempimento a cui l’avvocato ha provveduto, sostenendo pure dei costi per la certificazione. Ma da quel momento, inspiegabilmente, nessuno ha più contattato né noi né il nostro legale. Solo dopo vari tentativi sono riuscita a contattare il sindaco che ha riferito che l’Asp non era d’accordo sul contratto e che cercavano soluzioni alternative.” La religiosa lascia agli altri le riflessioni su come sono andate realmente le cose. “Concludo dicendo -chiude suor Lawrance- che non è mai mancata la nostra disponibilità. Tutto ciò, a tutela della reputazione della congregazione e propria.

Rino Caltagirone