Gestione rifiuti urbani ed acqua pubblica, basta più con EnnaEuno ed Enna Acque

Gestione rifiuti urbani ed acqua pubblica, basta più
con EnnaEuno ed Enna Acque

di Vincenzo Cimino

rifiuti e acquaLa gestione dei rifiuti urbani e dell’acqua pubblica sono le due fiammelle accese nei luoghi, con pessima luce, del confronto politico locale. Altre s’accendono ma nel breve si spengono, magari per ravvivarsi ogni tanto. Il Piano Regolatore da 25 anni impossibile da adottare, l’Autodromo di Pergusa da 15 anni inattivo, le Strutture statali e regionali soggette a svuotamento dagli anni 90, il Viadotto di bivio Misericordia chiuso da lustri, l’Area Industriale di Dittaino divenuta un cimitero d’imprese da tempo, l’Ospedale senza eccellenze specialistiche da chissà quando, il Castello di Lombardia che cade a pezzi, interventi per Opere Pubbliche manco a sognarli. Insomma, chi più ne ha più ne metta. Sono come gli accendini che, ogni tanto, s’accendono per smorzarsi poco dopo.

 

Prendiamo alla larga il problema dei rifiuti e dell’acqua perché si pensa, come è solito, di poterli bollire con fiammelle a fuoco lento, così come si fa con quelli sopra citati e con quelli ben più impegnativi dell’inviluppo e dell’inaridimento della Sicilia Interna e, pertanto, dei nostri territori. Per ridurla a battuta, i tanti problemi, piccoli o grandi che siano, non solo non vanno a cottura, ma mai bollono.

 

È vero, le due fiammelle si sono ravvivate. Il sindaco di Enna Dipietro, che vorrebbe la gestione dell’acqua in mano pubblica, è il neo presidente dell’ATI. Un atto rilevante la sua elezione che, se ha una logica, dovrebbe scatenare azioni che spezzino la sudditanza agli interessi della spa Enna Acque. Per carità non è una colpa, anzi per la Sociatà ha significato guadagni enormi. Solo che è avvenuto a danno degli utenti per via delle tariffe esose e dei Comuni a causa d’una gestione che non li favorisce.

 

In tal senso, portando la fiamma al punto giusto di cottura, Dipietro dovrebbe provvedere a: a) rivedere varie parti del contratto che affida il servizio idrico per la durata, pare, di 25 anni. C’è non poco da vagliare, e speriamo da correggere; b) fare luce sull’oscura vicenda della chiusura della municipalizzata AMAL, anche se poteva restare in vita sotto forma di S.p.A. c) progettare un piano economico-finanziario di gestione pubblica evidenziandone tempi e vantaggi. In tal modo la fiammella restare accesa, sempre metaforicamente.

 

C’è l’altro problema dei rifiuti che dal lontano 2004 è la sommatoria delle peggiori forme gestione del servizio pubblico. Illegalità sparsa, disastro economico e finanziario, stato di bancarotta, fuga dei soci dalla spa EnnaEuno, dipendenti allo sbando, tassa alle stelle per dare poco o nulla ai cittadini. Tutti lo sanno: è una vergogna oltreché uno scandalo !!!

Anche qui, qualcosa si muove, ma è poco, troppo poco. Finalmente si discute per approvarlo il piano comunale di gestione senza che il Cons. Com.le sia passacarte e copertura di sciagurate operazioni di un nefando potere, che porta nome e cognome a tutti familiari. Inoltre, si va verso la gestione comunale e in autonomia da EnnaEuno. Giusta tale scelta se intesa in via temporanea per “ripulire” il servizio. Anche questi due fatti rilevanti, dei quali va colto il segno. Non a caso sono stati costretti ad uscire allo scoperto coloro che si sentono vicini ai responsabili del crack, o meglio agli irresponsabili politici. Come dire, almeno lo scontro è visibile. A sto punto, come quello per Enna Acque, la fiammella deve divenire fiamma viva e intensa affinché il coperchio del pentolone “munnezza” cada. Pertanto a Dipietro non resta che: a) Farla finita con EnnaEuno chiedendo al Tribunale la verifica del suo stato d’insolvenza e la nomina di un commissario; b) Chiamare la Procura ad appurare responsabilità remote ed attuali di quanti hanno avuto le mani in pasta; c) Progettare per il prossimo futuro le nuove forme di Servizio integrato dei rifiuti.

 

Le società per azioni Enna Acque e Enna Euno sono stati capisaldi del sistema politico, elettorale e clientelare di Crisafulli. Hanno sostituito negli anni quelli del PD e dei governi locali fino a subordinare questi ai loro interessi. Oggi, si vuole che non sia più così. Il PD è commissariato con due degne persone, Carbone ed Antoci, e molti Comuni hanno Sindaci eletti in alternativa ai compari delle due società. La fine del crisafullismo è ormai nella logica dei fatti, che sono testardi. Si apre la nuova fase della ricostruzione che riguarda tutti, almeno coloro che intendono uscire dalle logiche e schemi politici del passato.