Enna. Lavori castello di Lombardia: in 7 a giudizio

Enna castello M5S 2Sono 7 le richieste di rinvio a giudizio firmate dal pubblico ministero Augusto Rio a seguito dell’inchiesta sui lavori del Castello di Lombardia. Le indagini, condotte dalla GdF, hanno preso il via dall’esposto presentato dall’avvocato Gaetano Cantaro per conto di numerose associazioni ennesi tra cui Siciliantica, la prima a dare l’allarme sui lavori effettuati sull’antico maniero, considerati deturpanti e non in linea con i vincoli paesaggistici. In particolare era stato contestato l’utilizzo di un escavatore. La procura ha centrato l’attenzione anche sulla somma urgenza dei lavori, iniziati dopo la caduta di alcune pietre dal costone laterale. Per la tesi dell’accusa ci sarebbe stato un “falso ideologico” per quanto riguarda la “somma urgenza” dei lavori avviati. Non si conosce, al momento, la data in cui si terrà l’udienza preliminare davanti al Gup per stabilire se ci sarà o meno l’avvio del processo. Ad essere indagati sono Egidio Marchese, ingegnere capo del Genio Civile, i funzionari del Genio Civile, Innocenzo Di Gregorio Gulizia, e Gaetano Di Maria, il Sovrintendente ai Beni culturali Salvatore Gueli, il direttore dell’unità operativa Sezione beni architettonici Antonino Mameli, il direttore dell’unità operativa Sezione beni paesaggistici Piero Gurgone di Nicosia ed il dirigente dell’Ufficio tecnico comunale di Enna, l’ingegnere Paolo Puleo. La posizione di Puleo riguarda un ipotetico rifiuto di atti d’ufficio antecedente ai lavori sul castello. Non è indagato in relazione ai lavori. Enna castello M5S 3Falso ideologico e’ l’ipotesi contestata all’ingegnere capo del Genio Civile Egidio Marchese, Innocenzo Di Gregorio Gulizia e Gaetano Di Maria. I tre avrebbero attestato falsamente che la rimozione di detriti, come altre azioni sul costone, avessero le caratteristiche di somma urgenza. Per la Procura, si tratterebbe, invece, di detriti staccati alcuni mesi prima in un versante già interdetto al traffico anche pedonale. I funzionari del genio civile Di Gregorio Gulizia e Di Maria sono indagati in quanto “responsabili del procedimento amministrativo e quindi committenti” ed il sovrintendente Salvatore Gueli ed il direttore Antonino Mameli in quanto avrebbero omesso non impedendo i lavori la vigilanza sui beni culturali. Ai quattro sono contestate due ipotesi di reato relative ai lavori di sbancamento ed al presunto danneggiamento del costone roccioso in base al codice dei beni culturali e paesaggistici. Per Gueli, Mameli e Gurgone sono ipotizzate anche omessa denuncia dei “reati di opere illecite e in difetto di autorizzazione effettuati al Castello di Lombardia”.

Tiziana Tavella per il quotidiano La Sicilia