Enna. Ma dove minc… sono finiti i soldi per il Belvedere?

P1140643Ci scusiamo per il titolo “forte” e fuori dal comune, ma la rabbia per la lunga attesa ha portato quasi al limite la pazienza. Un titolo “forte” che, si spera, dovrebbe sollecitare chi è preposto a farlo a velocizzare l’iter sul recupero del Belvedere.

Lo sblocco del finanziamento per il viale Savoca ha perfettamente dimostrato come la macchina burocratica a volte sa essere anche funzionale ma ha anche messo a nudo come spesso viaggia a due velocità. Se da un lato per il viale Savoca si è riusciti ad ottenere il finanziamento sette mesi dopo il crollo – un tempo non elevato visto il lavoro che c’è stato dietro – lo stesso non si può dire per i lavori che sono attesi da dicembre al Belvedere ma non solo qui.

Questo confronto mette a nudo i problemi e le difficoltà che si stanno riscontrando in questi mesi al comune di Enna. Come detto su viale Savoca hanno lavorato insieme il Comune (soprattutto attraverso il Centro operativo comunale), l’università Kore ed AcquaEnna convergendo tutti sulla Protezione Civile che ha fatto ottenere il finanziamento che adesso si spera possa anche gestire per velocizzare l’appalto e l’avvio dei lavori. Il risultato è sotto gli occhi di tutti perchè la tabella di marcia non ha subito particolari frenate considerato anche il percorso che ha visto la richiesta essere esaminata dalla Regione (dove c’è stato l’unico rallentamento), prima e dopo la concessione della presidenza del Consiglio dei Ministi, e, appunto, Roma.
Di tutt’altro tenore invece il giudizio sui lavori attesi in città e nelle mani del Comune. Lo scorso dicembre furono inseriti nel bilancio circa un milione e mezzo di euro per diversi interventi. Tra questi circa 200 mila euro erano destinati al Belvedere per la ripavimentazione del tratto destinato a posteggio e il completo ripristino della balaustra e dei corpi illuminanti danneggiati. Bene, a distanza di tutti questi mesi tutto tace e ci si chiede che fine abbiano fatto i progetti ed i soldi stanziati. Una domanda lecita che sorge visitando il Belvedere dove la pavimentazione presenta profonde buche che hanno già danneggiato delle auto ma soprattutto vedendo le condizioni della balaustra in molti tratti pericolante. Se a questo si aggiunge che quest’angolo di città è costantemente occupato da giovani la preoccupazione cresce e non è un mistero che quella zona è in pericolo.
Questo quadro può bastare per far capire che sette mesi per un bando e l’appalto sono tanti (al Belvedere come ai campi da tennis o ai Capannicoli o per la manutenzione delle strade) e non basta più addossare tutte le colpe alla burocrazia che ha già dimostrato di saper funzionare quando vuole.

W. S.

Riprendiamo e pubblichiamo da “La Sicilia”