Incendi distruttivi: prima il Parco Minerario di Floristella di Valguarnera ora le contrade Bannata e Furma di Piazza Armerina

piazza armerina incendio SS 117Foto sopra: Contrada Bannata la SS 177 bis chiusa al traffico

piazza armerina incendio bannata da enna1Chiusa la SS 117 bis nei pressi di Piazza Armerina per un vasto incendio in contrada Bannata. Le fiamme, che hanno già divorato chilometri di zona boschiva alimentate dal forte vento, avanzano velocemente. Il rogo è iniziato presso l’area boschiva nei pressi del bivio Furma, vicino Valguarnera, fin dalle primo ore di questo pomeriggio. Attualmente nessuna abitazione ne attività agricola è minacciata ma sul posto è già all’opera l’elicottero del Corpo Forestale mentre è in arrivo un Canader e un altro elicottero, F64, di grossa stazza. L’incendio è visibile ad oltre 50 chilometri in linea d’aria.
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(nelle foto le colonne di fumo di Contrada Bannata viste da Enna la prima alle 16 la seconda alle 20,15)

“Il Parco Minerario di Floristella con le sue caratteristiche uniche al mondo. Idea portante del Geopark l’utilizzazione del magnifico patrimonio geologico in chiave “geoturistica” domenica, lo stesso parco è stato “visitato” dal peggio che la Sicilia possa mai dare, il piromane, l’incendiario, il disastratore.
Come dire: “non sia mai che questa terra possa aver maniera di fare un passo avanti, di lasciare l’orrido inferno in cui vive per sentirsi un po’ più modernamente capace di vivere con le sue proprie (e tante) risorse”. I piromani hanno appiccato il fuoco al bosco, ignari, o peggio, strafottenti della presenza nel luogo di turisti e scout. Si, questa è gente d’azione, che volete possa importargli della vita di quattro scout, di qualche tizio convinto che portare la famiglia a vedere la nostra memoria possa essere edificante?
Loro hanno un compito ben più rilevante, fare da zavorra ad ogni possibile passo in avanti, sono la guardia scelta dell’impero del male che regna indisturbato sulla Sicilia.
Passano indenni le epoche dei diversi capibastone, passano come se mai nulla del loro fine operato abbia a venire a galla. Non un pentimento, una confessione, una indiscrezione, una soffiata, quello degli incendi è il “comparto” più oscuro della malavita siciliana, e sia chiaro e lampante di malavita si tratta. Che non venga a qualcuno il dubbio che in fondo possa trattarsi di qualcosa di meno impattante, di un momento di debolezza, di una piccola patologia, chi appicca il fuoco è un criminale punto e basta e altrettanto criminale è chi lo copre, lo favorisce, lo spalleggia. Oggi ci resta il danno, di un parco sfregiato, di un luogo da pochissimo riconosciuto dalla gente come posto in cui godere della natura e della memoria senza per questo rischiare, ed invece legato ora alla paura ed al crepitio delle fiamme. Ma la notizia porta con se anche un’altra grave sottolineatura, nel contrastare le fiamme gli operatori hanno dovuto non solo evacuare la gente, non solo utilizzare i mezzi aerei, ma anche mettere in salvo il bestiame, qui al pascolo. Una delle letture potrebbe essere proprio quella delle scaramucce tra i diversi allevatori, qui in gran parte provenienti dai Nebrodi e, in parte, già coinvolti in vicende poco chiare ed in corso di indagini. Torna nuovamente la vecchia piaga di chi considera Floristella “terra sua”, “cosa sua”, di chi, magari, all’incendio non è estraneo se non come appiccatore magari come vittima predestinata. Torna l’ombra di una società di mezzo, con un piede nel buio ed uno alla luce. A queste presenze oscure, le stesse che infine motivarono, lo ricordiamo, le dimissioni dell’ex presidente Ingegnere Lupo, vanno ascritte le azioni criminali. Alla società civile va, invece, assegnato il compito di porsi a barricata contro ogni deviata idea di malaffare” così scrive in una nota Legambiente Enna.