Liberi Consorzi dei comuni. Il voto… ennese

punk-dei-capelli-elastico-palle-degli-occhi-della-ragazza-dei-capelli-del-ponytail-del-fascia-deiIn questi giorni, mentre a Palermo scampato il pericolo della legalizzazione dell’illegalità con l’intervento chiaro e diretto del Presidente Ardizzone sull’emendamento a favore dei superabusivi, ci si gingilla a pensare una legge elettorale che servirà a garantire la massima ingovernabilità ai comuni siciliani, sulle cronache inizia a ricomparire la questione del voto per le presidenze di Liberi Consorzi dei comuni e Città metropolitane. Che ridere, città metropolitane, mai la lingua italiana fu talmente usata a organo copulatore di canide. Pensate, Motta d’Affermo è città metropolitana di Messina!

Comunque, al di là della evidentissima incompetenza di Crocetta e dei suoi, campioni del non saper far nulla gridando istericamente verso chiunque altro, si deve decidere chi andrà a presiedere quell’ente che, uccisa la provincia, azzeratone il sistema di governo e l’apparato, dovrebbe garantire quelle irrinunciabili funzioni quali scuole, strade, ambiente, protezione civile, che ad oggi sono a gravissimo rischio.

E comincia quindi il toto voto.
Va da se che i votabili sono 20, anzi, persino di meno perché a questi venti vanno tolti quei sindaci, come Pitronaci, che sono a fine mandato e che, quindi, se eletti, durerebbero da Natale a Santo Stefano.

Rimangono gli altri e le loro manovre di truppa.
Si ode da un lato l’organizzarsi di una filiera targata PD che vedrebbe comodissimo affibbiare alla Drajà, Sindaco di Valguarnera, la scomoda poltrona, dall’altro un rumore più sordo che sembrerebbe unire sindaci di diverso colore (ammesso che infine un colore ci sia) che vorrebbero organizzarsi per eleggere un volto “nuovo”.

Sembra quasi fatto fuori il troppo papabile On.le Galvagno, già presidente per tre diverse volte della Provincia regionale, forse l’uomo con la più lunga carriera amministrativa del territorio. Di lui nulla si dice, nulla si pensa. Gli altri Sindaci neanche ne pronunciano il nome per evitare di evocarne le capacità e doversi ad egli paragonare.

Oggi, con il voto ponderato, Galvagno da solo conta ben poco, Centuripe è piccola, nulla a che vedere con Enna o Piazza.

Ugualmente outsider sembrerebbe l’astro nascente pentastellato Bevilacqua, che, è riuscito a metter su una squadra che attraversa trasversalmente la politica e oggi governa la SRR. Con lui Glorioso, presidente, e Venezia. Non penso che gli altri accetterebbero mai l’idea che a palazzo del Governo possa andare un pentastellato, sarebbe un affronto alla macchina del PD, sia essa la galassia renziana o l’anima crisafulliano-allorina.

Io vorrei far finta che a votare fosse la gente, come era prima, e mi chiedo, chi voterebbe?

Non ho dubbi, il Presidente della Provincia, se la provincia esistesse ancora, sarebbe un nome proposto dai Cinque Stelle, così come lo sarà quello regionale, e qui, finalmente, leggo il gioco del Crocetta. Il timore di consegnare le nove province e con esse il vero governo dell’isola al nuovo che avanza con maggiore veemenza delle forze di Zuckov, lo ha portato a distruggere tutto, a far terra bruciata, a non lasciare sul campo altro che le rovine fumanti di quel che fu.

Farà lo stesso della Sicilia, il giorno delle elezioni, lo vedrete con i vostri occhi, non rimarrà nulla da governare, non una scuola, non una strada, immensi cumuli di rifiuti, acquedotti distrutti, città isolate, ospedali chiusi, porti insabbiati.

Crocetta lascerà il campo con l’ultimo suo grido strozzato, con l’ultima sua indegna scenetta da isterico sudato accusandoci tutti di essere mafiosi e pure antimafiosi, di essere un pugno di scellerati incapaci di comprenderne il valore.

Ora, cari Sindaci, ognuno di Voi è stato votato dalla gente, che sia tesserato del PD da prima dell’elezione o che allo stesso si sia accodato in un momento di sconforto personale, che invece sia ancora indipendente o, appunto come Bevilacqua, dei Cinque Stelle; su di Voi venti, la gente pone l’unica speranza che il territorio abbia uno scatto di orgoglio, scegliete quindi guardandovi nelle palle degli occhi, dicendovele tutte e uscendone compatti con il solo nome che abbia possibilità di governare le scelte e le azioni prossime future.

Io, tra Voi, saprei chi scegliere, ma, tranquilli, non Ve lo dico, almeno per adesso, forse domani…

Giuseppe Maria Amato