Valguarnera. Moschea: maggioranza Si, minoranza No

moscheaValguarnera. Nulla di fatto sulla discussione consiliare riguardante il protocollo d’intesa con gli arabi, sottoscritto sia dal sindaco di Valguarnera Francesca Draià che dai sindaci di Piazza Armerina e Aidone. Protocollo che prevede la ben nota moschea a Valguarnera e altri investimenti nei tre comuni per un valore di 30 milioni di euro solo nella prima fase. Tutto sarà ridiscusso al prossimo consiglio comunale che si terrà entro 10 giorni. Ed è stato un peccato, visto che il pubblico presente era numeroso e chiedeva a gran voce che il consiglio si esprimesse su un argomento così delicato e sentito. Presenti pure come non si vedeva da tempo Polizia di Stato e Carabinieri per smorzare eventuali intemperanze verbali del pubblico e degli stessi consiglieri. Purtroppo vizi procedurali rilevati dalla maggioranza consiliare e l’abbandono dell’Aula da parte dell’opposizione, hanno infatti fatto slittare il problema di qualche settimana. Ma c’è da dire che alla maggioranza mancavano pure i numeri (erano in 7 col presidente Scozzarella). Il nulla di fatto però è stato una sorpresa, visto che la trattazione era stata chiesta dallo stesso sindaco che intendeva fare chiarezza sull’argomento “arabi”, anche attraverso un dibattito in Aula. Lei nel suo discorso iniziale ha ribadito ancora una volta che il problema non esiste e che quel protocollo firmato è da considerarsi nullo perché mancante della firma vincolante del sovrintendente ai beni culturali di Enna. Ma la discussione come detto non è avvenuta per altri motivi, perché a detta della maggioranza, l’opposizione chiedeva di discutere attraverso una mozione d’ordine, un documento presentato dal comitato civico per il “No”, che impegnava il sindaco ad annullare l’accordo sottoscritto con gli arabi. Tanto che dopo una breve sospensione il capogruppo Giuseppe Auzzino poneva praticamente fine alla discussione, affermando che forze esterne per regolamento non possono presentare in consiglio tematiche da discutere e soprattutto da sottoporre ai voti, compito che spetta solo ai gruppi consiliari. Il gruppo di opposizione a quel punto insisteva di mettere ai voti la mozione d’ordine e non ottenendola ha abbandonato in segno di protesta l’Aula. L’argomento sarà comunque trattato fra una decina di giorni insieme al dibattito sulla relazione annuale del sindaco e a quel punto nessuno può sottrarsi. C’è l’impressione comunque che l’argomento sulla moschea sia diventato una contrapposizione politica, con la maggioranza che propende per il si all’accordo e la minoranza per il no. Vorremmo dire che fare bagarre politica su questo punto è fuori luogo. Occorre una disanima seria, puntuale e serena perché è vero che 30 milioni rappresentano un’opportunità economica ma è anche vero che minare la tranquillità della gente non è consentito a nessuno. E a Valguarnera c’è forte preoccupazione perché far nascere in un piccolo centro come il nostro la moschea più grande d’Italia dopo quella di Roma lo si considera abnorme, per i risvolti negativi che una tale decisione potrebbe avere. E lo si dice senza nessuna preclusione verso il mondo musulmano.
Intanto, nel corso del Consiglio comunale letta in aula la relazione annuale del sindaco Francesca Draià. La discussione e l’approvazione avverrà nel prossimo consiglio comunale. La sua 1^ relazione. “Abbiamo cercato, il più possibile -inizia- di trasformare in realtà le aspettative e le richieste dei cittadini”. Per quanto di competenza del suo ufficio dice che: “Ho capito che fare il Sindaco significa appurare direttamente tutte le criticità e le inefficienze che spesso si è costretti a subire a causa di ritardi e disfunzioni che spesso non dipendono dalla sola azione o volontà amministrativa. Ne sono esempio gli ATO idrico e rifiuti, l’ASP, che spesso gestiscono direttamente servizi, talvolta in maniera inadeguata, senza poter minimamente incidere se non indirettamente e con grandi difficoltà, cercando di evitare scontri e cercando un dialogo costruttivo”.

Rino Caltagirone