Oasi di Troina, prove tecniche di futuro

oasi troinaDopo le dimissioni del fondatore dell’Oasi di Troina, Don Luigi Ferlauto, che lascia il timone a Don Silvio Rotondo, il polo d’eccellenza troinese vive un momento di riassetto. Don Ferlauto, che, dopo averla fondata, ha guidato per 70 anni la struttura, uomo energico e lungimirante, di capacità e indiscusso carisma, con l’OASI ha reso Troina meno povera dei paesi circostanti e, sicuramente, più moderna. I dipendenti, che lo hanno amato sino alla devozione, avvertiranno un vuoto non indifferente che si somma alle preoccupazioni per la crisi economico-finanziaria che sta attraversando la struttura ormai da tempo e che si traduce nella irregolarità dei versamenti degli emolumenti che, sommati, hanno raggiunto arretrati fino a 7 mensilità. Non pochi i momenti di tensione e protesta, in questi ultimi tempi, che hanno visto l’occupazione ad oltranza dell’aula consiliare da parte dei dipendenti che, oltre al saldo delle mensilità pregresse, chiedevano le dimissioni dei dirigenti che non si sarebbero dimostrati capaci ad affrontare la crisi.

Al disagio improvviso, dovuto alle inaspettate dimissioni del Fondatore dell’Oasi, si aggiunge il contenuto di una lunga lettera inviata dal CdA dell’Associazione Oasi a tutti i lavoratori, che ai più sembra un vero discorso di insediamento programmatico del nuovo Presidente. Il documento desta perplessità e “paura” ai dipendenti, certamente ingiustificate, ma che tolgono agio ai lavoratori che avvertono già il peso di una serenità altalenante.

Nella lettera, che ha i connotati di una risposta ai vari movimenti di protesta, si ribadiscono alcuni temi fondamentali, quali la collaborazione e lo spirito di solidarietà e sacralità dell’Opera, ma non vengono meno alcuni moniti verso chi, in questi mesi, ha coraggiosamente rivendicato i propri diritti.

“Non scordiamo le tante lacrime e pressioni di chi voleva e vuole entrare a lavorare, e ai tanti strappi che sono stati fatti per facilitare quanto più è stato possibile coloro che chiedevano di entrare […]. Lo stesso va detto per coloro che meritavano di essere cacciati via dal lavoro perché non adeguati o perché approfittavano degli incarichi ricevuti; parecchi sono stati i ‘ripescaggi’ fatti. E potremmo continuare con il ricordare che abbiamo limitato i richiami per le inadempienze anche gravi nel tempo”.

Molto duro, quindi, il CdA dell’Oasi che, dopo i mesi di silenzio, attesta il proprio disappunto per talune rivendicazioni che avevano fatto gridare ai dipendenti la gioia per un rinnovato sussulto di democrazia e partecipazione.

Il CdA dell’Oasi, che nei giorni precedenti ha rigettato le dimissioni delle direzioni, attraverso un uso forzato di metafore chiude, in maniera netta e definitiva, al dibattito che ha visto lavoratori e loro rappresentanti contrapporsi alle scelte dei dirigenti.

“Non possiamo permettere una forma di giacobinismo che consenta a chi grida di più di richiedere la testa di un altro. Quando questo gioco iniziò, nella rivoluzione francese, subito dopo caddero le teste di coloro che lo proposero” tuona il CdA e, a coloro che avevano chiesto trasparenza e conoscenza dei conti, rispondono con un “No alla confusione dei ruoli […] pretendere di sapere come sono spesi ogni mese i soldi, come se tutti avessimo davanti lo sguardo di insieme di tutta l’opera, non funziona. Abbiamo forse ecceduto nel venire incontro alla voglia di coinvolgimento, ma certo abbiamo creato più confusione e certamente questo non si ripeterà più”.

Un CdA che, pure esortando al dialogo in tutte le sue forme, è molto deciso nel rimarcare le differenze dei ruoli almeno dei suoi, perché non è chiaro il ruolo che dovrebbero assumere, in questo “rinnovato” contesto, i dipendenti e i loro rappresentanti sindacali. Ad evitare equivoci il CdA, (a proposito di ruoli), ha chiarito le parole dello stesso Sindaco di Troina che, nelle assemblee aveva più volte sottolineato la necessità di una “discontinuità” nella gestione dell’Ente, che debbono “intendersi” non come il “togliere una dirigenza e metterne un’altra, ma avviare azioni nuove e diverse che portino al superamento del momento di crisi”, sottolineando che mai è venuto meno il sostegno dell’Amministrazione Comunale nelle azioni dell’attuale e, a questo punto, anche futura dirigenza dell’Oasi.

Un CdA che sembra avere osservato da spettatore ogni cosa, e che decide finalmente di far sentire la propria voce rispetto alle varie forme di protesta.

“Non vogliamo fare gli ingenui” continua la lettera, “per il funzionamento di una struttura come l’Oasi i parametri non sono più quelli legati al modello della famiglia […]. Chi soffre di queste nostalgie, faccia presto ad uscirne, siamo in una realtà complessa e vanno cercati altri modelli di interazione”.

L’Oasi di Troina è una struttura che sta sforzandosi di ottenere un riconoscimento dalla Santa Sede, un’Opera, prima di tutto, nata in seno ad un gruppo di persone consacrate a Dio, nell’ottica del rispetto e della solidarietà e che accoglie gli ultimi annullando le differenze tra i “normali” e i “disabili” e, come ribadisce nella lettera il CdA “Dio ci ha dato di imparare la strada del camminare insieme e di fare tutto in collaborazione, tanto che questo è diventato un ‘marchio’ per l’Oasi”.

Giungono, intanto, le prime notizie di provvedimenti disciplinari verso dipendenti che hanno denunciato e combattuto in prima linea, anche in maniera accesa, per i loro diritti in queste settimane e con la mente sono in molti che fanno un salto indietro nel tempo, quando alla fine degli anni ottanta, oltre 40 dipendenti dell’Oasi furono licenziati dopo accessi scontri tra sindacati e struttura.