Leonforte. L’ultimo incontro con Bibliotecando

BibliotecandoLa seconda edizione di Bibliotecando si è conclusa ieri, 30 di agosto, con Pride. Alla vecchia  stazione  ancora fermo stava il treno, gongolante per il successo del  Premio Città di Leonforte, arrivato la sera prima. Bibliotecando ha finito un cammino, stentato per la scarsa partecipazione di pubblico, certo per l’entusiasmo di chi lo ha frequentato assiduamente e onorato per il volontarismo culturale di cui  il sindaco, Francesco Sinatra,  si è detto lieto. Diaz, Still Life, C’eravamo tanto amati e Pride, questi i film che hanno spaventato e offeso e annoiato chi avrebbe preferito magari la saga dell’action movies in salsa ficarra/piconiana. No, non si dovrebbe mai lasciar trasparire l’amarezza di chi non ha incontrato la “corrispondenza” desiderata, si dovrebbe piuttosto raccontare  di eterogenesi dei fini non perfettamente aderente al tessuto sociale contingente e bla, bla, bla. I bibliotecandi però preferiscono parlare del film che in una calda serata di fine agosto  ha chiosato un’idea di cultura, fatta di immagini, parole e storie incastonate nella Storia. Pride         vincitore dei British Independent Film Awards è un film importante e non riducibile alla classica commedia “gay gai”. Trascinante, impegnata, spassosa e commovente, Pride è la storia di un’atipica comune londinese che decide di aiutare i minatori delle remote compagne gallesi, in sciopero serrato  contro il governo Tatcher; appena diciassette anni dopo l’abolizione del reato di sodomia in Galles e Inghilterra e cinque anni dopo la medesima decriminalizzazione in Scozia. Il film tratta sostanzialmente di una storia vera. In occasione del Pride di Londra del 1984 Mark Ashton fonda il gruppo “Lesbians and Gays Support the Miners” (LGSM) il cui scopo è quello di raccogliere donazioni nella comunità gay e lesbica londinese in sostegno dei minatori. La conoscenza diretta, l’entusiasmo dei giovani attivisti gay e lesbiche e la consistenza delle donazioni che riescono a raccogliere, sciolgono i pregiudizi e spianano la strada a una stabile solidarietà fra due realtà antipodiche e intrise di pregiudizi, fino al punto di indurre le Unions inglesi, su impulso dei sindacati dei minatori, a includere i diritti delle persone gay e lesbiche nei loro statuti. Molte altre vicende si intrecciano nella trama di questa commedia come il coming out, i rapporti familiari, la violenza omofobica, l’esplosione dell’AIDS. Fra battute brillanti e nudi equivoci il film ambientato nel 1985 ha raccontato insomma un pezzo di emancipazione culturale che nella Sicilia 2016 pare ancora avveniristica.

Gabriella Grasso