Sanità. In Sicilia 4 bacini – Caltanissetta, Enna ed Agrigento. Il pronto soccorso sarà nel nosocomio del capoluogo

PIAZZA ARMERINA CHIELLO ospedaleIl decreto ancora non c’è, ma lo “scheletro” è già stato definito. Da una parte una nuova organizzazione degli ospedali, classificati in base a funzioni e servizi, dall’altro una raffica di accorpamenti di reparti doppione, almeno 150, che azzerano altrettante poltrone. Un piano che ieri l’assessore alla Salute Baldo Gucciardi ha illustrato a grandi linee ai sindacati e necessario per avere il via libera dal ministero alla Salute allo sblocco delle cinquemila assunzioni annunciate. A ciascun manager Gucciardi ha consegnato uno schema dei servizi che dovranno attivare o disattivare, chiedendo il massimo riserbo.

Le strutture sono classificate in ospedali di primo livello (15) e secondo livello (l’Arnas Civico a Palermo, il Cannizzaro a Catania e il Policlinico di Messina), ospedali di base (23), ospedali di zone disagiate (come Lipari, Bronte, Corleone, Petralia e altri tre presidi periferici) e ospedali di comunità (Scicli, Noto e Militello Val di Catania, dove resteranno solo i malati cronici). Il piano divide la Sicilia in 4 bacini da un milione e 600 mila abitanti: Messina, Caltanissetta-Enna-Agrigento, Catania- Ragusa-Siracusa, Palermo-Trapani. Gli ospedali che insistono in ogni bacino avranno compiti diversi nell’ambito dell’emergenza-urgenza (alcuni saranno riferimento per i politraumi, altri per l’infarto, altri ancora per l’ictus).
La prossima settimana la bozza passerà all’Ars per il parere della sesta commissione. Poi andrà in giunta.

Bacino Agrigento-Caltanissetta-Enna. L’ospedale di riferimento (hub) sarà il Cannizzaro di Catania, mentre le strutture di primo livello sono quattro: l’ospedale San Giovanni di Dio ad Agrigento, gli ospedali riuniti Sant’Elia e San Cataldo a Caltanissetta, gli ospedali riuniti di Gela, Mazarino e Niscemi e infine gli ospedali riuniti Umberto I di Enna, Piazza Armerina e LeonforteIl pronto soccorso sarà però nel nosocomio del capoluogo. Le strutture di base gli ospedali di Canicattì, Licata e gli ospedali riuniti di Sciacca e Ribera. A Ribera dovrebbe inoltre scomparire il pronto soccorso, che fa meno di 20 mila accessi all’anno. Nel bacino ci saranno anche due ospedali di zona disagiata: Mussomeli e Nicosia. La centrale operativa del 118 di riferimento è al Sant’Elia di Caltanissetta e ci saranno ambulanze medicalizzate a Cammarata (2), Menfi (2), Ribera (1), Sciacca (1), Gela (1), Milena (2), Sommatino (2), San Cataldo (2), Pietrapezia (1), Regalbuto (1), Troina (1). I presidi territoriali di assistenza (Pta) sono invece 18.

Ospedali riuniti e pronto soccorso. Cosa cambia? Intanto entra in piena funzione la creazione degli “ospedali riuniti”: più nosocomi (due o tre al massimo) passeranno sotto un’unica amministrazione centrale. La razionalizzazione si tradurrà anche nella distribuzione dei reparti: quelli presenti in una delle strutture degli ospedali riuniti non saranno presenti nelle altre strutture dello stesso polo. E così, “saltano” una decina di pronto soccorso: quelli che non prevedono più di 20 mila accessi l’anno.