Leonforte. Senza speranza…chi camurria! (cronache tavachine)

Granfonte LeonforteLa fine dell’estate a Leonforte è segnata dalle disapprovazione dei paesani, in vacanza al paesello. La sporcizia e il degrado, abituali agli stanziali, diventano insopportabili ai migranti di ritorno.
Ma insomma chi camurria ogni anno! Siete scappati, avete abbandonato la nave, salvo risalirci per vedere il livello dell’acqua stagnante; “usciti e riusciti” insistete a tornare e che fate?
Ci compiangete o peggio ci criticate? Ferite la nostra cieca fierezza, cercando di fermare una decadenza inarrestabile o semplicemente vi compiacete perchè intuito il male, lo avete rifuggito per tempo?
E’ inevitabile, progressiva e inarrestabile la fine, aspettiamo il forestiero per comprenderlo e compreso che facciamo?
Applaudiamo! Bravo professore! Bravissimo! Bravo certo, ma perché allora non ci ridestiamo? Perché ci limitiamo a prendere atto del fallimento?
Perché? Perché se le stesse accuse le solleva uno stanziale lo si sospetta di disfattismo?
Caro professore ancora qualcuno ci crede al paese e alle sue possibilità, ma non lo ammette, se ne vergogna quasi perché indignarsi per il piacere di indignarsi è più facile.
Addolora vedere morire il proprio paese specie per chi li abita ancora.

Gabriella Grasso