Leonforte, nascondeva in casa materiale esplosivo, arrestato Walter Fannelli

fannelli-walterNella notte scorsa, gli uomini della Polizia di Stato, in servizio presso il Commissariato di P.S. di Leonforte, diretti dal Commissario Capo dott. Alessio Puglisi, hanno tratto in arresto Walter Fannelli, leonfortese classe 1985, gravato da precedenti penali e di polizia per lesioni personali, danneggiamento seguito da incendio, minacce e porto ingiustificato di strumenti idonei all’offesa, in quanto responsabile dei reati di detenzione illegale di esplosivo, detenzione abusiva di artifizi pirotecnici di genere vietato e detenzione abusiva di armi o munizioni.
I FATTI
In particolare – nell’ambito dell’implementazione dei servizi di controllo del territorio finalizzati alla ricerca di armi, munizioni, esplosivi e materiale utilizzato per alimentare gli incendi boschivi, disposti dal Questore di Enna, Dott. Antonino Pietro Romeo – gli agenti del Commissariato di Polizia hanno proceduto ad una perquisizione domiciliare presso l’abitazione del Fannelli.
Nel corso della perquisizione venivano rinvenuto, ben occultato, il seguente materiale: tre confezioni contenenti dodici artifizi esplodenti, non classificati, di genere vietato ai sensi dell’art. 53 co.4 del TULPS, trentasei manufatti esplodenti detenuti illegalmente ai sensi dell’art.2 L.895/67, due cartucce da fucile calibro 12 detenute abusivamente ai sensi dell’art. 697 c.p.
Inoltre, venivano rinvenuti novantadue metri di miccia per innesco, numerose bombolette a gas di 90 millimetri cadauna, una pistola ad aria compressa calibro 4,5, nonché altro materiale verosimilmente utilizzato per l’assemblaggio di ordigni rudimentali.
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Tra gli appunti del Fannelli, infine, venivano rinvenuti gli indirizzi di due siti internet dedicati alla costruzione e all’assemblaggio di ordigni artigianali.
Alla luce dell’attività di indagine, pertanto, il Fannelli veniva arrestato in flagranza di reato, e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, che coordina le indagini nella persona del dott. Francesco Lo Gerfo, il medesimo veniva tradotto presso il carcere di Enna, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.