Liberi Consorzi. Sindaco Galvagno, torneremo a chiamarla Presidente?: Decisamente no

sindaco centuripe Elio GalvagnoAlla vigilia delle elezioni degli organi politici del Libero Consorzio ennese, fissate dalla Giunta regionale (salvo ulteriori rinvii) per il prossimo 20 novembre, chiediamo una riflessione ad uno degli indiscussi protagonisti della scena politica provinciale: Elio Galvagno, attualmente Sindaco di Centuripe, già Deputato all’Ars e Presidente della Provincia Regionale di Enna per oltre dieci anni. Colui che, come ricordano anche Riggio e Di Fazio nel loro ultimo libro, in un’appassionata opera di ricostruzione della storia dell’Ente, è stato alla guida di quella che verrà ricordata “come la migliore amministrazione provinciale della storia ennese”.

 

Sindaco Galvagno, inizio col chiederle: torneremo a chiamarla Presidente?

Decisamente no. Continuo a fare quello che alcuni autorevoli colleghi hanno definito prima di me “il mestiere più bello del mondo”. Il Sindaco della mia città.

 

Eppure da più parti lei continua a essere indicato come il prossimo Presidente del Libero Consorzio dei Comuni della ex Provincia di Enna. Che ci dice in merito?

Non lo nego. In questi ultimi mesi ho ricevuto moltissime sollecitazioni in tal senso e ringrazio vivamente i tanti sindaci, i consiglieri comunali ma anche i numerosissimi cittadini che guardano all’elezione degli organi provinciali con grande attenzione, anche se ormai si tratta, io dico purtroppo, di un’elezione di secondo grado a cui non sono chiamati direttamente.

Ma la mia posizione è stata chiara sin dal primo momento: non intendo candidarmi.

 

Come mai una decisione così netta? Un po’ di timore per le difficili condizioni in cui versa la ex Provincia di Enna?

Assolutamente no. Anzi, le sfide mi appassionano.

 

E questa non è una bella sfida?

Certo che lo è. Ma sono abituato a dare il massimo in quello che faccio e sono convinto che non sia possibile conciliare al meglio la mia attività di Sindaco, in un Comune che ho trovato quasi “raso al suolo” e che tento quotidianamente di riportare alla “normalità”, con quella di Presidente di un Ente come la ex Provincia, che conosco bene e che richiedere, oggi più che mai, energie esclusive e tanto tempo. Rischierei di fare male entrambe le cose. D’altra parte, come ho avuto più volte modo di ribadire, è la legge che, secondo me, non funziona. Soprattutto in Sicilia, dove si ampliano le competenze delle province ma contestualmente si tagliano risorse e si comprimono gli spazi di rappresentanza politica. E certamente il Presidente di un Ente così importante dovrebbe essere eletto a suffragio universale e dedicarsi esclusivamente a questo delicato e fondamentale compito.

 

E allora che si fa? Le regole sono queste.

Bisognerà fare di necessità virtù e cercare un Sindaco autorevole, e le assicuro ce ne sono parecchi, che abbia l’ambizione, la forza e l’entusiasmo di rimette in moto un Ente che si trova, purtroppo, in condizioni disastrose.

 

Ha in mente qualcuno in particolare?

Non tocca a me fare nomi ma ci sono tanti ottimi amministratori in tutti e venti i Comuni della ex Provincia. Qualche ipotesi comincia già a profilarsi e, adesso, si tratta solo di fare sintesi e di ricercare tutte le motivazioni che possano tenerci insieme, avendo sempre lo sguardo rivolto a quello che deve essere l’obiettivo principale e comune: il rilancio del nostro territorio. Il malato è gravissimo, per usare una metafora, e può uscire dallo stato in cui si trova solo con il concorso e l’apporto di tutte le energie migliori.

 

Cosa suggerirebbe al Presidente che sarà eletto?

Per prima cosa di rimettere in moto la struttura burocratica, valorizzando le ottime professionalità esistenti nell’Ente e di affrontare e risolvere immediatamente il problema dei precari, che stanno pagando un prezzo troppo alto.

 

E in termini di programmazione?

Guardi, una buona occasione oggi viene dalla Strategia Nazionale per le Aree interne, che rappresenta una concreta opportunità di sviluppo per i territori coinvolti e dove sono previsti fondi e possibilità di investimenti ingenti. Avvierei da subito una trattativa e, se necessario, un contenzioso con il Governo nazionale su questo tema, perché tutto il territorio ennese rientri tra le aree previste dal Piano Nazionale. E’ evidente che scontiamo anni di mancanza di programmazione, ma la nostra provincia ha tutte le carte in regola per diventare strategica e per elaborare un modello di sviluppo vincente, che punti sulla “tipicità” come occasione di rilancio.

 

Chi si dovrebbe fare carico di rimettere in moto la macchina dello sviluppo?

Penso, per esempio, a un tavolo di concertazione permanente, per definire un programma di rilancio economico a breve e lungo termine. E certamente l’Università Kore, che è diventata negli anni emblema tangibile della voglia di farcela di questo nostro territorio, può svolgere il ruolo di motore propulsore di tale progettazione, in sinergia con i Comuni e, appunto, con l’istituendo Libero Consorzio, che deve tornare ad interpretare il compito di coordinamento e di regia, per mettere a sistema le enormi potenzialità del nostro territorio e innescare un processo virtuoso che manca da troppo tempo. E’ del tutto evidente, infatti, che esperienze pure virtuose di programmazione negoziata, di cui la Provincia di Enna è stata protagonista negli anni che mi videro alla guida dell’Ente, patirono proprio l’assenza di un orizzonte sistemico, che solo l’Università può immaginare e progettare, facendo sì che gli interventi puntino alla valorizzazione delle realtà produttive locali, ma siano anche in grado di essere competitivi sul piano dell’innovazione, favorendo il collegamento tra ricerca e produzione.