Enna. Presentazione del libro “Il Giardino dell’Accoglienza” di Giuseppe Castellano

Enna. Sarà presentato il libro “Il Giardino dell’Accoglienza” di Giuseppe Castellano domenica 27 novembre 2016, ore 10 presso l’Auditorium “Proseme” – C.da Grottacalda – Piazza Armerina

giuseppe-castellano-giardino-accoglienzaIntroduzione a cura di Antonino Riolo
Storie, frammenti di storie che, messi in fila, fanno una storia; una storia esemplare di coerenza e di tenacia. Una storia di solidarietà umana e di pace che ha coinvolto e continua a coinvolgere migliaia di persone, specialmente bambini, segnati da una delle più tragiche bestialità umane: la guerra.
E, segnatamente la guerra che, negli anni novanta del secolo scorso (“il secolo breve”), ha sconvolto i territori della ex Jugoslavia.
La cruda e nuda fotografia delle storie raccontate in questo libro è tutta nei numeri, nella dimensione materiale e umana di un’esperienza che ha coinvolto centinaia di volontari, circa diciassettemila bambine e bambini poveri e orfani di guerra, decine e decine di sindaci, funzionari pubblici, autorità istituzionali e tantissime persone che, con generosità e convinzione, hanno voluto e saputo coniugare le buone intenzioni con le buone opere.
Dire ciò che si pensa e fare ciò che si dice, quando in ballo ci sono supremi valori universali, è un’impresa difficile, soprattutto in questi tristi tempi segnati da una impressionante scia di violenze e crimini che evocano la parte più oscura e malata dell’umanità.
Nessuna parte del nostro pianeta è stata risparmiata, fino al punto che Jorge Mario Bergoglio, significativamente ha scelto il nome di Papa Francesco, ha esplicitamente parlato di una “Terza guerra mondiale a pezzettini”, e i semi dell’odio razziale, etnico, religioso germogliati nel cuore dell’Europa circa venticinque anni fa, sono stati anticipatori di una impressionante reazione a catena.
La globalizzazione della paura, spesso alimentata ad arte da certi noti simulacri di un potere cinico che riduce tutto a merce, a partire dalla vita umana, rischia di farci precipitare dentro reconditi bui e grotteschi.
Un antico motto cinese dice che quando spira il vento del cambiamento, c’è chi alza muri e chi costruisce mulini a vento.
Ebbene, l’esempio offerto dall’associazione siciliana di volontariato “Luciano Lama” nell’accogliere i piccoli poveri e orfani di guerra è la prova tangibile che anche in presenza di situazioni estreme e tragiche, come la guerra, si possono costruire ponti di pace.
Da Pietraperzia, nel centro della Sicilia, è partito un carico di “mattoni” di pace che, anno dopo anno ( e, ormai, gli anni sono davvero tanti! ) non si è più fermato.
Si è voluto dare al testo che presentiamo, il titolo “Il giardino dell’accoglienza” e, continuando nella suggestione metaforica, possiamo dire che aiutare chi è in difficoltà richiede un lavoro tenace, senza sosta, giorno dopo giorno un impegno paragonabile a chi coltiva un giardino, che sa mettere insieme le essenze più varie e sa proteggerle dalle intemperie e dalle contaminazioni negative.
Giuseppe Castellano ha dimostrato, senza alcun dubbio, di essere un valente giardiniere. Quello che ha fatto, sapendo coinvolgere e motivare centinaia di persone, è stato ed è un lavoro umile, scevro da pietismi e moralismi. E non è un caso se a dare di più siano state le persone che hanno di meno.
Alla formazione ricevuta nel Partito Comunista Italiano e nella Confederazione Generale Italiana del Lavoro si è aggiunta una spinta potente, quella della semplicità del fare. Discrezione, pudore, umiltà hanno accompagnato il suo lungo e operoso cammino, mettendolo al riparo da comprensibili e umane piccole vanità e dalle infatuazioni di cartapesta del micidiale e venefico circuito mediatico.
Ogni difficoltà incontrata è stata energia per andare avanti, col passo lento ma determinato del vero viaggiatore. Il suo racconto scorre con l’incidere che i veri reportage sanno avere.
Chi, come me, ha avuto l’opportunità di condividere uno dei suoi primi viaggi, può testimoniare che quanto visto in Bosnia Erzegovina, specialmente a Mostar, è stato come viaggiare tra le macerie della Seconda Guerra mondiale. Le croci bianche delle aiuole per seppellire i bambini morti, per non dire dei tanti sguardi incrociati e delle macerie che non hanno risparmiato alcun luogo ( anche i più sacri e intangibili ) valgono un viaggio nella Storia e lasciano un segno così profondo che, per davvero, ti cambia il senso da dare alla vita.
Giuseppe Castellano non sarà, per risibili e stupidi pasticci burocratici, console onorario della Bosnia Erzegovina in Sicilia, ma è sicuramente onorato console di pace e di solidarietà.
E, l’Europa di oggi, funestata da rigurgiti razzistici e da odio per l’altro, il diverso da te, avrebbe bisogno di tante persone così.
Alla fine del testo troverete, in allegato, alcune significative testimonianze, leggetele con attenzione perché sanno illustrare il senso profondo del “Giardino dell’accoglienza”.
Particolarmente toccanti quelle relative al terremoto del 2002 a San Giuliano di Puglia, in Molise.
Se potete, infine, immaginate quanto lunga e variopinta sia la colonna di bambine e di bambini poveri ed orfani di guerra che, nel frattempo sono diventati adulti.
Una risposta che ammanta coi colori dell’arcobaleno la famosa “Spes contra spem” di paoliana memoria.
Grazie di cuore, Giuseppe! E grazie ai vecchi e ai nuovi costruttori di pace.